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14 GIUGNO 2015
“Sono malato anch’io”. Celebrato 35ennale del Tdm-Cittadinanzattiva. “Crisi non soffochi Ssn. Via super ticket”
Questo il messaggio lanciato dal coordinatore nazionale, Tonino Aceti, durante la relazione di apertura delle celebrazioni dei 35 anni dell'organizzazione svoltesi oggi in Campidoglio. Lanciate le linee guida della sfida per i prossimi anni: la difesa del Ssn. "I cittadini hanno spesso bisogno di compensare di tasca propria per ottenere i servizi: a rischio esistenza e sostenibilità Ssn".
“Questa giornata rappresenta non solo la celebrazione di trentacinque anni di impegno del Tribunale per i diritti del malato nell’affermazione e nella tutela dei diritti delle persone, ma una ripartenza per proteggere, rilanciare ed ammodernare il Servizio Sanitario Pubblico al fine di renderlo più forte, più accessibile e più vicino ai bisogni dei cittadini. La prima richiesta che poniamo al Governo è quella di abrogare il super ticket di 10 euro sulla ricetta, una vera e propria tassa sulla salute”. Queste le dichiarazioni di Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, durante la relazione di apertura delle celebrazioni dei 35 anni dalla fondazione dell’organizzazione, in corso oggi al Campidoglio, aperte da una manifestazione simbolica sui 14 diritti della Carta europea dei diritti del malato, come sostegno del Ssn bene comune. L’evento ha ottenuto il Patrocinio del Ministero della Salute, Senato della Repubblica e Conferenza delle Regioni.
Durante la mattinata si sono susseguiti interventi di molte personalità che hanno ricordato le battaglie condivise in questi anni, il cambiamento impresso dal TDdmnel ruolo dei cittadini nella sanità, e le sfide future per l’associazione e per il Ssn. La relazione di Aceti ha ripercorso appunto i principali risultati conseguiti in questi anni, dalla prima “carta dei 33 diritti del malato” sancita nel 1980, alla prima legge quadro sui diritti del malato presentata nel 1986 grazie a un vasto sostegno parlamentare, nonché alle prime azioni dei volontari del Tdm che, armati di macchina fotografica, testimoniavano lo stato di un nascente SSN in cui i cittadini erano percepiti come “ospiti” e non “padroni di casa”.
Il discorso ha anche ricordato altri importanti risultati ottenuti a favore di tutti: la legge 80/2006 per escludere dalle visite di controllo annuali per l’invalidità civile chi ha una patologia cronica, ingravescente e non regredibile; la 38/2010 sulla terapia del dolore e le cure palliative, con cui si è riconosciuto che “non soffrire è un diritto di tutti”; l’audit civico, una metodologia di valutazione dei servizi sanitari in cui i cittadini hanno un ruolo diretto, e che è stato riconosciuto dal Ministero della Salute e dall’Agenas; la 210/92 che ha riconosciuto il diritto all’indennizzo per le persone che avevano contratto malattie in seguito a trasfusioni da sangue infetto; le battaglie per la lotta alle liste di attesa e il diritto ad ottenere prestazioni in intramoenia, senza costi aggiuntivi per i cittadini, quando i tempi sono troppo lunghi; l’art. 14 del dlgs 502/92 con cui si ribadisce il diritto alla partecipazione come parte integrante della riforma sanitaria e le organizzazioni dei cittadini come attore nella governance del sistema. Ancora: la creazione di una fonte di informazione stabile basata sui cittadini: la relazione PiT Salute, giunta alla 18ma edizione; la creazione di un Osservatorio civico sul federalismo in sanità, con un Rapporto che annualmente fotografa il Ssn dal punto di vista dei cittadini e gli effetti di un federalismo sanitario senza guida.
Aceti ha poi lanciato le linee guida della sfida per i prossimi anni: la difesa del Ssn. “Esiste una responsabilità dell’attuale generazione della classe dirigente - politica, amministrativa, professionale, civica, delle imprese - di consegnare alle generazioni future un bene comune, una conquista irrinunciabile e una necessità qual è il Ssn, integro nei suoi principi fondamentali, e ci auguriamo migliore. Non dobbiamo soffocare in nome della crisi economica e del rigore dei conti, la domanda impellente di vecchi e nuovi diritti e di un Servizio Sanitario Pubblico più forte, efficiente ed efficace. E facciamo nostre le conclusioni alle quali giunge la Commissione Igiene e Sanità del Senato in una sua recente Indagine Conoscitiva sulla sostenibilità del Ssn: non vi è alcuno standard su quanto un paese dovrebbe spendere per la salute. La scelta riflette la storia, i valori e le priorità di ciascuno. Il Sistema è tanto sostenibile quanto noi vogliamo che lo sia. In altre parole stiamo parlando di una scelta che è prima di tutto politica. L’ammodernamento e la riorganizzazione del SSN deve essere guidata da un principio semplice ma allo stesso modo rivoluzionario come la centralità del malato, dei suoi bisogni e non di altri interessi, che nulla hanno a che vedere con il servizio di cura e assistenza e produzione di salute che al Ssn è affidato”.
