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Giovedì 29 OTTOBRE 2015
Prove di “sostenibilità”. La Commissione Sanità del Senato a confronto con Governo, Regioni, aziende e cittadini. De Biasi: “È il momento delle scelte”
A quattro mesi dalla presentazione della Relazione finale della sua indagine sulla sostenibilità del Ssn, la Commissione apre i suoi lavori alla società civile e agli altri interlocutori istituzionali. Preoccupazione per le scelte della legge di stabilità ma c'è convinzione comune che la svolta stia nella capacità di coniugare innovazione, capacità di risposta ai nuovi bisogni e buona gestione delle risorse.
Fare fronte comune per sostenere il Ssn e garantire Livelli essenziali di assistenza uniformi su tutto il territorio, nella consapevolezza che di inefficienze del sistema ce ne sono state tante, e tante sono ancora da sanare. E se si vuole garantire innovazione bisogna mettere sul piatto risorse e anche fare delle scelte non più rinviabili. Ma i tagli lineari per la sanità non sono accettabili.
Sono queste alcune delle osservazioni emerse nel corso del seminario “La sostenibilità del sistema sanitario nazionale, un confronto aperto” promosso dalla Commissione Sanità del Senato oggi a Roma. Un incontro voluto dai parlamentari per confrontarsi con i principali attori della sanità, quindi Governo, Regioni, rappresentanti delle società scientifiche, dei sindacati e dei cittadini su tema della sostenibilità al Ssn e indicare ai parlamentari i loro “desiderata” su eventuali emendamenti alla legge di Stabilità che sta per sbarcare all’esame del Senato.
Spunto per il confronto è stata la “Relazione Sullo stato e sulle prospettive del Ssn, nell’ottica della sostenibilità del sistema e della garanzia dei principi di universalità, solidarietà ed equità” condotta dalla XII Commissione del Senato e presentata ufficialmente il 7 luglio scorso.
Un documento importante, ha ricordato la senatrice Emilia Grazia De Biasi, Presidente della Commissione Igiene e Sanità, in quanto proprio grazie alla sua veste di Relazione può “essere discussa in Aula”. Una traccia significativa per poter leggere le novità inserite nel testo della Stabilità e capire come poter sostenere il Ssn.
“La Stabilità è una legge importante perché punta sulla crescita – ha spiegato De Biasi – ma vede il Ssn in una posizione non semplicissima soprattutto in relazione alle Regioni. Il tema non sono i tagli, ma le attese. Dobbiamo garantire i Lea riconvertendo la spesa e facendo sì che i risparmi vengano reinvestiti in sanità e sulle esigenze di oggi. Se non salvaguardiamo e non ampliamo l’offerta dei Lea non avremo un Ssn universale e solidale. Ma questo significa anche confrontarsi con l’innovazione e con i farmaci innovativi. Ecco perché spero che il Fondo per l’innovazione non sia solo per l’epatite C, ma per tutti i farmaci innovativi che stanno arrivando. Credo fortemente che non possano esserci disparità tra i cittadini rispetto alle grandi malattie. Quindi, dovremo scegliere se essere tutti uguali di fronte all’aspirina o tutti uguali di fronte al cancro. E io sono per questa seconda strada”.
Occorre quindi trovare soluzioni per uscire dell’impasse. E il confronto tra gli attori del sistema è essenziale. Ecco perché come ha ricordato il senatore D’Ambrosio Lettieri (CoR), “la Commissione sanità ha fatto una scelta molto coraggiosa riannodando i fili recisi tra la piazza e il palazzo. La politica non riesce a mostrare il lato migliore – ha detto – ecco perché parlare di sostenibilità ci sembra giusto utile e necessario per imboccare la strada giusta per recuperare forza tanto più alla vigilia della Legge di Stabilità adesso in Senato”.
Ma per continuare a garantire le sostenibilità del Ssn, la soluzione non è quella “tagli lineari, ma in una seria lotta alla corruzione e all’eliminazione della spesa improduttiva, accompagnate da buone prassi per garantire appropriatezza dei ricoveri e delle prescrizioni, del percorso diagnostico, delle cure e dell’assistenza”. “Il contesto in cui si sviluppa il dibattito è complesso e allarmante – ha sottolineato Lettieri – e la legge di Stabilità, così com’è rischia di destabilizzare ulteriormente il sistema sanitario”.
