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Venerdì 18 MARZO 2011
Rapporto Sdo 2009: calano del 3,66 % i ricoveri. Scendono del 2,60 le giornate in ospedale
Circa 500 mila ricoveri e 2 milioni di giornate in meno. Day hospital per acuti in diminuzione del 9 per cento, mentre cresce l’attività ambulatoriale. Aumentano del 3,50 per cento le giornate di riabilitazione. È questa la diagnosi delle strutture sanitarie italiane che arriva dal Rapporto annuale 2009 sull’attività di ricovero ospedaliero elaborato dalla Salute attraverso la lettura delle Schede di dimissione ospedaliera e pubblicato oggi sul sito del Ministero.
Diminuiscono ricoveri e giornate di degenza, calano vertiginosamente i Day Hospital per acuti e rallentano la loro crescita anche quelli in riablitazione. Aumenta anche se di poco l’attività di riabilitazione in regime ordinario, mantiene invece il suo trend decrescente l’attività per acuti in regime ordinario. Rimane stabile quella di lungodegenza. Ingrana la marcia l’attività in regime ambulatoriale dimostrando un ulteriore aumento dell’appropriatezza dell’erogazione dell’assistenza sanitaria
A scattare la fotografia sull’attività di ricovero nelle strutture sanitarie italiane nel 2009 è il Rapporto annuale Sdo che si presenta con delle novità: sono state introdotte undici nuove tabelle relative all’area neonatale, agli indicatori economici e di controllo ed è stato adottato un nuovo schema di raggruppamento delle strutture sanitarie relativamente alla natura pubblica o privata degli erogatori.
Ricoveri per acuti: cosa scende e cosa sale. Nel 2009 sono stati registrati circa 500 mila ricoveri e 2 milioni di giornate in meno rispetto al 2008. In percentuali il numero dei dimessi è diminuito del 3,66 per cento, mentre le giornate trascorse negli ospedali italiani sono scese del 2,60 per cento. La riduzione più consistente, quasi il 9% in meno, si osserva nell’attività per Acuti in Day Hospital, coerentemente con la forte spinta al trasferimento verso il regime ambulatoriale; anche il Day Hospital riabilitativo si riduce (-3,6%), mentre aumenta leggermente l’attività di riabilitazione in regime ordinario; l’attività per Acuti in regime ordinario mantiene il suo trend decrescente, mentre l’attività di lungodegenza si assesta su valori sostanzialmente analoghi all’anno precedente.
Per quanto riguarda la distribuzione dei ricoveri per Acuti, distinta per regime di ricovero e tipo Drg, emerge una sostanziale stabilità del numero di ricoveri in regime ordinario con Drg medico o non chirurgico (42,7%), mentre l’attività chirurgica mostra un leggero ma costante incremento: dal 25,9% del 2007 è passata al 27,7% del 2009; la quota di Day Hospital medico scende di circa mezzo punto percentuale, mentre il Day Surgery passa dal 14,5% del 2008 al 13,4% del 2009.
Trend in costante diminuzione per quanto la distribuzione dei ricoveri con Drg medico o non chirurgico: dal 2001 al 2009 sono diminuiti i ricoveri ordinari di un giorno. Invece l’attività di Day Hospital, dopo aver toccato un massimo nel triennio 2004-2006, torna a ridursi. Tuttavia, sottolinea il Rapporto “mentre dieci anni fa la bassa percentuale di Day Hospital era indice di una significativa quota di inappropriatezza nel ricorso al ricovero ordinario, la riduzione osservata negli ultimi tre anni è dovuta ad uno spostamento verso il regime ambulatoriale, e quindi dovuta ad un ulteriore aumento dell’appropriatezza dell’erogazione dell’assistenza sanitaria”.
Stesso andamento per i ricoveri con Drg chirurgico: dal 2001 al 2009 i ricoveri ordinari di più di un giorno di degenza si sono ridotti di oltre il 10%; inoltre, la quota di Day surgery copre circa un terzo dell’attività ospedaliera chirurgica.
Il rapporto tra le dimissioni con DRG medico e quelle con Drg chirurgico continua a diminuire, attestandosi a 1,43 nel 2009, a conferma del costante miglioramento dell’appropriatezza nell’utilizzo dell’Ospedale.
Continuano a guidare la classifica dei primi dieci Drg erogati in regime per acuti il parto vaginale senza diagnosi complicanti, l’insufficienza cardiaca e shock e il parto cesareo senza Cc. Anche la graduatoria dei primi dieci Aggregati Clinici di Codici(Acc) di diagnosi e dei primi Acc di procedura, conferma che le principali cause di ospedalizzazione sono legate al parto e a problemi dell’apparato cardiocircolatorio, quali insufficienza cardiaca, aterosclerosi, aritmie e vasculopatie.
Ricoveri di riabilitazione e lungodegenza. Nel 2009 sono stati 295.441 i ricoveri ordinari nelle discipline di riabilitazione con un incremento di circa 1,3% rispetto al 2008. A erogare attività di riabilitazione in regime ordinario sono principalmente gli istituti privati accreditati (con il 50,7%), seguiti dagli Irccs privati e fondazioni private (15,1%), ospedali a gestione diretta (13,8%) e aziende ospedaliere (10,3%); in regime diurno aziende ospedaliere, ospedali a gestione diretta, Irccs privati e fondazioni private e case di cura private accreditate si dividono quasi equamente circa l’80% delle dimissioni. La durata della degenza non si protrae oltre 60 giorni nel 93,8% dei casi, e la degenza media è di 27,7 giorni.
I ricoveri in Lungodegenza sono stati 110.384 con un aumento dell’1% rispetto al 2008. La quasi totalità dell’attività è erogata dagli ospedali a gestione diretta (42,3%) e le case di cura private accreditate (45,9%).
Area neonatale. Il capitolo è stato arricchito con quattro nuove tabelle, per offrire una più approfondita analisi delle caratteristiche dell’evento nascita in ospedale, con particolare riferimento alla tematica dell’appropriatezza organizzativa e dell’appropriatezza clinica del ricorso al parto cesareo. Oltre l’80% delle nascite avviene in istituti pubblici, con una percentuale di neonati sani tra il 61,8% e il 72%. Le case di cura private accreditate presentano una percentuale di neonati sani pari a 87,7%, con un volume di nascite di circa 67 mila casi (11% del totale). Per quanto riguarda i parti cesarei, gli istituti pubblici sono caratterizzati da una percentuale di parti cesarei più bassa (circa 35%), mentre le case di cura private accreditate raggiungono quasi il 61%; il valore complessivo nazionale si attesta a 38,4% con un netto gradiente geografico e valori più alti nelle regioni del centro-sud Italia.
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