La realtà dei cittadini di oggi è che hanno spesso bisogno di compensare di tasca propria per ottenere i servizi: costi privati crescenti e ticket che spesso rendono più conveniente rivolgersi al privato, creando un danno al SSN e minandone ancora una volta la sua esistenza e sostenibilità.
Quasi un quarto dei cittadini, secondo i dati del Rapporto PiT Salute 2014 del Tdm-Cittadinanzattiva, ha difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie, e questa percentuale nel 2013 (23,7%) è cresciuta del + 2,7% rispetto al 2009 (21%) e di ben il 5,3% rispetto al 2012. È quanto emerge dalle oltre 24 mila segnalazioni che ogni anno giungono al nostro servizio di consulenza, tutela ed informazione PIT Salute e alle sedi territoriali del Tribunale per i diritti del malato. Ad allontanare sempre più i cittadini dalle cure e dalla sanità pubblica sono le liste di attesa (problema segnalato dal 58,5%) ed i ticket, visto che quasi un terzo dei cittadini (31,4%) nel 2013 ne ha lamentato il peso eccessivo (+21% rispetto al 2012). Sui tempi di attesa, basta segnalare che per una mammografia nel 2013 si attendeva in media 14 mesi, contro i 13 mesi del 2012 e gli 11 mesi del 2011; per una colonscopia si è passati dagli 8 mesi di attesa nel 2011 ai 9 mesi del 2012 agli 11 mesi del 2013; tempi di attesa quasi raddoppiati per l’ecodoppler, dai 6 del 2011 ai 10 del 2013.
Dopo le difficoltà di accesso, i cittadini lamentano le carenze dell’assistenza territoriale (15,6%) di cui un quarto fanno riferimento all’assistenza ricevuta da medici di base e pediatri (+2,3% rispetto al 2012). In crescita anche le segnalazioni sull’assistenza ospedaliera che passano dal 9,9% del 2012 al 13,1% del 2013; in questo ambito crescono soprattutto le segnalazioni sull’area della emergenza-urgenza (dal 40 al 47,7%).
Anche il Rapporto Annuale Istat 2015 mostra che il 9,5% della popolazione (9% nel 2014) non ha potuto fruire di prestazioni garantite dal Servizio sanitario pubblico per motivi economici o per liste di attesa troppo lunghe, con difficoltà crescenti nel mezzogiorno dove la quota di chi rinuncia è del 13,2%.
“La stagione dei tagli lineari è tutt'altro che terminata e la si tenta di mascherare con stravaganti definizioni come “mancato aumento del Fsn”, che offendono l'intelligenza di tutti, specie di chi ha a cuore il Ssn. Le evidenze sono l'Intesa Stato-Regioni febbraio 2015 e il DEF 2015 che sanciscono il taglio di 2,5 mld di euro al Fondo Sanitario nel 2015 e 2016, e portano il rapporto spesa sanitaria-Pil al 6,6% nel 2020 (6,8% nel 2015). I ticket continuano a crescere: +25% dal 2010 al 2013 ed un ulteriore +1,1% nel 2014”, commenta Aceti. Il Ministero della Salute, dal canto suo, certifica il calo dei posti letto (meno 9000 tra 2011 e 2012) e degli ospedali pubblici ed evidenzia l’incremento delle strutture private accreditate per attività residenziale e semi residenziale.
Gli assi portanti su cui fondare la riorganizzazione ed ammodernamento del Ssn lanciati oggi sono riassumibili in tre punti:
- servizi: devono essere garantiti tutti (e solo) i servizi necessari ed essenziali (i Lea) per soddisfare le esigenze di salute dei cittadini, garantendo qualità e accessibilità universale e tempestiva, secondo principi di appropriatezza, efficienza ed efficacia che evitino sprechi e ridondanze intollerabili da un punto di vista etico prima che economico.
- bisogni: il Ssn deve essere centrato sui bisogni di salute e assistenza dei cittadini che cambiano, in un’ottica non solo individuale, ma di comunità. E questo sfida il sistema a migliorarsi continuamente nelle performance e nell’organizzazione.
- risorse: non sono solo quelle economiche, ma anche il patrimonio strutturale, il parco tecnologico, la ricerca, i sistemi informativi, e soprattutto le risorse umane e professionali necessarie per garantire servizi. Questa dimensione sottolinea fra l’altro, la rilevanza del lavoro di cura, il ruolo della trasparenza e dell’integrità del sistema, l’importanza della qualità dei luoghi dove sono assistiti i cittadini, il valore dell’innovazione e della ricerca, la centralità della formazione e dell’aggiornamento professionale, il riconoscimento del merito.
Con la campagna itinerante “Sono malato anch’io – La mia salute è un bene di tutti”, il Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva, in occasione del trentacinquennale dalla sua fondazione, attraverserà tutto il nostro Paese, facendo tappa in 23 diverse città, a partire dal 18 aprile 2015 e fino alla fine del mese di ottobre. La stessa è realizzata con il sostegno non condizionato di ABBVIE. La campagna sarà rappresentata nelle principali piazze per due giorni da una “mostra fotografica” sui diritti dei cittadini, ispirata ai 14 diritti contenuti nella Carta Europea dei Diritti del Malato promossa da Cittadinanzattiva nel 2002, e un grande gazebo personalizzato. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.sonomalatoanchio.org.
Stefano A. Inglese
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