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Martedì 17 NOVEMBRE 2015
Csm avvia trasferimento giudice Scognamiglio per lesa indipendenza

Scognamiglio è tra i sette indagati dell'inchiesta della Procura di Roma che ha coinvolto anche il presidente della Campania, Vincenzo De Luca. I pm le contestano il reato di concussione per induzione.

Non può continuare a svolgere le sue funzioni di giudice al tribunale di Napoli “con piena indipendenza e imparzialità” per il clamore suscitato dalla vicenda giudiziaria che l'ha investita, ma anche per il tenore delle conversazioni intercettate in quell'inchiesta in cui a parlare è suo marito, l’avvocato Guglielmo Manna, presidente del Comitato di garanzia dell’ospedale Santobono e legale dell’azienda ospedaliera pediatrica. E' per questo, secondo quanto riferito da un dispaccio dell’Ansa, che la Prima Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) ha deciso all'unanimità l'apertura della procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale per Anna Scognamiglio, il magistrato del tribunale campano relatore dell'ordinanza che nel luglio scorso permise di restare in carica al governatore della Campania Vincenzo De Luca, che aveva presentato ricorso contro la sospensione prevista dalla legge Severino. E che a settembre si occupò, di nuovo come relatore, del merito di quel ricorso.

Scognamiglio è tra i sette indagati dell'inchiesta della Procura di Roma che ha coinvolto anche De Luca. E i pm della capitale le contestano la concussione per induzione: secondo l'ipotesi investigativa, lei e il marito, per il tramite di altre persone, avrebbero minacciato una decisione non favorevole a De Luca per indurre il governatore a promettere a Manna la nomina a una carica di peso nella sanità campana. Accuse che lo stesso magistrato respinge con decisione in una memoria inviata al Csm in cui si dice "completamente estranea" ai fatti che le vengono imputati, pronta a farsi interrogare e a collaborare con l'autorità giudiziaria, e in cui annuncia che si asterrà quando il fascicolo su De Luca tornerà al tribunale di Napoli, dopo la decisione della Consulta.

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