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Lunedì 20 LUGLIO 2015
Certificati medici sportivi. I pediatri a Lorenzin: “Eliminare obbligo per bambini sotto i 6 anni”
I pediatri di Fimp, Sip e Acp scrivono al Ministro della Salute in tema di certificati medici anche alla luce dell’ultima circolare. “La nebulosa definizione di ‘attività sportiva non agonistica’, l’obbligo di un Elettrocardiogramma e i costi derivanti, hanno reso complesso e più difficile l’approccio alla attività motoria organizzata, specialmente per i bambini delle fasce sociali più disagiate”. LA LETTERA
Certificati medici e sport. I pediatri scrivono al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin e chiedono di “liberare da qualsiasi obbligo certificativo tutte le attività motorie organizzate nella prima infanzia almeno fino ai 6 anni”. Nella lettera firmata dal presidente Fimp, Giampietro Chiamenti, dal presidente Sip, Giovanni Corsello e dal presidente di Acp, Paolo Siani si segnala come “la nebulosa definizione di ‘attività sportiva non agonistica’, l’obbligo di un Elettrocardiogramma per il rilascio della certificazione relativa (che non ha riscontro nella letteratura scientifica pediatrica internazionale) e i costi derivanti, hanno reso complesso e più difficile l’approccio alla attività motoria organizzata, specialmente per i bambini delle fasce sociali più disagiate”.
“E’ noto – rilevano i pediatri - che quasi tutte le palestre, piscine e circoli sono affiliati al CONI e quando organizzano corsi di varia tipologia tesserano d’ufficio i praticanti a prescindere dall’età e dal tipo di impegno Signor Ministro, penso Lei condivida quanto sia paradossale e difficile da giustificare alla mamma di un lattante di 9 mesi che inizia un corso di acquaticità la necessità per legge di ECG e certificato non agonistico per il semplice fatto che iniziando il corso viene automaticamente tesserato dalla piscina, essendo questa affiliata per motivi di opportunità amministrativa”.
Queste le ragioni per cui i pediatri chiedono al Ministro di "riesaminare la questione che ha forti implicazioni sociali anche per i costi connessi non previsti nei LEA, allontanando le famiglie dall’offrire l’opportunità di praticare attività motoria organizzata ai propri figli".
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