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Lunedì 12 OTTOBRE 2015
Bologna. Bimba di 1 mese muore di pertosse. Sotto accusa il calo delle vaccinazioni 

La bimba era ancora troppo piccola per effettuare il vaccino e dunque indifesa di fronte al rischio di contagio del virus che, spiegano i medici del Sant’Orsola, era praticamente stato debellato in Italia, ma ha ripreso a girare a causa del calo delle vaccinazioni. "Vaccinarsi non serve solo a proteggersi, è un atto di responsabilità sociale", afferma la direttrice di microbiologia dell'ospedale, Maria Paola Landini.

Era stata ricoverata in ospedale mercoledì 30 settembre, con quella che sembrava una semplice bronchite. Poi i sintomi respiratori si sono aggravati e gli sforzi dei medici non sono bastati a salvarla. È deceduta così, per pertosse, domenica 4 ottobre, a Bologna, una neonata di 28 giorni. A darne notizia è il quotidiano Repubblica, che sull’accaduto riporta le opinioni dei medici del Sant’Orsola, che mettono sotto accusa il calo delle vaccinazioni. La bimba, infatti, non era ancora in età da vaccino ed era dunque potenzialmente esposta alla malattia, che “era stata praticamente debellata grazie aile vaccinazioni”, spiega la direttrice di microbiologia del Sant'Orsola, Maria Paola Landini, ma che si sarebbe riaffacciata nel nostro Paese a causa, appunto, del calo delle persone vaccinate. Se infatti la pertosse per molti non è rischiosa, per i bimbi più piccoli, non ancora vaccinati, e gli immunodepressi è potenzialmente letale, spiegano gli esperti del Sant'Orsola. Dunque "vaccinarsi non serve solo a proteggersi, è un atto di responsabilità sociale", per evitare di contagiare gli altri, spiega Landini.

“Anche qui in Emilia-Romagna stiamo tornando indietro rispetto a un percorso di civilizzazione che è stato lungo e difficile”, afferma Giacomo Faldella, primario di Neonatologia del Sant'Orsola, riferendosi alle vaccinazioni durante l’infanzia. "Scegliere di non vaccinare i propri figli è un abuso di libertà. Ma anche in termini egoistici e individuali è una scommessa, perché se la maggior parte della popolazione è vaccinata un obiettore non corre troppi rischi, mentre se cresce la quota di bimbi non vaccinati cala l'immunità di gregge". Per Faldella “quello che la gente deve capire, dopo quello che è successo, è che non esiste dubbio in rapporto al vantaggio tra un vaccino e una malattia: i rischi legati al vaccino sono mille volte inferiori".

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