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Venerdì 16 OTTOBRE 2015
Stabilità. Giovani Medici (Sigm): “Soddisfatti per stabilizzazione 6mila borse di studio. Ma assorbire gap tra laurea e specializzazione”
L’associazione chiede di rivedere in basso l’attuale contingente annuo di accessi alle Scuole di Medicina, per compensare le iscrizioni in sovrannumero conseguenti ai ricorsi e gli errori di programmazione commessi in passato, riassorbendo l’attuale gap tra numero di laureati e possibilità di accesso alla formazione post lauream
Il Segretariato italiano giovani medici (S.I.G.M.) esprime “Soddisfazione per la stabilizzazione a 6000 unità del finanziamento annuo destinato ai contratti di formazione specialistica”. “Dopo anni di iniziative di sensibilizzazione delle Istituzioni, messe in campo dalla nostra Associazione – scrive in una nota - finalmente si consegue un traguardo che da stabilità al sistema della formazione post lauream di medicina”.
“Ma, in attesa che tale annuncio trovi concretezza nell’approvazione della legge di stabilità, chiediamo che i Ministeri competenti (Ministero Salute e MIUR) e le Regioni intervengano in maniera sinergica per ripianificare l’attuale fabbisogno di medici. Occorre, infatti, rivedere in basso l’attuale contingente annuo di accessi alle Scuole di Medicina, per compensare – spiega il Sigm - le iscrizioni in sovrannumero conseguenti ai ricorsi e gli errori di programmazione commessi in passato, riassorbendo l’attuale gap tra numero di laureati e possibilità di accesso alla formazione post lauream (scuole di specializzazione e corsi regionali di formazione specifica di medicina generale)”.
“Inoltre - prosegue la nota - è necessario rimodulare la distribuzione delle risorse: in risposta agli attuali ed ai futuri scenari di salute è indispensabile dotare il sistema salute di un maggiore contingente di medici generalisti, ma anche di specialisti orientati al trattamento delle cronicità ed alla riabilitazione. In tale prospettiva, appare di strategica importanza integrare la formazione specialistica con la formazione specifica di medicina generale, shiftando parte delle risorse sulla formazione degli specialisti delle cure primarie, creando un’osmosi culturale e professionale che è presupposto imprescindibile per l’implementazione di un sistema integrato delle cure”.
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