Oggi occorrono risorse per sostenere i costi della innovazione e della ricerca, ma per il senatore “il fondo per l’innovazione è inadeguato”. “Proprio dall’innovazione farmacologica e dei devices arrivano le migliori risposte per la cure delle malattie – prosegue – ma si continua a tagliare: la sanità sopporterà nel 2016 tagli cumulati pari a oltre 14 mld, di cui 4 miliardi e 300 milioni nel biennio 2015-2016, pari a circa il 30% dei tagli dell’ultimo quinquennio. Per sostenere la sanità e tutto quello che porta con sé, occorrono capacità di amministrazione appropriata delle risorse e di controllo della qualità della spesa attraverso una nuova governance. La soluzione non può essere solo nel taglio delle risorse,
Per la senatrice Nerina Dirindin, capogruppo Pd in commissione Sanità la parola d’ordine è “confronto”. “Sempre più – ha detto – abbiamo bisogno di rompere le barriere che esistono nel mondo della sanità, tra gruppi, comparti, sindacati. E oggi vogliamo rinnovare l'impegno per un percorso partecipato che tuteli il nostro Ssn e lo vogliamo fare anche alla luce delle prossime misure sulla sanità che sono inserite nella legge di Stabilità in discussione al Senato. Sappiamo già che sono misure restrittive rispetto alle aspettative e alle richieste fatte anche dalle Regioni, ma proprio per questo riteniamo necessario mantenere aperto il confronto con tutti i professionisti e gli operatori del settore, degli Enti locali e delle amministrazioni coinvolte, perché insieme si continui ad assicurare la sostenibilità del sistema. A cominciare – ha aggiunto – dalla salvaguardia e l’estensione dei Lea, dal superamento delle inaccettabili diseguaglianze regionali, da una giusta considerazione delle professioni, dalla riallocazione delle risorse applicando una seria ed efficace spending review che incida sugli sprechi ma non sull'accesso e la qualità delle cure e dell'assistenza sanitaria”.
Insomma bisogna fare fronte comune, anche perché “il cittadino ha bisogno di garanzie a tutela della sua salute e tutto il nostro impegno deve andare in questo senso nel rispetto dei diritti e della dignità di ognuno nel ruolo che svolge all'interno del sistema salute”.
E i cittadini sono in difficoltà, come ha testimoniato Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tdm. “I cittadini – ha spiegato – segnalano una difficoltà crescente ad accedere alle prestazioni pubbliche anche su questioni molto delicate come prestazioni oncologiche, diagnostica specialistica e interventi chirurgici programmati. I Lea quindi non sono sempre garantiti e non sempre nello stesso modo, la stabilità non risponde a queste problematiche, ci saremmo aspettati un finanziamento ma assistiamo al contrario a un de finanziamento del sistema. Si gioca sulla formula del mancato aumento del finanziamento, ma per noi sono questi sono solo tagli, esattamente 7 mld tra il 2015 e il 2016. Inaccettabile poi che nella Stabilità ci sia per le regioni in Piano di rientro l’automatismo ad aumentare ancora Irpef e Irap. Chiediamo invece che l’automatismo sia su voci di spesa inefficienti sanitarie ed extra sanitarie regionali.È arrivato il momento – ha concluso – che si dica chiaramente in modo trasparente qual è il livello di finanziamento al di sotto del quale i diritti delle persone sono scoperti”.
A rappresentare la Conferenza delle Regioni l’assessore regionale della Sanità della Sardegna Luigi Arru: “Dobbiamo ragionare seriamente su come stiamo spendendo ogni euro in sanità – ha detto – se penso alla mia regione, la Sardegna, vedo che sono ancora molti gli elementi di inappropriatezza”. Ma per Arru riuscire a garantire le cure è sempre più difficile : “nella mia Regione abbiamo 5mila pazienti con sclerosi multipla, cerchiamo di garantire a tutti le cure, ma malgrado ogni sforzo abbiamo sforato la spesa ospedaliera. Dobbiamo quindi ragionare su quello che è utile”. E ognuno deve fare la sua parte, anche i cittadini “se si mantenessero sani stili di vita si potrebbero prevenire molte patologie consentendo di risparmiare e poter sostenere quei pazienti che hanno bisogno di essere curati con i farmaci. Abbiamo comunque margini di manovra che richiedono però una visione d’insieme abbandonando quella a silos”.
