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Mercoledì 30 SETTEMBRE 2015
Dalla Giunta 1,5 mln per il programma di inclusione Prendere il Volo
Il programma è rivolto ai giovani tra i 18 e 25 anni ospiti in comunità residenziali per minori, che al compimento del 18esimo anno di età devono lasciare le strutture anche se non sono ancora in grado di muoversi in autonomia”, e ai minorenni in affido etero familiare o seguiti dal Centro per la Giustizia Minorile, inseriti in comunità ministeriali, comunità alloggio o negli istituti penali per i minorenni.
Un milione e mezzo di euro è stato stanziato dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, per finanziare il programma di inclusione sociale "Prendere il volo", rivolto a giovani, tra i 18 e 25 anni, ospiti in comunità residenziali per minori, che arrivano al compimento del 18esimo anno e che spesso non riescono ad inserirsi nella società, e a minorenni in affido etero familiare o seguiti dal Centro per la Giustizia Minorile, inseriti in comunità ministeriali, comunità alloggio o negli istituti penali per i minorenni.
“Ci sono tanti interventi finanziati dalla Regione e dai Comuni per sostenere e aiutare i minori e le famiglie in difficoltà - spiega l’assessore Arru -. Finora, però, non ci sono state la giusta attenzione o le giuste risposte per il dopo comunità, per accompagnare il ragazzo che non rientra in altri programmi di inclusione. Prendere il volo rappresenta una opportunità per questi ragazzi che lasciano le strutture che li hanno ospitati fino alla maggiore età e non hanno ancora completato il proprio percorso formativo o non riescono a muoversi in autonomia”.
Il programma Prendere il volo, spiega una nota della Regione, individua la presenza del Tutor di intermediazione sociale, figura dotata di qualità personali (maturità affettiva e capacità di prendersi carico dell’altro) e di solida preparazione teorica e tecnica, che accompagna il ragazzo nel proprio percorso di autonomia con l’obiettivo di rafforzarne la capacità di costruirsi una vita indipendente. Per il buon successo del programma, si legge nella delibera, "occorre un lavoro di rete serrato e coeso intorno e insieme al giovane protagonista dell’intervento: tutti gli attori del processo sono chiamati a cooperare attivamente in ogni fase; ciò è reso possibile anche grazie alle strategie di intermediazione sociale messe in atto dal Tutor fra le reti primarie (famiglia, gruppo dei pari, ecc…) e secondarie (comunità locale, scuola, mondo del lavoro, ecc…) dei giovani".
È rivolto a giovani con comprovate difficoltà economiche, senza un idoneo supporto familiare, di età compresa tra i 18 e i 25 anni, che abbiano già raggiunto i pre-requisiti minimi per la vita indipendente e devono completare la fase di transizione verso una più stabile autonomia e integrazione sociale e quindi devono ultimare il percorso scolastico e/o formativo avviato.
Nello specifico il programma è rivolto a giovani che provengono da:
- comunità residenziali per minori e/o giovani adulti,
- una situazione di affido etero familiare.
Il programma “Prendere il volo” si differenzia in relazione al percorso di vita dei destinatari:
- coloro che sono impegnati in attività di studio; giovani che fin dalla minore età frequentano un percorso di studi (scuola superiore e/o corso professionale) e che al compimento del 18o anno deve essere ancora concluso;
- coloro che non sono impegnati in attività di studio; giovani che al compimento del 18o anno di età devono proseguire o avviare un percorso di formazione al lavoro al fine di acquisire competenze professionali, tecniche e trasversali, adeguate.
Per i primi, il finanziamento è sotto forma di contributo finalizzato a sostenere il percorso scolastico e formativo. Per i secondi, il finanziamento si configura come un contributo erogato a chi svolge una attività non retribuita di formazione al lavoro, come nel caso del tirocinio atipico. Tale contributo permetterà ai giovani impegnati in questo percorso di pagare l’alloggio, il vitto e le sue spese personali. Qualora ci siano le condizioni (disponibilità dei giovani e presenza di corsi professionalizzanti nel territorio), nel budget del progetto finanziato si può inserire il costo per un corso di formazione finalizzato all’acquisizione di una qualifica professionale riconosciuta dalla Regione Sardegna.
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