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Lunedì 03 AGOSTO 2015
Friuli VG. Nasce la “Filiera del rene”

La filiera, ha spiegato l’assessore Telesca, avrà l'obiettivo di “favorire una presa in carico complessiva" della persona colpita da Malattia Renale Cronica garantendo "il miglior percorso clinico-assistenziale ai pazienti attraverso la valorizzazione delle competenze a indirizzo nefrologico in ambito regionale".

Via libera della Giunta regionale del Friuli venezia Giulia, su proposta dell'assessore alla Salute Maria Sandra Telesca, dall’istituzione, nell'ambito della Rete per la presa in carico delle gravi insufficienze d'organo, la Filiera Rene. "La filiera ha l'obiettivo – ha spiegato Telesca in una nota - di favorire una presa in carico complessiva della persona colpita da Malattia Renale Cronica (MRC) per rallentare il decorso della patologia, ridurre le morti evitabili e le gravi disabilità, garantendo inoltre il miglior percorso clinico-assistenziale ai pazienti attraverso la valorizzazione delle competenze a indirizzo nefrologico in ambito regionale".

La MRC è definita come una condizione di alterata funzione renale che colpisce il 10-15 per cento della popolazione nei paesi industrializzati ed è causa di numerose complicanze, elevata mortalità cardiovascolare, declino della qualità della vita dei pazienti, oltre che di notevoli costi sanitari e sociali. È una patologia multifattoriale che coinvolge tutti gli organi e apparati, pertanto la prevenzione e il trattamento richiedono un approccio multidisciplinare che integra modificazioni del regime dietetico e dello stile di vita con terapie farmacologiche. Sia negli stadi precoci che quelli più avanzati, la MRC coinvolge le competenze di un ampio spettro di operatori sanitari.

Il documento approvato dalla Giunta, spiega la nota dell’assessorato, prevede che l'assistenza al paziente con MRC debba essere garantita da una rete di strutture capillarmente distribuite sul territorio regionale, articolate in un network assistenziale stabile, con presa in carico del paziente con livelli assistenziali crescenti: ambulatoriale e di dialisi, day hospital e degenza ordinaria, in grado di gestire anche le fasi critiche di malattia. La funzione di emodialisi deve essere garantita oltre che nei presidi ospedalieri spoke e hub, anche nei presidi ospedalieri riconvertiti per lo svolgimento di attività distrettuali sanitarie e sociosanitarie.

Inoltre, la rete deve operare in maniera tale da ritardare il più possibile l'invio dei pazienti in dialisi, privilegiando il trapianto per gli esiti in termini di sopravvivenza, qualità della vita e costi. In particolare, il trapianto da vivente è l'opzione in assoluto superiore che deve essere proposta a tutti i pazienti e solo in carenza di un donatore si opta per altra terapia sostitutiva. Laddove possibile, la rete deve favorire l'implementazione di trattamenti specifici come la dialisi peritoneale negli stadi avanzati di malattia, garantendo la presa in carico in un contesto domiciliare che non interrompa la vita del paziente (domicilio, strutture residenziali per anziani e RSA).

Le strutture o nodi della rete che concorrono ad assicurare, alle persone affette da patologia renale, l'inquadramento nei percorsi assistenziali più appropriati al quadro clinico presente sono: medici di medicina generale e pediatri di libera scelta; Nefrologie e Servizi di Dialisi; Anatomie Patologiche per la diagnosi nefro patologica; Clinica chirurgica e la Nefrologia e Dialisi del presidio Santa Maria della Misericordia di Udine garantiscono in collaborazione e integrazione con il Centro Regionale Trapianti le funzioni connesse all'attività di trapianto che includono la selezione e preparazione dei pazienti, gestione liste d'attesa, la chirurgia trapiantologica e il follow up in stretta collaborazione con le strutture ospedaliere di provenienza del paziente.

La funzione di coordinamento della filiera viene affidata alla Commissione regionale di coordinamento per l'attività di nefrologia, dialisi e trapianto di rene, costituita da professionisti della regione con diversi profili professionali (nefrologo, infermiere, medico di medicina generale, chirurgo trapiantologico) e dai rappresentanti delle associazioni.

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