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Martedì 14 LUGLIO 2015
Autismo. L’Italia amplia la sua rete di ricerca con la partnership Iss e Fondazione “I bambini delle fate”. Il Nida entra nella rete europea

Ricciardi: “La partnership con il privato ci aiuta a sfidare l’autismo e a rafforzare le reti della ricerca”. La rete di ricerca coordinata dall’Iss che prevede la sorveglianza e la valutazione del neurosviluppo di neonati a basso e ad alto rischio sarà estesa, nel 2016, al Piemonte e, successivamente, in altre Regioni

La ricerca italiana sulla diagnosi precoce dell’autismo è al suo giro di boa. Il Nida, il Network Italiano per il riconoscimento precoce dei Disturbi dello Spettro Autistico, promosso dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm) dell’Iss, entra a pieno titolo nella rete di ricerca europea. Ma non solo, grazie alla partnership tra l’Istituto Superiore di Sanità e la Fondazione “I bambini delle fate”, la ricerca potenzia e amplia la sua attività: un contributo di centomila euro messo sul piatto dalla Fondazione consentirà, a partire dal prossimo anno, di allargare la rete per la diagnosi precoce anche al Piemonte e, successivamente, ad altre Regioni. Un finanziamento che la Fondazione, con il contributo degli imprenditori italiani, è pronta a raddoppiare per consentire la crescita della conoscenza e della salute.
 
Gli obiettivi raggiunti dalla ricerca italiana sono stati presentati questa mattina nel corso di una conferenza stampa all’Iss, che conclude oggi la sua fase di commissariamento..
 
“Grazie alla rete italiana siamo oggi riusciti a diagnosticare precocemente circa il diciassette per cento di casi di disturbi dello spettro autistico e ritardo nello sviluppo del linguaggio nei bambini monitorati – ha spiegato Walter Ricciardi, Commissario dell’Istituto Superiore di Sanità – ma l’obiettivo è quello di fornire un modello efficace da applicare ogni volta che si presenta una situazione a rischio. I successi ottenuti finora da questo network ci hanno permesso di entrare in un progetto europeo che finanzia i maggiori esperti internazionali in grado di fare ricerca sull’identificazione dei segni precoci di autismo e di sindrome dell’iperattività (Adhd). Una rete – continua Ricciardi – che nel nostro Paese diventa più forte e oggi si amplia anche grazie al sostegno dei Bambini delle Fate che con centomila euro permetterà di allargare per il prossimo anno la rete anche in Piemonte e, successivamente, in altre regioni. Ecco come pubblico e privato possono costituire un binomio virtuoso, a servizio della salute di tutti”.
 
Il network coordinato dall’Iss - che prevede la sorveglianza e la valutazione del neurosviluppo di neonati a basso e ad alto rischio - si avvale della collaborazione dei centri clinici e di ricerca italiani più importanti in questo settore, tanto che l’ingresso dell’Italia nella rete europea, oltre a consentire di allargare il campione per consolidare meglio i risultati ottenuti, permetterà ai partner europei di usufruire della esperienza dei ricercatori italiani nella valutazione del repertorio vocale e motorio dei neonati. 
Inoltre i finanziamenti che arrivano dal privato consentiranno di ampliare il campione oggi costituito da circa 100 bambini, con l’obiettivo di reclutare almeno altri 50 bambini l’anno. In particolare è previsto lo studio e l’osservazione di alcuni indici, quali il pianto neonatale, la motricità spontanea e l’attenzione verso stimoli sociali, nel primo anno di vita di questi bambini.
 
“Riconoscere precocemente significa intervenire precocemente, riducendo così l'impatto di tali disturbi nella vita dei bambini e dei loro familiari – ha aggiunto Maria Luisa Scattoni, ricercatrice del Dipartimento di Biologia Cellulare e Neuroscienze – e il potenziamento di questo network ci permetterà non solo di diffondere su tutto il territorio italiano il protocollo di valutazione, ma anche di identificare marcatori precoci, anche biologici, e validati scientificamente su un vasto campione di bambini”.
 
I primi risultati dello studio hanno, infatti, evidenziato come i bambini colpiti da questi disturbi presentino, già nelle prime settimane di vita, alcune anomalie nel pianto e nel movimento spontaneo. Se questi dati venissero confermati in un più ampio campione, ha aggiunto Scattoni, e sarà possibile associare tali anomalie ad alcune caratteristiche cliniche e biologiche dei pazienti presi in esame, potrà essere attivato un monitoraggio per la loro identificazione precoce, già nel primo anno di vita, ed attivato un intervento precoce che sia il più possibile intensivo e individualizzato. L’obiettivo è individuare marcatori comportamentali, come ad esempio il pianto anomalo o alcuni movimenti del corpo, e associarli con un marcatore biologico per consentire in futuro di cambiare il destino dei bambini colpiti da autismo. Ma per il momento, ricorda Scattoni, il punto nodale “è la precocità della diagnosi che consente di limitare i danni provocati dal perpetuarsi di questa patologia”.
 
“La nostra Fondazione ha finanziato fino ad oggi progetti per cinque milioni di euro in dieci anni – ha affermato Franco Antonello, Presidente dell’Associazione I bambini delle fate – lo facciamo coinvolgendo il mondo delle imprese, oltre seicentocinquanta in tutta Italia che hanno scelto di sostenere i nostri progetti rendendo pubblici costantemente i destinatari dei nostri finanziamenti e i nomi dei responsabili destinatari dei nostri progetti. Non accettiamo né sms solidali né a donazioni occasionali, la nostra forza sono i contributi che gli imprenditori si impegnano ogni mese e per anni a versare per sostenere progetti specifici. Se si vuole garantire il sociale bisogna gestirlo come un’impresa. Abbiamo scelto l’Istituto Superiore di Sanità per l’importanza degli obiettivi che si propone la costruzione di questa rete e perché con questo progetto la Fondazione si apre anche a una prospettiva europea tanto che la nostra intenzione è quella di raddoppiare l’investimento nel prossimo anno. Lo facciamo – ha concluso – anche perché l’autismo ha bisogno di una rete attraverso la quale creare una cultura su questa problematica perché serve un’integrazione reale che spezzi il silenzio e sostenga le famiglie nell’amare e crescere i loro figli”.

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