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Mercoledì 13 MAGGIO 2015
Veneto. Dall’organizzazione dei reparti alle polizze assicurative: le richieste dei primari ospedalieri ai candidati alla Presidenza

L’Associazione nazionale dei primari ospedalieri ha elaborato un documento con una serie di punti di partenza per migliorare la sanità veneta. Si chiede di ripristinare la normale collocazione delle strutture complesse negli ospedali e nei distretti delle Ulss e viene criticata la soppressione dell'Agenzia regionale socio sanitaria.

Dai parametri organizzativi delle strutture ospedaliere alla soppressione dei reparti, passando per le polizze di assicurazione nelle aziende sanitarie. L’Associazione nazionale dei primari ospedalieri pone sette quesiti, densi di implicazioni e articolati, ai candidati per la presidenza della Regione del Veneto. 

“La Regione del Veneto – sottolinea l’associazione - ha voluto sopprimere un considerevole numero di strutture complesse sanitarie negli Ospedali e nei Distretti delle Ulss , in anticipo ed in eccesso rispetto alle indicazioni nazionali contenute nel documento degli Standard ospedalieri. Il Consiglio di Stato, censurandolo stesso documento degli Standard, ha giustamente rilevato l'incongruenza delle date fissate per la loro realizzazione”. Viene quindi chiesto ai candidati alla Presidenza della Regione di prorogare la scadenza prevista dalle DGR 2122 e 2271/2013 dal 31 dicembre 2015 al 31 dicembre2017.”Ciò darebbe il tempo di trovare opportune soluzioni alle tante situazioni critiche generate in regione dalle DGR di riorganizzazione sanitaria”.

I primari ricordano poi che la Regione, “sopprimendo un considerevole numero di strutture complesse sanitarie negli Ospedali e nei Distretti delle Ulss, ha promesso un provvedimento legislativo che consentisse di ricollocare altrove i medici già vincitori di concorso come primari-direttori di struttura complessa in questi reparti”. La richiesta è quella di fare in modo che si completi rapidamente l'iter di approvazione del provvedimento. A ciò si aggiunge un’altra istanza: ripristinare la normale collocazione delle strutture complesse negli ospedali e nei distretti delle Ulss.

Altra esigenza avanzata è quella di sospendere la realizzazione delle reti cliniche, “avviando un percorso di collaborazione con le associazioni degli specialisti per studiarne la reale fattibilità e le modalità per la corretta organizzazione”. In merito alla riorganizzazione delle Aziende ospedaliere, i primari desiderano che venga messo in campo un sforzo consistente per “individuare i Direttori generali che agiscono in violazione dei regolamenti regionali, senza rispetto dei professionisti ed addirittura con aggressioni antisindacali, agendo concretamente nei loro confronti”.

Punto di grande importanza è quello relativo al profilo assicurativo. “La Regione – osserva l’associazione dei primari - ha voluto abolire le polizze di assicurazione delle Aziende sanitarie, in anticipo ed in eccesso rispetto alle indicazioni nazionali in materia. Le Ulss stanno applicando in modo eterogeneo il modello regionale, lasciando i medici senza la sicurezza sulla copertura dei rischi da parte del loro datore di lavoro e nell'incertezza circa il comportamento della Corte dei Conti sulla rivalsa nei loro confronti per il danno erariale. I medici sono quindi oggi costretti a munirsi di costose polizze individuali”. L'effetto finale, sottolineano, è già evidente: “a fronte di risparmi incerti e temporanei della Regione, abbiamo ottenuto la sottrazione certa e permanente di parti consistenti dello stipendio dei medici, già abbattuto da anni grazie al blocco dei contratti”. Si chiede, perciò, di allineare la Regione “al comportamento nazionale e soprattutto al modello degli Stati più virtuosi, promuovendo le riforme legislative su questo campo e indirizzando gli sforzi alla repressione dei contenziosi opportunistici e temerari contro i medici”.

Ultimo intervento evidenziato ai candidati alla presidenza riguarda la possibilità di arginare “percorso di smantellamento del sistema regionale di controllo di qualità delle prestazioni, prescindendo dalle indicazioni nazionali in materia (Intesa Stato-Regioni del dicembre 2012), alterando la parificazione tra struttura pubbliche e private, cancellando le garanzie di terzietà delle verifiche, degradando progressivamente il patrimonio di conoscenze ed esperienza degli operatori qualificati come auditor”. Una dinamica che, precisano i primari, è stata innescata dalla soppressione dell’Agenzia regionale socio sanitaria.
 

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