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26 LUGLIO 2015
Repubblica intervista il nuovo Commissario alla spending e spara il titolone: “10 miliardi di tagli alla sanità”. Ma le cose non stanno proprio così

Sul quotidiano romano di oggi ampio risalto all'intervista al commissario alla spending review Yoram Gutgeld che parla delle misure di risparmio in programma per la sanità. Dagli ospedali con i conti in rosso, alla medicina difensiva fino agli acquisti. Tutte misure già in cantiere e già concordate insieme al Ministro della Salute i cui effetti, lo ricorda lo stesso Gutgeld, saranno in parte reinvestiti in sanità. E allora perché quel titolo?

Al ministero della Salute si dicono tranquilli, e proprio per questo non ci saranno né smentite, né precisazioni. Quel titolo di Repubblica viene infatti considerato sostanzialmente fuorviante, perché l'intervista dice altro e perché il ministro Lorenzin si è già incontrata con Gutgeld per concordare il piano d'azione per la sanità in linea con il Patto per la Salute.
 
E sì, perché la prima cosa che abbiamo fatto stamattina, dopo aver letto il titolo dell'ampia intervista a Repubblica del commissario alla spending review Yoram Gutgeld, da sempre vicinissimo al premier Matteo Renzi, che spara un “Tagli sulla sanità, così risparmiamo 10 miliardi”, e averlo confrontato con il contenuto della stessa intervista dove di quei 10 miliardi di tagli alla sanità non si parla affatto, è stata quella di verificare con il ministero quale fosse stata la loro reazione. Una reazione, come abbiamo visto, sotanzialmente serena. Ma certo quel titolo qualche problema di percorso siamo certi che lo creerà.
 
In ogni caso, come dicevamo, leggendo bene l’intervista al responsabile della revisione della spesa, di tagli alla sanità nei termini espressi nel titolo non c'è traccia. Intanto i 10 miliardi si riferiscono al complesso dei risparmi che si spera di conseguire con la spending e non solo alla sanità. E poi, a parte ciò, le misure citate da Gutgeld non sono una novità e molte sono già in atto.
 
Ed è lo stesso commissario a spiegarlo quando afferma che non si parte “da zero” e che già ci sono le misure del Patto per la Salute “che prevede uno sforzo di efficientamento che produrrà risorse destinate ad essere reinvestite nella sanità oltre che essere utilizzate per raggiungere gli obiettivi di finanza pubblica”. “Abbiamo complessivamente un ottimo sistema sanitario - aggiunge poi Gutdeld - ma esistono spazi di miglioramento. Abbiamo ospedali gestiti bene ed altri meno bene con squilibri nella gestione economica di decine di milioni. Noi crediamo che sia giusto prevedere che questi ospedali facciano uno sforzo per equilibrare la gestione economica nell’arco di un determinato numero di anni”.
 
Altro capitolo che sarà toccato riguarda la medicina difensiva, del resto anche questa oggetto di impegni nell'ultima intesa Stato Regioni del 2 luglio scorso. “È un fenomeno che già si è verificato negli Usa portando un notevole aumento dei costi oltre che riluttanza dei medici ad operare in situazione rischiose o complicate. Su questo fronte c’è già un lavoro del ministero che vorremmo accelerare”. E poi gli acquisti. “È una vecchia storia ma ora la risolviamo. Le stazioni appaltanti da giovedì scorso sono una trentina, una per regione più quelle delle città metropolitane. Da settembre lavoreremo sul calendario delle gare nazionali e regionali a partire da gennaio 2016”.
 
In sostanza sono tutte misure già messe in cantiere
 e in questo quadro, come dal ministero ci è stato confermato, ampiamente discusse con il ministro Lorenzin che si è incotrata più volte con Gutgeld per tracciare una rotta comune per produrre risparmi di spesa senza intaccare i servizi.
 
Tutto bene quindi? Vedremo. Perché se quel titolo non ha convinto neanche noi e certamente non rispecchia quanto si sta facendo è anche vero che quella puntualizzazione di Gutdeld, laddove spiega che in ogni caso parte dei risparmi del Patto per la Salute dovranno essere utilizzati "per raggiungere gli obiettivi di finanza pubblica", fa capire che nella prossima legge di stabilità non si può escludere a priori che anche la sanità sia chiamata ancora una volta a dare un contributo, da aggiungere ai 2,352 miliardi di tagli al fondo sanitario della manovrina d'estate. Un'ipotesi, questa, che ha trovato di fatto una conferma nelle dichiarazioni nel pomeriggio all'Ansa del ministro Lorenzin che non ha escluso che una parte dei risparmi del Patto per la Salute "potrebbe essere usata per il taglio delle tasse" fin dalla prossima legge di stabilità.

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