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Venerdì 13 NOVEMBRE 2015
Trieste. Piccola ivoriana torna a sentire grazie l'impianto cocleare
Una bambina sorda profonda della Costa d’Avorio, lo scorso settembre ha avuto per la prima volta nella sua vita la possibilità di sentire grazie a un impianto di coclea donato da una catena di solidarietà davvero unica, che ha visto in primo piano il ruolo dell’Irccs Burlo Garofolo di Trieste.
Il reparto di Audiologia dell’Irccs Burlo Garofolo di Trieste ha ospitato oggi uno speciale incontro per festeggiare con un bellissimo lieto fine la storia di Djeneba, una bambina sorda profonda della Costa d’Avorio, che lo scorso settembre ha avuto per la prima volta nella sua vita la possibilità di sentire grazie a un impianto di coclea donato da una catena di solidarietà davvero unica, che ha visto in primo piano il ruolo dell’Irccs Burlo Garofolo di Trieste.
Ora, la storia: nel 2013, lungo una spiaggia della Costa d’Avorio, una bella bambina gioca. Attira l’attenzione delle persone perché pur essendo molto piccola è sempre sola, lasciata a se stessa. E’ attenta, prova ad avvicinarsi alle persone, ha sempre il sorriso, ma qualcosa la rende diversa. Djeneba è diversa perché non parla, salvo qualche suono che emette: non parla perché non può sentire.
Su quella spiaggia dell’Africa occidentale Djeneba passa tutte le sue giornate: la madre lavora in un ristorante per turisti poco lontano e fino a quando la sera torna a casa, la bambina sta sola, senza guida. Su quella spiaggia la bambina trova Francesca – personale delle Nazioni Unite in missione in Costa d'Avorio - che si interessa alla bambina, conosce la madre e decide di volerla aiutare. Il primo aiuto passa per l’iscrizione a un asilo, gestito da una suora italiana. Una situazione che dura poco tempo causa una situazione familiare delicata.
Appare evidente che per aiutare davvero la piccola è necessario comprendere le origini della sua sordità: Francesca inizia un lungo processo, che in un anno coinvolgerà ministeri, tribunali dei minori, associazioni e realtà imprenditoriali per portare la bambina in Italia, in uno dei centri di eccellenza per la realizzazione di impianti cocleari, l’Irccs Burlo Garofolo di Trieste dove il direttore della Struttura Complessa di Audiologia e Otorinolaringoiatria, la dott.ssa Orzan, è disponibile a seguire il caso. Oltre un anno di pratiche amministrative: nel luglio del 2015 Djeneba e Francesca – che ha acquisito la patria potestà per portare la piccola in Italia a curarsi – giungono a Trieste, e grazie al sostegno materiale ed economico della Fondazione Luchetta, che si è incaricata delle spese del ricovero per le valutazioni diagnostiche pre-impianto, inizia al Burlo l’iter per la valutazione della possibilità di effettuare l’impianto di coclea, che si conclude ad agosto, quando la dott.ssa Orzan conferma la possibilità di intervenire.
Una gara di generosità, che comprende la neonata Fondazione Akusia Onlus che dona l’impianto, il ruolo dell’azienda produttrice Med-el, che si impegnerà in futuro nella manutenzione dell’impianto in Costa d’Avorio, il contributo economico della Fondazione Bambini del Danubio che finanzia l’intervento chirurgico e a seguire quello riabilitativo e il sostegno di tanti privati: il 2 settembre, Djeneba viene operata con successo e immediatamente inizia la riabilitazione, per insegnare alla piccola a sentire e a parlare.
Stamani, al Burlo, le persone che hanno contribuito a scrivere la nuova storia di Djeneba si sono incontrate, con grande semplicità e affetto, per raccontare la loro parte di storia e per festeggiare assieme il risultato raggiunto.
“Un risultato – racconta Orzan – che certamente mette in evidenza le grandi capacità tecniche e il ruolo di riferimento nazionale dell’Audiologia del Burlo, ma che mostra anche quanto Trieste e l’Irccs Burlo Garofolo siano speciali. Questa città è unica per il proprio spirito internazionale, per la vocazione all’aiuto, per l’esistenza di associazioni di volontariato che si muovo nei Balcani, in Africa e nelle zone più complesse del mondo con la missione di aiutare i bambini. Il nostro ruolo è quello di mettere tutto l’impegno, professionale e umano, per fare la differenza. Con Djeneba ci siamo riusciti e ciò ci rende estremamente felici e fieri di far parte di questo Istituto”.
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