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Giovedì 29 GENNAIO 2015
Lazio. Asportato rene sano per errore. Procura apre fascicolo. La Asl: “Fiducia in competenze professionisti”
L'episodio risale all'inizio di gennaio e avvenne presso il Cto Andrea Alesini di Roma. La direzione sanitaria ha sospeso il chirurgo e l’urologo protagonisti dell’operazione. Il direttore generale precisa: "Istituita commissione di audit clinico, composta da esperti esterni. Attendiamo le conclusioni nei prossimi giorni".
Era entrata in sala operatoria per l’asportazione di un rene a causa di un adenocarcinoma, ma durante l’intervento le fu rimosso quello sano. Vittima una donna di 84 anni, operata lo scorso 2 gennaio al Cto Andrea Alesini di Roma. La vicenda è ora finita sulla scrivania del Pm Elena Neri che ha aperto un fascicolo di indagine contro ignoti per lesioni colpose in seguito alla denuncia presentata dai familiari. E, in attesa di nuovi sviluppi, il direttore sanitario dell’Asl Rm C ha sospeso il chirurgo e l’urologo protagonisti dell’operazione.
Nel frattempo la paziente è stata trasferita al S.Eugenio “dove è stato effettuato un secondo intervento – spiega una nota firmata da Carlo Saitto, direttore generale dell’Asl RM C - che ha consentito la rimozione della neoplasia principale e dove è stato definito l’ulteriore piano di trattamento. La paziente si trova in condizioni stabili con la prospettiva che la sua malattia possa essere mantenuta sotto controllo e che la sua funzione renale possa essere stabilmente conservata”.
Oltre alle misure cautelari nei confronti dei professionisti, la direzione ha istituito una commissione di audit clinico, composta da esperti esterni, che si è riunita lo scorso sabato 24 gennaio e che trasmetterà le sue conclusioni nei prossimi giorni. Il compito affidato alla commissione è stato quello di ricostruire la dinamica degli eventi, evidenziandone tutti gli aspetti critici ed analizzando tutti i fattori che possono aver contribuito alla genesi dell’errore.
Saitto tiene però a precisare che “anche in un momento nel quale la Direzione aziendale ha dovuto assumere iniziative che hanno assunto il carattere di una interferenza nella gestione clinico-assistenziale, queste iniziative sono state dettate da esigenze di tutela e di garanzia per tutti gli attori coinvolti e che non è mai venuta meno la fiducia nelle competenze professionali che l’Azienda possiede e la convinzione che – conclude la nota del direttore aziendale - su queste competenze si potesse e si dovesse fare pieno affidamento”.
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