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Mercoledì 14 OTTOBRE 2015
Rispami in sanità? Prima andiamo a vedere cosa succede negli uffici delle Asl



Gentile Direttore,
condivido appieno il contenuto dell’articolo Le preoccupazioni dei medici e la necessità della sostenibilità del Ssn di A. Donzelli, A. Battaggia, P. Longoni, G. Mariani, L. Mascitelli, A. Nobili, G. Porcile, in particolare per il tono pacato con cui viene esposto. Sono d’accordo che bisogna risparmiare per garantire il proseguimento di un Ssn e di Ssr di qualità.

A costo di essere banale, però, desidero sottolineare che ad altri livelli non si tiene in alcuna considerazione il risparmio, e i soldi sono soldi comunque, provenienti dallo stesso calderone. Se si sprecano nel modo che vado ad esporre – ed è solo un piccolo esempio fra mille – con che coraggio si chiede poi ai pazienti di stringere la cinghia su indagini e farmaci, ed ai medici di arrivare al limite di fare gli indovini o di rischiare errori e brutte figure per una eventuale mancata diagnosi, ad esempio per non aver richiesto in tempo una Rmn che avrebbe potuto essere utile al paziente e far risparmiare nel contempo il Ssn?

Lo scorso 10 luglio sono andato alla sede di Udine della direzione centrale della salute, organo della Regione. Giudicare a prima vista è sempre sbagliato, ma quegli ambienti li conosco bene. Circa 20 stanze, ognuna con 3-4 persone in media che chiacchieravano, altre col telefonino (di servizio?). Fuori dalla porta un gruppetto a fumare. All’ingresso la macchina bibite-caffè-brioches: un gruppo consistente è òì a chiacchierare, una parte consistente degli stessi è ancora lì quando esco dopo mezz’ora circa. Stessa cosa vale per i fumatori.

Poche persone ‘sgobbone’ sono incollate alla sedia sia quando entro che quando esco. Mentre nei Pronto Soccorso e nei reparti medici ed infermieri ansimano costantemente per riuscire a svolgere il loro lavoro al meglio con risorse e personale sempre più ridotti.
E chiedono tagli? Ecco dove tagliare.

Ma non finisce qui. Si sa che se non si lavora ci si raffredda. Perciò qualcuno ha anche provveduto ad accendere il riscaldamento in tutte quelle stanze. Alla faccia del risparmio in sanità, del risparmio energetico, dell’inquinamento atmosferico e conseguente riscaldamento globale del pianeta.
Naturamente il caldo era tale che molti avevano le finestre aperte!

Claudio Sacilotto
Medico Chirurgo, Udine

Specialista in  Otorinolaringoiatria
Specialista in Audiologia

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