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Venerdì 04 SETTEMBRE 2015
Friuli Venezia Giulia. La voce dei pazienti in un questionario sull’esperienza in ospedale
Il progetto è l'esito di una collaborazione scientifica fra la Scuola superiore Sant'Anna di Pisa e il ministero della Salute canadese. Previste circa 50 domande durante una intervista telefonica da 20 minuti. I quesiti riguardano l'accesso, la comunicazione con gli operatori, l'assistenza, l'attenzione alla persona, il reparto, l'eventuale intervento chirurgico, la dimissione, i bisogni una volta a casa, la qualità complessiva.
"Abbiamo avviato in questi giorni la diffusione di un questionario sull'esperienza dei pazienti dimessi dagli ospedali del Friuli Venezia Giulia. Siamo tra le pochissime Regioni ad avere un'iniziativa del genere, che ha come fine il miglioramento del servizio della nostra sanità attraverso le indicazioni dei cittadini". Lo rende noto l'assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, spiegando che il questionario è frutto di una collaborazione scientifica fra la Scuola superiore Sant'Anna di Pisa e il ministero della Salute canadese e verrà dato in uso alla Regione, nell'ambito di una collaborazione istituzionale avviata con l'istituto pisano.
Si tratta di un questionario strutturato, somministrato con la metodologia Cati-Computer assisted telephone interviewing, ovvero un'indagine quantitativa i cui dati sono analizzabili statisticamente e in cui l'intervista telefonica viene svolta con il supporto del personal computer che guida le domande che l'operatore pone al paziente. "Abbiamo scelto questa procedura in via sperimentale con l'intenzione di estenderla poi in maniera uniforme a tutte le strutture ospedaliere, con un progetto unico che consentirà un notevole ritorno informativo tanto a livello di singoli ospedali quanto a livello del sistema sanitario regionale – spiega – E allo stato attuale sono assai poche le Regioni italiane che hanno un simile piano omogeneo".
Il funzionamento di una struttura complessa, quale è un ospedale, può essere misurato da vari punti di vista: in termini di esiti di salute, di costo, in termini numerico-quantitativi. Ma il rischio è che questi approcci non riportino l'esperienza personale del paziente.
"Gli studi su queste tematiche - sottolinea Telesca - hanno evidenziato la necessità di indirizzare la raccolta di informazioni verso quella che viene definita 'l'esperienza del paziente', che va più in profondità rispetto all'acquisizione del solo livello di gradimento e indaga su elementi specifici per permettere di valutare le procedure operative adottate in quella struttura. E' un sistema - sintetizza Telesca - che 'va incontro' agli utenti, permettendo loro di fare segnalazioni con poco sforzo e in tempi rapidi".
Questa tipologia di informazione si rivela particolarmente utile per migliorare l'organizzazione e negli ultimi tempi si è sempre più diffusa a livello mondiale. "Non si tratta quindi di un giudizio sui singoli operatori, ma di un sistema per migliorare l'organizzazione delle cure, che, come ormai sappiamo, può incidere sul buon esito finale tanto quanto l'abilità dei singoli operatori", afferma l'assessore.
Durante il questionario, raccolto su base volontaria, vengono poste circa 50 domande strutturate durante una intervista telefonica che richiede in media una ventina di minuti. Le domande riguardano l'accesso, la comunicazione con gli operatori, l'assistenza, l'attenzione alla persona, il reparto, l'eventuale intervento chirurgico, la dimissione, i bisogni una volta a casa, la qualità complessiva. L'intervista si svolge successivamente alla dimissione, contattando via telefono il paziente; i questionari vengono poi elaborati dalla Direzione centrale salute. Trattandosi di dati sensibili, saranno garantite tutte le precauzioni per garantire l'anonimato dei partecipanti secondo quanto previsto dalle regole sulla privacy.
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