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Martedì 05 MAGGIO 2015
Medici famiglia. Smi ribadisce no a sciopero: “No a suicidi di massa per coprire errori del passato”
Il segretario Pina Onotri replica alla lettera-appello Fimmg per lo sciopero del 19 maggio. “Milillo ha una concezione bulgara della democrazia. Noi no! I medici italiani hanno bisogno di risposte chiare e non di essere vittime di ulteriori 'giochi di potere' sulla loro testa, tra un sindacato, Regioni e Governo”.
Il segretario generale del Sindacato dei Medici Italiani, Pina Onotri, replica alla Lettera Aperta inviata dalla Fimmg per l'adedisione alla protesta indetta per il prossimo 19 maggio in cui non mancano riferimenti critici nei confronti dei sindacati minoritari: “Milillo – sottolinea Onotri - ha una concezione bulgara della democrazia. Noi no! I medici italiani hanno bisogno di risposte chiare e non di essere vittime di ulteriori ‘giochi di potere’ sulla loro testa, tra un sindacato, Regioni e Governo”.
Quindi il segretario generale Smi, invita l’opinione pubblica, i sindacalisti, i medici, a fare un esercizio di memoria: “Si vada a consultare una qualunque emeroteca: chi ha parlato di rifondazione della medicina generale, preparando il terreno per l'entusiastica approvazione della Balduzzi senza risorse. E chi ha spinto per la firma della precedente, e ultima, Convenzione ‘a perdere’. E chi era, acriticamente, a fianco del ministro Brunetta a Porta a Porta a parlare di rivoluzione digitale? Siamo di fronte a una farsa, il cui protagonista è un nuovo ‘smemorato di Collegno’”.
Ma la Onotri ricorda come in queste settimane lo Smi, ma non solo, "ha sempre invitato la Fimmg a un percorso unitario. Appelli, però, caduti nel vuoto" perché "Milillo rifiuta di sedersi attorno a un tavolo e a confrontarsi con tutti? Ricorrendo, invece, all'attacco verbale su uno sciopero convocato senza neppure chiedere l'opinione delle altre sigle, facendosi forte dei suoi numeri. La responsabilità ha un valore, noi l'abbiamo nei confronti non solo dei nostri iscritti, ma anche della categoria tutta e dei cittadini. Ma non siamo dei signorsì!”.
Quindi, la dirigente Smi, insiste: “Vorremmo scioperare per riappropriarci della dignità della professione, per la de-burocratizzazione del nostro lavoro, per difendere gli stipendi dei medici, che, come tutte le categorie in questo Paese, stanno subendo la svalutazione del costo del lavoro. Per i nostri giovani colleghi precari sottoccupati o inoccupati costretti ad emigrare. Ma anche per un servizio sanitario che rimanga pubblico e che non si apra, come ha sostenuto la Fimmg, a processi di privatizzazione. Quando sciopereremo sarà per la difesa dei diritti di tutti e non per gli interessi di pochi. Quando si indirà un’astensione dal lavoro con queste motivazioni saremo i primi ad aderire”.
“Non possiamo certo incrociare le braccia – conclude - solo per la fretta di chiudere un accordo peggiorativo, come, d’altronde, si ammette tra le righe, o solo per far dimenticare gli innumerevoli errori fatti nel passato”.
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