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Giovedì 06 MAGGIO 2010
Mobilità interregionale. Come sempre si litiga sul Bambino Gesù
Oggi Conferenza dei Presidenti, Conferenza Unificata e “Stato-Regioni”.
Per la sanità va sciolto il nodo del testo unico interregionale della mobilità sanitaria. Un “affare” da 3 miliardi di euro dove un ruolo chiave ce l’ha anche il Vaticano con il Bambino Gesù.
Doppio appuntamento romano per le Regioni. La mattina la Conferenza dei Presidenti (presieduta ancora da Vasco Errani in attesa di possibili nuove nomine) e il pomeriggio a Palazzo Chigi per la Conferenza Unificata e La “Stato-Regioni”.
Sulla sanità un solo punto all’ordine del giorno. Ma di quelli che scotta: la mobilità interregionale e in particolare l’accordo sul testo unico per le attività 2009 dove sono indicate le tariffe uniche convenzionali (in allegato la bozza di accordo in discussione oggi e che deve comunque essere adottato entro il prossimo 15 maggio).
Un “affare” di poco meno di 3 miliardi di euro l’anno, tra crediti e debiti, conseguenti alla migrazione sanitaria di quasi un milione di cittadini che scelgono di ricoverarsi fuori regione di residenza. Gli ultimi dati disponibili dei saldi sono del 2006 e dividono ancora una volta l’Italia in due: regioni in credito e regioni in debito, le une contro le altre. Tra le prime spiccano la Lombardia con un saldo attivo di 375 milioni di euro e l’Emilia Romagna con 275 milioni. Dall’altro svetta il saldo passivo della Campania con 248 milioni, seguita dalla Calabria (188 milioni) e dalla Sicilia (174 milioni).
Le somme stabilite per la compensazione dei ricoveri tra una Regione e l’altra sono frutto di accordi bilaterali ma le tariffe con le quali “prezzare” il costo del singolo ricovero vengono stabilite di concerto dalla Conferenza delle Regioni che, anche quest’anno, è alle prese con la grana del Bambino Gesù per il quale dovrebbero decadere le tariffe extra fino ad oggi riservate all’ospedale pediatrico romano di proprietà del Vaticano che, sempre nel 2006, vantava crediti per oltre 126 milioni di euro.
Una scelta che al momento vede la ferma opposizione del presidente del Lazio Polverini per le posibili ricadute del ridimensionamento tariffario del Bambino Gesù sui già precari equilibri del budget della sanità laziale. (C.F.)
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