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Martedì 07 LUGLIO 2015
Piemonte. Città della Salute. Impiantato per la prima volta in Italia un sistema che blocca sul nascere epilessia

L'intervento è stato effettuato presso a Neurochirurgia dell'ospedale Molinette. Il nuovo sistema consiste in uno  stimolatore di nome 'Aspire' e, come un pacemaker cerebrale, consente di modificare la reattività delle cellule nervose nelle zone cerebrali interessate dall'epilessia, mediante la stimolazione costante del nervo vago.

Per la prima volta in Italia è stato eseguito un intervento neurochirurgico innovativo per il trattamento dell'epilessia farmacoresistente, presso la Neurochirurgia dell'ospedale Molinette della Città della Salute, diretta da Alessandro Ducati. L’innovazione applicata pochi giorni fa consiste in un rivoluzionario stimolatore di nome 'Aspire'.

Questo sistema, simile ad un pacemaker cerebrale, consente di modificare la reattività delle cellule nervose nelle zone cerebrali interessate dall'epilessia, mediante la stimolazione costante del nervo vago. Rispetto al precedente, questo sistema è in grado addirittura di bloccare le crisi epilettica sul nascere, erogando un surplus di stimoli proprio all’inizio della crisi stessa e questa si spegne senza dare problemi. Infatti è in grado di riconoscere autonomamente l’inizio della crisi epilettica mediante l’analisi dell'elettrocardiogramma incorporato, e quindi di far partire stimoli che bloccano la crisi. Perchè l'inizio della crisi epilettica corrisponde ad un aumento della frequenza cardiaca. Una vera e proria svolta per questa patologia, che verrà utilizzata soprattutto nei bambini.

L'impianto è stato realizzato su una bimba di 4 anni di Milano, che ha visto così aprirsi una prospettiva di speranza per una migliore qualità di vita. L'intervento è tecnicamente riuscito.  L’epilessia è una malattia invalidante, caratterizzata dall'insorgenza accessuale di sintomi motori (clonie, movimenti involontari) e psichici (dalla perdita di contatto con l’ambiente fino al coma), senza che il paziente possa far nulla per arrestarli. In molti casi i farmaci riescono a controllare la malattia ma, in una significativa percentuale di pazienti (circa il 30%), questo non è possibile, e la qualità della vita del paziente ne viene gravemente compromessa: questa è la cosiddetta epilessia farmacoresistente.
 

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