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Martedì 13 OTTOBRE 2015
Lazio. Salute Mentale, Smi e Fvm: “No al licenziamento di 125 operatori sanitari”

Il Drg (980/09) del 2009 prevedeva un progetto di riqualificazione della rete dei servizi di Salute Mentale. “Ma – denunciano i sindacati - sembra che i soldi destinati al piano si siano volatilizzati e la Regione ha deciso di optare per il licenziamento di ben 125 operatori. Senza alcun confronto con i sindacati”.

“No a licenziamenti e tagli nel settore della Salute Mentale”. Ad affermarlo è Francesca Perri, vice-segretario regionale per Smi-Fvm Lazio, che in una nota denuncia come “con il Drg (980/09) del 2009 fu avviato un progetto di riqualificazione della rete dei servizi di Salute Mentale, ma sembra che i soldi destinati a tale piano si siano volatilizzati. E la Regione, invece di cercare soluzioni concrete per un settore delicato e complesso, opta per il licenziamento di ben 125 operatori. Un taglio che dimezzerà, ulteriormente e inevitabilmente, molti servizi dedicati alla sfera psichiatrica”.
 
“Per quale motivo, dunque, il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dpcm) per la stabilizzazione dei precari, recepito dalla regione Lazio, non è stato utilizzato per questa spinosa questione? Basti pensare - sottolinea Francesca Perri, - che i colleghi oggi messi alla porta,  hanno lavorato con grande abnegazione nei Dipartimenti di Salute Mentale per cinque anni consecutivi; pertanto la loro figura professionale potrebbe rientrare fra coloro che hanno diritto alla riserva dei posti pari al 50%. E questo vale sia per  i medici che per gli infermieri”.
 
“Tra l'altro del Dpcm se ne sono perse le tracce, ad oggi non abbiamo alcuna notizia in merito”, aggiunge Paolo Marotta, segretario Smi-Lazio. “Soprattutto per quel che concerne la stabilizzazione dei contratti atipici”.
 
“E come se non bastasse, proprio in questi giorni sono stati licenziati altri 4 medici della Asl RmG. Stessa sorte toccherà, nei prossimi mesi, ad altri 37 colleghi”, dichiara  Gianmarco Polselli, vice-presidente Fvm-Lazio. “I servizi di Salute Mentale, già in sofferenza su tutto il territorio regionale a causa della carenza cronica di organico e del blocco del turnover, rischiano di ridursi ulteriormente, lasciando i pazienti e le loro famiglie in grave affanno”. Secondo il sindacalista “il problema della Salute Mentale viene gravemente sottovalutato. Eppure la regione Lazio, ancora una volta, decide autonomamente del destino lavorativo del personale sanitario, senza consultare i Sindacati medici di categoria”.

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