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Giovedì 26 MARZO 2015
Fondo sanitario 2015. Cittadinanzattiva-Tdm contro le Regioni: “Altro che rinuncia ad aumento. Si chiama taglio”

Il coordinatore Aceti commenta le dichiarazioni di Chiamparino ed evidenzia anche come “la cosa più grave, che nessuno ha avuto ancora il coraggio di dire, è che questo modus operandi potrebbe essere reiterato fino al 2018, e quindi diventare strutturale”.

“Sono 2,5 miliardi in meno rispetto a quanto stabilito nel Patto per la Salute, successivamente confermato nella Legge di stabilità per il 2015. La verità è questa. Non si può ascoltare in silenzio chi sostiene che si sia trattato di una rinuncia ad un presunto aumento. Si tratta di un taglio orizzontale, e come tale va classificato”.  Questo il commento di Tonino Aceti, coordinatore del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva alle dichiarazioni rilasciate ieri da Chiamparino. “A questo si aggiunga anche che a sostenere la tesi del mancato aumento sono proprio le Regioni, cioè le stesse che fino a qualche giorno fa si lamentavano di non poter garantire le prestazioni essenziali, cioè i Lea”.
 
“La cosa più grave, che nessuno ha avuto ancora il coraggio di dire - ha aggiunto Aceti - è che questo modus operandi potrebbe essere reiterato fino al 2018, e quindi diventare strutturale. E il meccanismo è semplice: le Regioni devono recuperare 4 miliardi ogni anno fino al 2018, se non lo faranno il Governo può intervenire direttamente sulle risorse per il Fondo Sanitario Nazionale, e il rischio che le Regioni continuino a sacrificare la sanità pubblica è altissimo, come ci dimostra la scelta del 2015. E’ necessario intervenire con urgenza e fattivamente sull’art. 1, comma 398 della legge di stabilità 2015, per scardinare questo meccanismo perverso”.
 
“Come se non bastasse, apprendiamo anche che c’è già un consenso sul posticipo al 2016 della revisione dei Lea, all’effettivo accesso alle innovazioni come il tanto sbandierato farmaco anti-epatite C, e più in generale al rilancio del Servizio Sanitario Pubblico e del diritto alla salute dei cittadini. Siamo impazienti di leggere le misure adottate dalle Regioni con la prossima Intesa del 31 marzo, per accertare se saranno ancora una volta tagliati servizi e prestazioni utili, o se invece, come auspichiamo, ci saranno interventi fattivi per ridurre duplicazioni, inefficienze, burocrazia, sprechi, clientele”.

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