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Sabato 13 GIUGNO 2015
Fvg. A Pordenone un ciclista viene colto da un attacco cardico. Ma l'intervento di una farmacista con il defibrillatore gli salva la vita
In attesa dell'arrivo dell'ambulanza, pochi secondi in più si sarebbero potuti rivelare fatali. Ma l'arrivo di Lorenza Liguori è decisivo: alla seconda scarica, l'uomo si riprende. “Ho seguito uno specifico corso di formazione. Il Friuli Venezia Giulia è una realtà virtuosa, ma in Italia siamo ancora indietro. Servono percorsi formativi a partire dalle scuole: basta così poco per salvare una vita umana”.
Un semplice defibrillatore, utilizzato tempestivamente, può cambiare le sorti di un’esistenza, sospesa sul filo sottilissimo e delicato che divide vita e morte. Non è la trama di un cruento thriller americano, ma la lezione fornita da un episodio avvenuto sulla strada di Colto Alto (Pordenone) e per fortuna condito da un happy end. Un ciclista, 49 anni, esce con altri quattro corridori amatoriali, tra cui il fratello. All’altezza di Piancavallo, viene colto da un malore che causa una violenta caduta, tanto da piegare fortemente il manubrio della bici. Un amico allerta immediatamente il 118 e dalla sala operativa parte un’ambulanza, poiché l’elisoccorso è impegnato in un’altra operazione. Tuttavia l’attesa rischia di diventare fatale, in quanto l’ospedale più vicino dista circa 30 chilometri.
Un altro amico gli pratica un massaggio cardiaco, dopo aver verificato che l’origine del problema è nel cuore. Poi la fase decisiva della vicenda: una signora del luogo, che passa lì per caso, appura la drammaticità della situazione e corre presso la più vicina parafarmacia, a Piancavallo, dove chiede aiuto alla farmacista, Lorenza Liguori, “In due minuti sono arrivata sul posto – racconta – ho attivato il defibrillatore e con la seconda scarica l’uomo si è ripreso. In breve e arrivata l’ambulanza che lo ha stabilizzato e poco dopo è intervenuto l’elisoccorso che lo ha trasportato in ospedale”.
Il contributo decisivo della farmacista non si è però materializzato per caso. “La donna mi ha chiamato in quanto sapeva che ho partecipato al corso ad hoc promosso dall’Azienda sanitaria. Pochi minuti in più si sarebbero potuti rivelare esiziali per il ciclista. La tempestività di tutte le operazioni, durate circa 45 minuti dal malore all’arrivo al presidio, ha consentito di salvare una vita”.
Una lezione esemplare, da divulgare a più livelli. “Il defibrillatore dovrebbe essere a disposizione in tutte le aree in cui si pratica uno sport, dall’amatoriale al professionistico, ma anche nei luoghi ad alta densità, come per esempio le zone turistiche”. Perché, in caso, contrario un incidente rischia seriamente di tramutarsi in tragedia. “Qualche giorno fa, in Veneto, un ciclista è morto proprio perché non supportato da questo semplice ma insostituibile strumento”. Purtroppo, infatti, in Italia siamo ancora indietro. “La nostra località è all’avanguardia, ma nel resto del Paese la situazione non è incoraggiante. Bisogna diffondere maggiormente l’utilizzo del defibrillatore, puntando in primis su specifici percorsi formativi, a partire dalle scuole”. Senza dimenticare il ruolo decisivo dei professionisti. “In particolare il farmacista rappresenta un riferimento essenziale, poichè spesso il cittadino si rivolge prima a lui che al medico”.
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