quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Lunedì 24 AGOSTO 2015
Diabete. Ti ammalerai entro cinque anni? Possibile prevederlo con un semplice test. Pubblicati i dati di uno studio italiano
Grazie al test di carico orale di glucosio è possibile individuare una nuova categoria di soggetti con ‘pre-diabete’, i cosiddetti ‘NGT-con alta glicemia ad un’ora’, che presenta un rischio aumentato del 400% di sviluppare un diabete conclamato entro i successivi 5 anni. I dati dello studio condotto dalla Società Italiana di Diabetologia, pubblicati sulla rivista JCEM
Prevedere la comparsa di diabete entro i prossimi 5 anni, anche in soggetti finora ritenuti non a rischio, si può. Basta un test economico e comunemente impiegato, noto come curva glicemica. Lo dimostra uno studio italiano, condotto da Giorgio Sesti, presidente eletto della Società Italiana di Diabetologia, insieme ai ricercatori dell’Università ‘Magna Graecia’ di Catanzaro e dell’Università di Roma Tor Vergata.
Lo studio, pubblicato sulla rivista “Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism”, organo ufficiale della Società di Endocrinologia Americana, ha come primo autore la dottoressa Teresa Vanessa Fiorentino, che ha svolto parte della sua attività di ricerca grazie a una borsa di studio per l’estero finanziata dalla Società Italiana di Diabetologia (Sid).
I risultati hanno permesso di individuare con un semplice test di uso comune, il test da carico di glucosio o curva glicemica, una nuova categoria di soggetti con “pre-diabete”, i cosiddetti “NGT-con alta glicemia ad un’ora”, che presenta un rischio aumentato del 400% di sviluppare un diabete conclamato entro i successivi 5 anni. Una categoria di soggetti finora invisibili alle strategie di prevenzione che invece meritano attenzione come “sorvegliati stretti”.
“Questa ricerca – spiega Giorgio Sesti – ha dimostrato che le persone con normale tolleranza glucidica, ma con valori di glicemia maggiori di 155 mg/dl, un’ora dopo l’assunzione di una bevanda contenente 75 gr di glucosio (test da carico orale di glucosio, OGTT) hanno un rischio maggiore di sviluppare il diabete mellito tipo 2, rispetto a quelli con alterata glicemia a digiuno (IFG- ImpairedFastingGlucose), una condizione considerata a rischio secondo le linee guida internazionali e caratterizzata da un valore di glicemia a digiuno compreso tra 100 e 125 mg/ml. Il nostro studio dimostra che – prosegue Sesti – rispetto ai soggetti con alterata glicemia a digiuno (IFG), le persone con normale tolleranza glucidica, ma con valori di glicemia 1 ora dopo carico orale di glucosio maggiori di 155 mg/dl (‘NGT-alti ad un’ora’), presentano due aspetti patogenetici, tipici del diabete tipo 2, ovvero: una riduzione della sensibilità insulinica e una ridotta funzione secretoria da parte delle beta cellule pancreatiche”.
I ricercatori hanno seguito per oltre 5 anni un gruppo di soggetti che partecipano allo studio CATAMERI (CATAnzaroMEtabolicRIskfactors) e hanno osservato che le persone con normale tolleranza al glucosio, ma valori di glicemia, un’ora dopo il carico orale di glucosio superiori a 155 mg/dl mostravano un aumento del 400% del rischio di sviluppare diabete rispetto ai soggetti di controllo con normale tolleranza al glucosio e valori di glicemia 1 ora dopo carico orale di glucosio inferiori a 155 mg/dl (‘NGT-con bassa glicemia ad un’ora’); il rischio di sviluppare diabete, per le persone con alterata glicemia a digiuno (IFG) è risultato invece aumentato del 90%.
“L’importanza del nostro studio – aggiunge Sesti – è di avere fatto emergere una condizione di rischio per diabete tipo 2, in un gruppo di persone considerate a basso rischio di diabete tipo 2 secondo le attuali linee guida. L’utilizzo a scopo diagnostico dei valori della glicemia, ad un’ora dall’assunzione di un carico orale standard di glucosio (75 grammi) è già consolidato per la diagnosi del ‘diabete gestazionale’, il diabete cioè che compare durante una gravidanza, che rappresenta una condizione di rischio sia per la gestante che per il feto. Lo studio appena pubblicato fa seguito ad una serie di altre nostre ricerche, che hanno dimostrato come questa condizione di elevata glicemia, un’ora dopo carico standard di glucosio, sia associata a un peggiore profilo di rischio cardio-vascolare. L’aspetto nella pratica clinica più rilevante – prosegue Sesti – è che la misurazione della glicemia, un’ora dopo carico orale di glucosio (in aggiunta alle due misurazioni che abitualmente si eseguono ovvero la glicemia a digiuno e quella a 2 ore), consente di identificare persone a rischio di diabete tipo 2, che sarebbero altrimenti ignorate nel tempo e private di indicazioni utili a modificare lo stile di vita e a prevenire lo sviluppo della malattia. Il tutto con un test ambulatoriale, comunemente eseguito e dai costi assai limitati”.
Lo studio in dettaglio. Le persone con una normale tolleranza al glucosio ma con valori di glicemia uguali o superiori a 155 mg/dl (‘NGT-con alta glicemia ad un’ora’), mostrano un profilo di rischio cardio-metabolico intermio tra le persone con una normale tolleranza al glucosio e quelle con un’alterata tolleranza al glucosio (IGT). I ricercatori italiani sono andati dunque a vedere se i soggetti ‘NGT-con alta glicemia ad un’ora’, presentassero diverse caratteristiche cardio-metaboliche e un aumentato rischio di diabete di tipo 2, rispetto ai soggetti con semplice alterazione della glicemia a digiuno (IFG). A tale scopo è stata effettuata un’analisi trasversale su 595 soggetti non diabetici tutti sottoposti ad un test da carico di glucosio e ad un clamp euglicemico iperinsulinemico.
È stata inoltre effettuata un’analisi longitudinale su 392 individui, che sono stati inoltre riesaminati dopo un follow up di 5,2 ±0,9 anni. I soggetti ‘NGT-con alta glicemia ad un’ora’ presentavano una significativa riduzione della sensibilità periferica all’insulina e della funzione delle cellule beta pancreatiche, rispetto sia ai ‘NGT-con bassa glicemia ad un’ora’, che ai soggetti IFG. Tra i 392 soggetti inclusi nell’analisi longitudinale, il tasso di incidenza di diabete di tipo 2, nel periodo di follow up è stato del 2,9% nei soggetti ‘NGT-con bassa glicemia ad un’ora’, del 16,7% nei soggetti ‘NGT-con alta glicemia ad un’ora’, del 12,5% nei soggetti IFG e infine del 31,4% nei soggetti IGT. In altre parole, i soggetti ‘NGT-con alta glicemia ad un’ora’ avevano un rischio 4 volte maggiore rispetto ai normoglicemici di presentare un diabete conclamato entro i successivi 5 anni; per quelli con IGT il rischio era 6-7 volte maggiore.
I risultati dell’OGTT normalmente vengono letti a due ore dall’assunzione di un carico orale di glucosio (75 gr di glucosio disciolti in acqua) ed evidenziano tre tipi di risposta: ‘diabete’ se a due ore la glicemia è ≥ 200 mg/dl; alterata tolleranza al glucosio (IGT o ‘pre-diabete’) se la glicemia a due ore è compresa tra 140 e 199 mg/dl; normale tolleranza al glucosio se la glicemia dopo due ore dal carico orale è < 140 mg/dl.
© RIPRODUZIONE RISERVATA