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Giovedì 07 MAGGIO 2015
Veneto. Nursind denuncia: “All’ospedale di Santorso nuovo taglio di 16 infermieri ogni 100”
Per il segretario provinciale Andrea Gregori, “le continue riorganizzazioni, o meglio ridimensionamenti, stanno minando la serenità lavorativa degli operatori e l’assistenza ai pazienti”. Per il Nursind “è arrivato il momento di sedersi ad un tavolo e ragionare su un progetto complessivo che non sia frutto di scelte improvvisate".
“L’Ospedale di Santorso ha deciso di garantire ai cittadini il minimo indispensabile in fatto di qualità del servizio”. Così il segretario provinciale del Nursind di Vicenza, Andrea Gregori, commenta il provvedimento che prevede il taglio di 16 infermieri ogni 100 nel nosocomio dell’Ulss 4 Alto Vicentino. Una scelta non condivisa dal Nursind, che ha deciso di promuovere “una crociata per la tutela del cittadino e del malato, nonché per garantire la sicurezza ed incolumità dei lavoratori che ogni giorno sono impegnati in corsia”. Il provvedimento e le difficoltà che ne conseguono sono, secondo il Nursind, “il frutto di ripetute riorganizzazioni, nel tentativo di trovare la quadra”.
“Le continue riorganizzazioni promosse all’interno dell’ospedale di Santorso – spiega Gregori – possono significare solo due cose: che il progetto iniziale era completamente sbagliato ed inadeguato alle esigenze concrete della comunità, oppure che chi lo ha in gestione oggi non è all’altezza della situazione”.
Negli ultimi mesi, riferisce il Nursind, si sono susseguite modifiche degli assetti dell’area chirurgica e medica, con spostamento di posti letto e personale. “Una grande rivoluzione iniziata e ritenuta indispensabile un paio d’anni fa, con l’accorpamento dei due ospedali, ma che oggi viene del tutto messa in discussione, tanto che le scelte di allora sembra del tutto normale vengano disattese nel presente”.
“Questi continui cambiamenti, o meglio ridimensionamenti – aggiunge il segretario Andrea Gregori – stanno minando la serenità lavorativa degli operatori, che mai come oggi si sentono lontani ed incompresi da una Dirigenza che da un giorno all’altro riduce le dotazioni organiche e comunica trasferimenti in settori in cui non si sono mai svolte le proprie mansioni lavorative”.
Il nocciolo della questione, secondo il Nursind, “è chiaro”: “L’ospedale di Santorso, attraverso le scelte dei suoi dirigenti, si sta allineando ai valori minimi previsti dalla delibera regionale n. 610/2014, quindi ha deciso di garantire ai cittadini il minimo di assistenza erogabile per essere considerata una struttura accreditata dalla Regione Veneto. Un risultato che, in concreto, significa mettere a disposizione della struttura sanitaria di riferimento per l’Alto Vicentino un numero di infermieri ridotto di 16 unità ogni 100”. “Un fenomeno che si sta verificando in modo particolare nel Dipartimento di chirurgia – sottolineano il segretario provinciale Andrea Gregori ed il segretario nazionale del Nursind Andrea Bottega – ed è quindi giusto avvisare i cittadini del territorio di competenza dell’Ulss 4 Alto Vicentino che avranno bisogno di assistenza prima e dopo un intervento chirurgico, che gli sarà garantito il minimo indispensabile. Dipartimenti come quello di medicina, già da tempo si avvicinano al minimo assistenziale, rendendo di fatto necessario inventare e strumentalizzare istituti contrattuali usati per le emergenze, al fine di garantire l’assistenza ordinaria”.
Per il Nursind “è arrivato il momento di pensare alla programmazione, di sedersi ad un tavolo e pensare al futuro di un ospedale al servizio della comunità”. “Riteniamo sia giunto il momento di fermarsi e ragionare su un progetto complessivo – concludono i segretari Bottega e Gregori – ma soprattutto condiviso di gestione di questa “innovativa” struttura, che non sia frutto di scelte improvvisate, a seconda delle urgenze del momento, e che metta al di sopra di tutto la qualità dell’assistenza ai cittadini. Non si può pensare ad un ospedale che garantisce il minimo ai cittadini quando per la sua costruzione si è garantito il massimo del profitto ai privati investitori. Ed il Nursind non intende accettare, a tutela di cittadini, malati e lavoratori che questo sia il prezzo da pagare”.
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