quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 01 APRILE 2015
Ipasvi. Invece che sulle incompatibilità, meglio concentrasi sui diritti degli infermieri



Gentile Direttore,
senza nessun intento polemico e solo per legittima difesa dopo le umiliazioni subite, Le chiedo ospitalità per articolare qualche considerazione in parziale risposta a quanto impunemente sostenuto per mesi dal segretario di una associazione sindacale nel merito del doppio ruolo della Senatrice della Repubblica Annalisa Silvestro e Presidente della Federazione Nazionale Collegi IPASVI: la Giunta per le Cariche del Senato si è definitivamente pronunciata per l’assenza di requisiti di incompatibilità tra Presidente di un Ordine Professionale e lo scranno di Senatore.
 
Nelle sue funzioni, la Presidente della FNC e Senatrice della Repubblica non si è quindi mai ritrovata in una condizione di anomalia politica, ha assunto tutte le sue determinazioni con legittimità e consapevolezza, in autonomia e senza costrizioni, dimostrando senso di responsabilità e servizio continuando anche in un nuovo ruolo a restare a disposizione della causa e dei 420mila infermieri italiani.
 
Crolla il castello di carte, fasulle, costruito interpretando stralci di liberi pensieri del magistrato anticorruzione, termina la scomposta cavalcata dei soliti noti nel deserto ed in groppa a muli, finisce qui la credibilità di un sistema di comunicazione fondato sulla denigrazione. Avrebbero fatto meglio ad occuparsi delle condizioni contrattuali dei propri associati e dedicare attenzione ai soli loro quadri.
Si sono persi invece per strada.
 
Comprendo bene sia i loro ultimi tentativi e il dimenar le ali per evitare ulteriori contraccolpi nei rapporti con l’azionista di maggioranza dell’infermieristica in Italia, nonché il bisogno di rifarsi una verginità dopo tutto il fango sparato a destra e a manca dallo stesso e dai suoi accoliti, ma con la odierna ultima “Cantonata” presa con la decisione della Giunta del Senato sulla assoluta legittimità di quanto sempre sostenuto, tale associazione, il suo ideologo, la copiaincollista e la terranovese non ne hanno indovinata una che una pur strumentalizzando tutti e tutti i mezzi a loro disposizione, organi di informazioni inclusi.
 
Erano perdenti in partenza, e per la lite temeraria intentata questa è la “indegna” fine di una pagina tra le più tristi della storia professionale infermieristica nazionale, una associazione sindacale che prima divide poi chiede di unire, che prima lapida e delegittima poi apre e tenta di ricucire, che edita comunicati urlanti ed enfatici destituiti di ogni fondamento, che non è riuscita a compattare nemmeno il n. minimo di componenti per una lista elettorale alternativa al governo della professione che ha solo saputo insultare, che non riesce a promulgare una proposta all’altezza dell’istituzione che ambivano a demolire. Se questa è la classe dirigente sindacale autonoma alle quali affidare le sorti della professione, la risposta non può che essere: meritiamo molto di più.
 
E ci vuole ben altro per mettere in difficoltà me e il Collegio che rappresento e l’istituzione alla quale appartengo argomentando come ci è stato dato di leggere.
Per usare un termine a tale segretario caro, se si trova nella evidente condizione di “coitus interruptus” con la categoria di riferimento per la luna di miele e la capacità di attrazione giunta alla fine a seguito del risultato di RSU 2015 dove i voti espressi sarebbero inferiori al n. delle deleghe possedute, è anche per il pronunciamento della Giunta per le cariche e non può che piangere se stesso piuttosto che tentare di non contestualizzare fatti e tempi e contenuti. E se così fosse confermato il dato RSU, non riuscendo a farsi seguire nemmeno dai suoi come può pensare di ri-accreditarsi al cospetto di una entità che in autorevolezza e rappresentanza ha solo da potergli insegnare come ci si muove, quando appena pochi giorni fa plaudeva a tutto quanto sostenuto?
Soprattutto adesso che la dignità è stata riconsegnata alla legittima detentrice e che il cerino acceso rimane nelle mani del paladino dell’incompatibilità, è utile ripercorrere brevemente i fatti tempi e contenuti, per non dimenticare.
 
I fatti: hanno detto di tutto e di più, anche con la complicità di certa stampa, senza che un doveroso approfondimento su quanto si andava a rendere pubblico fosse esperito e sostenuto da dati inequivocabili piuttosto che da preconcetti ed interessi che nulla avevano a che vedere con quanto propagandato. Al seguito, un codazzo di personaggi di bassa statura, tutti insieme appassionatamente fulminati sulla via dell’innominabile. Ingiurie, calunnie, illazioni, doppisensi, alterazioni dello stato delle cose. Tutto documentato, tutto reperibile e deperibile on line.
 
