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Mercoledì 04 FEBBRAIO 2015
In UK è scontro tra labour e businessman. Tutto per 'colpa' di un italiano: Stefano Pessina
A raccontarlo è Il Foglio che ricostruisce quanto sta accadendo in questi giorni in Gran Bretagna. In un'intervista al Telegraph il chief executive della Walgreens Boots Alliance critica il piano economico dei laburisti. Dura la risposta del leader del Labour Party, Edward Miliband: "Non paga le tasse qui". Ma in difesa di Pessina arrivano molti imprenditori che operano nell'UK.
"Non penso che la gente in Gran Bretagna guardi con favore a qualcuno che evita di pagare le tasse e pretende di insegnare loro come devono votare”. Queste le parole usate da Edward Miliband, leader del Labour Party inglese nei confronti dell'italiano Stefano Pessina, chief executive della conglomerata della distribuzione farmaceutica anglo-americana Walgreens Boots Alliance. Ma qual è il motivo di tanta acredine. A spiegarlo è oggi Il Foglio.
Tutto nasce da un'intervista rilasciata al Telegraph, nella quale Pessina aveva criticato il piano economico dei laburisti a tre mesi dalle elezioni generali dicendo che “non aiuta l’industria, il paese, e non sarà utile nemmeno a loro”. Il titolo troppo 'spinto' che dipingeva i laburisti al governo come una “catastrofe”, ha infiammato lo scontro. In realtà Pessina aveva solo avvertito dell’atteggiamento avverso al business della sinistra inglese alla luce di alcune precedenti esternazioni di Miliband che definiva gli imprenditori “predatori”.
Pessina è diventato così oggetto di invettive in quanto residente nel Principato di Monaco: “Non paga le tasse qui”. L’offensiva a sinistra su passaporti e contributi fiscali, non è però piaciuta a una fetta della comunità del business inglese fatta di imprenditori di differenti provenienze e nazionalità. A difenderlo pubblicamente sono stati Ian Cheshire (già capo della catena di bricolage B&Q), Nigel Rudd (industriale di spicco e presidente dell’aeroporto di Heathrow), Luke Johnson (boss della catena Pizza Express) e Stuart Rose, businessman che rilanciò la conglomerata britannica della grande distribuzione Marks and Sparks nonché già consigliere personale dell’ex primo ministro laburista Gordon Brown. Tutti si sono uniti in difesa della libertà di pensiero e di critica di Pessina e così i laburisti hanno ottenuto l’effetto contrario a quello voluto, apparendo come dei retrogradi bacchettoni.
“L’attacco dei laburisti a una delle industrie inglesi preminenti ricorda quell’andazzo anti business che è passato di moda decenni fa - ha scritto Rose sul Daily Mail di ieri -. Dovrebbero farsi un giro tra le aziende, vedrebbero che le imprese, grandi e piccole, non sono fatte di avidi tycoon ma di uomini e donne che lavorano. Questa è la vera faccia degli affari. Non sono nemici. Ma la spina dorsale dell’economia. Meritano rispetto e sostegno dai nostri politici”.
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