Difende le scelte del Governo il sottosegretario Vito De Filippo e criticando “l’abbrivio dei tagli” invita il sistema all’efficienza e all’eliminazione delle differenze dei diritti che ci sono da Regione a Regione. “Solo dopo si potrà parlare di sotto finanziamento” ha detto.
“Ci sono stati territori che hanno costruito eccellenze – ha sostenuto – e altri che invece hanno accumulato differenze sostanziali in termini di diritti, tant’è che tanti italiani pagano in alcune regioni il doppio delle addizionali Irpef proprio in ragione dell’indebitamento. Chi ragiona in termini di sotto finanziamento dice quindi una grande menzogna. Il Ssn presenta quindi difformità – ha aggiunto – e fino a quanto non lo avremo portato a livelli di eccellenza uniformi sarà difficile aprire una battaglia sui finanziamento. Portiamo invece il sistema ad efficienza ed evitiamo le differenze plateali dei diritti che esistono da Regione a Regione e poi facciamo l’attacco al finanziamento”.
“La Stabilità prova dopo tanti anni a intervenire su questi punti – ha concluso – l'essere stati costretti a metter mano sugli equilibri dei singoli ospedali o a inserire parametri nuovi sulle prestazioni o a mettere norme sui prezzi unitari standard o norme per favorire l’Hta, fa capire che c’è ancora da fare un grande lavoro sul fronte dell’uniformità".
Proposte per garantire la sostenibilità sono arrivate dal presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi secondo il quale ogni ragionamento deve però partire da un punto: che il fondo dell’innovazione deve rimanere a se stante e non essere inserito nel Fsn. Ciò detto, per Scaccabarozzi sono tre modalità per difendere la sostenibilità del sistema: “che il Fsn sia adeguato, che i risparmi realizzati in sanità rimangano in sanità come anche i ripiani che spesso invece sono andati fuori dalla sanità”. Un altro aspetto non deve essere trascurato, ossia l’arrivo di nuovi farmaci innovativi. “Sarà uno tsunami, sforeremo di 3-4mld per finanziarli. Deve quindi essere operata una ripartizione interna in base ai nuovi cambiamenti, e spostare le risorse laddove servono. Se l’innovazione rimane un concetto di costo continueremo a farlo gestire dal solo dal Mef, se invece la consideriamo come funzionale alla cura delle persone allora dobbiamo farla gestire dal ministero della Salute”.
Dal Presidente di Assobiomedica, Luigi Boggio è arrivato l’invito a un cambio di rotta “che preveda una programmazione organica e strategica per la sanità e una pianificazione industriale per la filiera della salute”. L’unico modo per garantire la sostenibilità del sistema sanitario. “I tagli lineari degli ultimi anni e la riduzione della spesa – ha affermato – hanno ormai messo in crisi la tenuta del sistema, generando solo un impoverimento della quantità e della qualità delle prestazioni offerte ai cittadini. Servono oggi più che mai interventi che portino risparmi con efficienza e appropriatezza nell’ottica di un rinnovamento delle strutture sanitarie e non di un loro peggioramento. Tutti gli attori del sistema salute dovrebbero sedersi a un tavolo insieme per definire soluzioni sostenibili, ma appropriate per il benessere del servizio sanitario e per la tutela della salute dei pazienti”.
Assobiomedica ha quindi individuato una serie di aree di intervento nel settore volte alla razionalizzazione delle modalità di acquisizione e gestione dei dispositivi medici e mirate all’appropriatezza delle prestazioni con la diffusione di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali da definire insieme alle società scientifiche. Misure che farebbero risparmiare oltre 2 miliardi di euro.
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