quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 23 APRILE 2015
Piemonte. Omceo Torino: “No a svilimento professione medica”

Il Consiglio dell'Ordine torinese contro la proposta delle Regioni sui medici prescrittori: "Rigettiamo ogni direttiva volta ad imbrigliare la professione medica in rigidi protocolli generati da logiche meramente economicistiche che, invocando un principio complesso ed articolato come l’appropriatezza, vogliono intimidire i professionisti".

Il Consiglio OMCeO di Torino, in riferimento al Documento di Intesa tra Stato e Regioni, ed in particolare all’emendamento presentato dalle Regioni circa l’adozione di sanzioni patrimoniali a carico dei medici prescrittori in caso di scostamento da protocolli operativi, rileva “un gravissimo pericolo per la salute dei cittadini e per la possibilità dei medici di garantire scelte indirizzate alla esclusiva tutela”.

Sulle scelte diagnostiche e terapeutiche del medico, sottolinea una nota, “pesano evidenze scientifiche, regole deontologiche, relazioni umane, e l’applicabilità delle Linee Guida deve essere contemperata con le infinite variabili di ogni situazione. Il Consiglio rigetta quindi “ogni direttiva volta ad imbrigliare la professione medica in rigidi  protocolli generati da logiche meramente economicistiche che, invocando un principio complesso
ed articolato come l’appropriatezza, vogliono intimidire i professionisti sotto la minaccia di gravi  punizioni economiche, togliendo serenità al loro operare al servizio della salute intesa come Bene Comune e alimentando, di fatto, una inutile e costosa medicina difensiva”.

Il Consiglio ritiene inoltre “pregiudiziale per ogni futura collaborazione in tavoli di confronto sull’efficienza del Servizio Sanitario nazionale, l’immediato ritiro degli emendamenti che propongano e perseguano una logica punitiva nei confronti dei medici. Dopo le interferenze di natura giudiziaria nel rapporto medico/paziente, dal 14 aprile scorso l’idea, contenuta nella Bozza d’intesa Stato-Regioni, di imporre percorsi diagnostico-terapeutici individuati da parte del potere politico per arrivare a una maggiore appropriatezza dell’atto medico: atto medico di fatto azzerato da quel documento persino a livello di identità culturale”.

Per i medici torinesi, in conclusione, l’emendamento “contenuto nel punto B del documento, blinderebbe di fatto quell’imposizione, attribuendo ai medici una responsabilità patrimoniale nei casi in cui vengano accertate prestazioni inappropriate”.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA