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Venerdì 21 AGOSTO 2015
Toscana. Gelli (Pd): “Forti dubbi su proposta di introdurre geriatri nelle Rsa”
Così il responsabile sanità del Pd ha commentato la mozione promossa dal M5S e approvata nelle scorse settimane dalla commissione sanità della Regione. "Le Rsa sono centri a bassa intensità di cura nei quali i pazienti vengono assistiti dai medici di famiglia. La presenza dei geriatri è già prevista in caso di necessità. Siamo sicuri che rompendo questo schema si andrebbe a risparmiare e migliorare l’assistenza per questi pazienti?".
"La proposta del M5S di introdurre la figura del geriatra nelle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) per la cura dei pazienti anziani e cronici non tiene conto della filosofia alla base di questa strutture. In maniera semplicistica potremmo pensare che per curare i pazienti anziani sia giusto rivolgersi ai geriatri, ma la realtà è ben più complessa. Le Rsa sono centri a bassa intensità di cura pensati come, ad esempio, gli ospedali di comunità. Proprio per questo i pazienti vengono assistiti da quello che era il loro medico di famiglia prima del ricovero o da quello della zona nella quale è ubicata la struttura assistenziale. C’è poi da aggiungere che la presenza dei geriatri è comunque già prevista: in caso di reale necessità, infatti, sono gli stessi medici di famiglia a richiedere la presenza di specialisti per intervenire su quei pazienti che necessitano di un assistenza più particolare”. Così il responsabile sanità del Pd, Federico Gelli, è intervenuto sulla mozione promossa dal M5S e approvata dalla commissione sanità della Regione Toscana, impegna la Giunta a valutare l’opportunità di introdurre la figura del “medico geriatra di Residenza sanitaria assistita” (Rsa).
“Infine, va ricordato che l’attuale meccanismo funziona grazie ad una convenzione vigente con i medici di medicina generale che, a fronte di un obbligo di almeno una visita al mese per ogni assistito, si vedono riconosciuti 17 euro lordi mensili. Siamo sicuri che rompendo questo schema si andrebbe a risparmiare e migliorare l’assistenza per questi pazienti? Su questo nutro forti dubbi”, conclude Gelli.
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