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Lunedì 10 GENNAIO 2011
Parafarmacie: farmacisti non titolari promuovono una petizione contro la sanatoria

La Federazione dei farmacisti non titolari ha chiesto un incontro ai senatori Piccone e Tancredi (Pdl), promotori di un emendamento al ddl 2228 (già respinto al Senato) con cui si voleva trasformare gli esercizi di vicinato di proprietà di farmacisti in farmacie convenzionate con il Ssn. E ha dato il via a una petizione tra i colleghi per dimostrare che la categoria dei non titolari è numerosa, forte, decisa e compatta.

Il Conasfa chiede di poter incontrare i senatori Filippo Piccone e Paolo Tancredi (Pdl), promotori dell’emendamento 11.0.1 al ddl 2228 per trasformare gli esercizi di vicinato di proprietà di farmacisti (parafarmacie) in farmacie convenzionate con il Servizio sanitario nazionale. La proposta di modifica al Ddl è già stata bocciata in commissione Bilancio del Senato, ma la Federazione dei farmacisti non titolari ha inviato una lettera ai senatori chiedendo di poter spiegare loro le ragioni dell’opposizione dei non titolari all’ipotesi prevista dall’emendamento. E per esortare la programmazione di un incontro, ha dato il via a una petizione tra i colleghi.

Numericamente la categoria raccoglie circa 60.000 professionisti su un totale di 80.000 farmacisti italiani. Gli esercizi commerciali dove si vendono farmaci senza obbligo di prescrizione, invece, sono circa 3.000, di cui 165 circa sono corner della GDO e gli altri sono esercizi di vicinato (parafarmacie) “per la maggior parte di proprietà di società di capitali o di farmacisti titolari di farmacia, solo una piccola parte vede come titolari farmacisti che non hanno alle spalle una farmacia di famiglia. Un’eventuale sanatoria che trasformi questi esercizi commerciali in farmacie – afferma Conasfa spiegando le ragioni dell’iniziativa –, oltre ad essere contraria alla recente sentenza dell’Unione Europea che ha stabilito che la pianta organica delle farmacie (rapporto farmacie - popolazione) rappresenta il migliore strumento per garantire la presenza di una farmacia in tutti i comuni, risulterebbe lesiva delle pari opportunità per i farmacisti non titolari (ricordo che numericamente sono quasi 60.000) che attendono i concorsi per acquisire con il merito la titolarità di una farmacia. È evidente che il criterio meritocratico del concorso è anche quello che tutela maggiormente la qualità del servizio al cittadino”.

Inoltre, secondo i non titolari di farmacia, un’ipotesi come quella avanzata nell’emendamento “non incrementa il servizio dove sarebbe necessario, come nelle frazioni o nei nuovi quartieri delle città, perché gli esercizi di vicinato che si vorrebbe trasformare in farmacie si trovano o in zone commerciali o nelle vicinanze di altre farmacie. Le zone attualmente sprovviste di un servizio farmaceutico per la popolazione, resterebbero sprovviste”.

Il timore dei non titolari di farmacia, inoltre, è che venga presentato un ricorso alla Corte di Giustizia Europea che potrebbe invalidare tutti i principi (pianta organica, titolarità della farmacia ai farmacisti), che hanno permesso l’attuale assetto del servizio farmaceutico italiano, “che è uno dei più efficienti d’Europa”.

Sul sito www.conasfa.it è possibile leggere la lettera inviata a Piccone e Tancredi e scaricare il format della petizione da inviare agli indirizzi mail dei due senatori.
 

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