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Mercoledì 25 MARZO 2015
Lazio. Si dimette Maurizio Venafro, braccio destro di Zingaretti. È indagato per turbativa d'asta
Il capo gabinetto della Regione è indagato, nell'ambito dell'inchiesta 'Mafia Capitale', in relazione all’appalto da 60 milioni finalizzato alla gestione del Recup. Ha spiegato le sue ragioni tramite una lettera: "Non intendo essere sottoposto ad uno stillicidio politico-mediatico". LA LETTERA
Si è dimesso il capo gabinetto di Zingaretti in Regione, Maurizio Venafro, poiché indagato per turbativa d’asta nell’ambito del filone ‘Mafia Capitale’ in relazione all’appalto da 60 milioni finalizzato alla gestione del Recup. Il braccio destro del governatore ha chiarito le proprie motivazioni in una lettera aperta.
“Non intendo essere sottoposto ad uno stillicidio politico-mediatico – sottolinea - e, in questo momento, grazie anche alla discrezione mantenuta dalla Procura di Roma sulla mia iscrizione nel registro degli indagati (fatto di cui non posso che ringraziare i magistrati inquirenti) mi è stato possibile riflettere, con la dovuta tranquillità, su quelle che potranno essere le inevitabili conseguenze allorquando, prima o poi, la notizia diverrà di pubblico dominio”.
Venafro si rivolge direttamente a Zingaretti, evidenziando che l’indagine potrebbe comportare, com’è purtroppo uso di una certa deprecabile politica e come troppo spesso è accaduto in passato, un ingiustificato e strumentale tentativo di associare a detta indagine a mio carico, in ragione del mio incarico, la tua figura di Presidente della Regione Lazio che non ha nulla a vedere con l’indagine che, mio malgrado, mi riguarda”. Da parte sua il presidente riconosce a Venafro “un atto di grande responsabilità, non dovuto, di cui ti ringrazio; questo conferma ancora una volta la tua profonda sensibilità e il tuo rispetto nei confronti delle istituzioni che hai sempre servito con rigore, dedizione e intelligenza”.
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