I tempi: ad orologeria. Dal Marzo 2014 e con cadenza regolare, uno stillicidio di opinioni al limite del lecito, sino ai giorni scorsi. Libri bianchi, libri oscuri, copia ed incolla, interviste, questionari, interrogazioni, 10 domande 10 risposte, comunicati stampa, petizioni, sottoscrizioni false, scientology, note private ai collegi, lezioni magistrali, riunioni carbonare antiestablishment. Addirittura una sollecitazione al Presidente del Consiglio dei Ministri. Una follia. Non si sono fatti mancare nulla.
 
I contenuti: vacui e tutti distanti dai problemi veri della professione. Conflitto d’interesse, incompatibilità, trasparenza, anticorruzione, dichiarazione dei redditi e catastale, dittatura dolce, convegni, ostaggi, donne sole al comando, liste elettorali, composizione di organismi democraticamente eletti, galateo istituzionale.
Specchietti per le allodole, e tutto rispedito al mittente.
Fatti tempi e contenuti che non hanno spostato di una virgola condizioni lavorative e contrattuali di infermieri che invece di essere seguiti e tutelati con l’adozione di opportune iniziative piuttosto che denigratorie, ancora adesso, sul piano personale-professionale-politico e tecnico della massima rappresentanza istituzionale, vedono i loro dirigenti spendersi inutilmente in una battaglia senza quartiere dove a restare sul selciato sarà lo stesso infermiere strumentalizzato e manipolato ad arte “a sua insaputa”.
 
Concludo.
Erano inaccettabili interferenze ed sovrapposizioni di terzi nei meccanismi di funzionamento interno di un ente di diritto pubblico prima, e dopo la vittoria politica e morale e la parola fine con il pronunciamento della Giunta per le Cariche del Senato nel merito dell’insussistenza di requisiti di incompatibilità estensibili anche per la Senatrice Silvestro, oggi è confermato, a maggior ragione, che dei padri di tali ingerenze se ne può tranquillamente fare a meno. Siamo signori e parliamo con tutti, poi però decidiamo noi.
 
Per le modalità con le quali ha esplicato la pretesa di parlare e rappresentare sindacalmente tutti gli infermieri italiani, certamente apprezzabile ma effimera, gratuita, priva di fondamento e non realizzabile, non si può non sottolineare quanto si muova positivamente dell’altro intorno alla professione, e per le qualità acclarate dei millantatori è da dire: deo gratias. Chi ha millantato credito sapendo appunto di essere un segmento di minoranza e di fondare le sue ragioni sul nulla non ha saputo far di conto con la prospettiva di poter commettere un ulteriore grave e definitivo errore tattico, puntualmente arrivato con il parere nella serata del 31 Marzo 2015.
 
Chi come me deve, per il ruolo oggi ricoperto, dialogare appunto con tutti i punti di vista perchè l’esclusiva da parte del negozietto tutto gadget e libelli, con annessa commessa signorina CRTL C + CTRL V, di arrogarsi diritti e prerogative che non hanno e che non gli competono, è una barzelletta che non fa nemmeno ridere. Ma questo sono e chi di Cantone colpisce, di cantonata perisce.
 
Ciò detto e lasciando ora costoro, tutti, a cuocere nel proprio brodo, coi fatti e non con le denigrazioni si può ri-aprire un percorso di confronto non tanto nuovo quanto leale e comunque necessario, leggasi nota IPASVI Carbonia Iglesias 15 Settembre us.
Inizino quindi a rendere pubblici i loro conti, quanti a libro paga e a quali condizioni, come gestiscono loro conflitti d’interesse, quanto è costata l’ultima iniziativa editoriale, quali incompatibilità tra le loro fila anche tra possedere un cervello e non saperlo azionare.
Trasparenza per tutti.
Si cospargano il capo di cenere, chiedano pubblicamente scusa a tutti gli infermieri e ne riparleremo.
Forse.
 
Graziano Libiu
Presidente Collegio IPASVI Carbonia Iglesias
 
 
Gentile presidente,
la sua lettera contiene affermazioni e tesi “molto di pancia”. In molti casi penso possano essere anche oscure a molti lettori non così addentro al mondo infermieristico e ai suoi strumenti informativi (molti e diversi tra loro e per fortuna). Ho deciso di pubblicarla comunque anche se non rientra nello stile e nei canoni di una lettera a carattere universale e come tale aperta a tutti e da tutti comprensibile per i suoi contenuti. La sua è infatti piuttosto una missiva privata inviata al sottoscritto affinché qualcun altro la legga…
Ma ho deciso comunque di pubblicarla, come dicevo, prendendo nette distanze dai toni e dai giudizi sommari in essa contenuti su persone e professionisti che in ogni caso fanno il proprio lavoro e difendono le proprie tesi a viso aperto. E ciò proprio in nome di quello spirito aperto e non censorio di cui ho avuto occasione di disquisire proprio con lei alcune settimane fa.
Detto questo, per quanto mi riguarda, la questione si chiude qui. E che ognuno faccia le proprie riflessioni.
 
C.F.

© RIPRODUZIONE RISERVATA