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Giovedì 27 GENNAIO 2011
Veneto: Corte dei conti promuove il bilancio ma bacchetta la rete ospedaliera veronese. “Troppi letti”
Questo il giudizio dei giudici che, nel promuovere l’esercizio 2009, hanno ammonito: “Urge intervenire per razionalizzare le spese”. “Esplodono” i costi classificati come “altri oneri finanziari” che passano dai 0,9 milioni di euro del 2007 ai 17,6 del 2009. Ad incidere, la spesa per la gestione in project financing dell’ospedale all’Angelo di Mestre (Venezia), gestito direttamente dall’Ulss 12.
Il bilancio della Regione Veneto è stato passato al vaglio dei giudici della Corte dei Conti. “Esplosione dei costi” classificati come “altri oneri finanziari”, passati dai 0,9 milioni di euro del 2007 ai 17,6 del 2009, e rete ospedaliera veronese “ridondante” e “sproporzionata” nell'offerta dei posti letto rispetto alla popolazione del territorio. Sono questi i nei della sanità veneta evidenziati dalla presidente della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, Diana Calaciura Traina, che nella relazione al Consiglio regionale del Veneto ha dedicato una “parte speciale” al capitolo dell'assistenza sanitaria. Il motivo di queste attenzioni è di facile comprensione, basti pensare che il riparto per la sanità occupa da solo l'82% del bilancio annuale della Regione.
Nel complesso la relazione ha promosso il bilancio per l’esercizio 2009, a pesare in negativo è stata la spesa per la gestione in project financing dell'ospedale all'Angelo di Mestre (Venezia), gestito direttamente dall'Ulss 12. Nel 2009 i bilanci aziendali delle 24 aziende sanitarie venete hanno maturato un disavanzo di 522 milioni di euro, “in diminuzione rispetto al precedente esercizio - ha spiegato Calaciura Traina - ma che presenta ancora un disavanzo accertato e non coperto di 101,5 milioni che ha imposto successive variazioni nel corso del 2010 allo stato di previsione delle entrate e delle spese”. Da qui l’esigenza di un più rigoroso controllo dei conti ed una più efficiente razionalizzazione delle spese. Al disavanzo, infatti, ha contribuito anche “la ridondanza” di alcune reti ospedaliere, prima fra tutte quella di Verona, con un un’offerta eccessiva di posti letto. “La rete ospedaliera nella provincia di Verona - si legge nella relazione - è oggettivamente ridondante rispetto al panorama regionale e nazionale e l'effetto di un'offerta eccessiva di posti letto lo si riscontra sia nel tasso di ospedalizzazione che nei costi assistenziali, causa determinante del disequilibrio economico delle aziende. In particolare, l'azienda Ulss 22 ospita, accanto ad una rete ospedaliera pubblica sovradimensionata rispetto alla popolazione di riferimento”.
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