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Lunedì 24 AGOSTO 2015
Abruzzo. Nursind: “La Regione vuole privatizzare la sanità”
Per il sindacato delle professioni infermieristiche circa 8 milioni di euro saranno distribuiti al privato penalizzando il pubblico. Meglio passare da 4 Asl ad un’unica Asl regionale con aree vaste da individuare con un percorso democratico e con funzioni ben definite e complementari tra di loro.
“Quasi 8 milioni di euro di denaro pubblico andranno ad aiutare le cliniche private, mentre gli ospedali pubblici hanno sempre più rogne e sempre meno risorse per garantire i Lea e diminuire le interminabili liste di attesa”.
È questa la denuncia che arriva dal Nursind della regione Abruzzo che punta il dito verso il decreto 59 del 24 giugno “Schema contrattuale 2014/2015 per la regolamentazione dei rapporti in materia di prestazioni erogate dalla rete ospedaliera privata accreditata-tetti massimi di spesa- modifiche programma operativo2013/2015”.
“Quello che sembra essere il nuovo orizzonte di questa giunta regionale – ha dichiarato Andrea Liberatore, Coordinatore Regionale del Nursind – è quello di voler privatizzare la sanità abruzzese. Dopo gli scandali degli anni passati, che hanno provocato anche la caduta di un’intera giunta, si era cercato di ridurre il finanziamento alle cliniche private, ora però tale tendenza sta cambiando, come mai? Se pubblico e privato devono competere per dare maggiore efficienza agli ospedali, ci si aspetterebbe che ci fossero le stesse regole. Il sistema basato sui Drg già favorisce le strutture private in quanto il binomio tot prestazioni tot rimborsi, incoraggia le suddette strutture a curare soprattutto le malattie che rendono di più, e tante volte altresì i Drg vengono gonfiati per ottenere rimborsi più alti (si stima che l’uso improprio dei Drg costi allo stato 5 miliardi all’anno). Considerando che i grandi traumi della strada, le urgenze, le emergenze, le infezioni da germi difficili, le insufficienze d’organo, l’ Aids, devono sempre e comunque essere curati negli ospedali pubblici e poiché i Drg per chi è più malato non sono remunerativi, se ne deduce che gli ospedali pubblici sono penalizzati, quindi – prosegue – non si vede il motivo per cui una regione come l’Abruzzo che sta per uscire dal commissariamento debba investire sul privato piuttosto che sul già martoriato pubblico. La salute è un bene comune che va tutelato al di là ed al di sopra delle appartenenze politiche.
Per il sindacato delle professioni infermieristiche è necessario passare da 4 Asl ad un’unica Asl regionale con aree vaste da individuare con un percorso democratico e con funzioni ben definite e complementari tra di loro.
“Con la Asl unica, oltre a superare l’annoso disequilibrio costa/zone interne – aggiunge il coordinatore regionale – si eviterebbero diseconomie, doppioni, sovrapposizioni e si andrebbero ad istituire, attraverso la razionalizzazione dell’offerta sanitaria, uniche eccellenze regionali, per garantire ai cittadini un servizio sanitario efficace e stimolare la mobilità attiva verso la nostra Regione. Inoltre questa Giunta dovrebbe far sì che le competenze del privato debbano potersi integrare con quelle degli ospedali pubblici, vincolando il sistema alle regole delle evidenze scientifiche ed investendo le risorse economiche soprattutto sul territorio, andando a filtrare tante prestazioni che non fanno altro che ingolfare gli ospedali pubblici. Così – conclude – non ci sarebbero più a pochi chilometri l’una dall’altra cliniche private ed ospedali pubblici che erogano le stesse prestazioni e si potrebbe garantire ai cittadini cure sempre migliori”.
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