quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Giovedì 22 GENNAIO 2015
Stabilità. Il no del Veneto. Coletto: “Noi non ci stiamo. Solo in sanità 2,9 mld di tagli. Non siamo autolesionisti”
Per il coordinatore commissione sanità delle Regioni le proposte per gestire i tagli imposti dalla stabilità sono inaccettabili. Solo la sanità dovrebbe sacrificare ben 2,9 miliardi di euro. “Soprattutto dal momento che il Governo ha sempre giurato che non avrebbe toccato la sanità”.
“La sanità dovrebbe essere gestita correttamente, è il bisogno primario delle Regioni. Per ora la proposta è quindi inaccettabile”.
La regione Veneto continua a dissociarsi dagli orientamenti delle altre Regioni su come gestire i tagli ai bilanci delle Regioni inseriti nella legge di stabilità, e dei quali si è discusso oggi in Conferenza dei Presidenti. E almeno per il momento, come ha assicurato Luca Coletto, coordinatore della commissione sanità delle Regioni, non sembra voler recedere di un passo dalle posizioni già manifestate nei giorni scorsi.
“Si continua a voler insistere sul tasto della sanità – ha spiegato Coletto – il sacrifico che ci viene chiesto è eccessivo. Si azzererebbero i soldi del Fondo sanitario nazionale, quindi 2 miliardi in meno, a questi si aggiungono altri 400 mln per i famaci anti epatite. E ancora, i tagli investirebbero anche i fondi ex articolo 20, quindi degli ottocento milioni previsti ne dobbiamo sacrificare 500. Tirando le somme solo la sanità dovrebbe sacrificare ben 2,9 miliardi di euro. Mi pare eccessivo considerando che la sanità copre l’80% dei bilanci regionali. Mi viene in mente la piramide rovesciata utilizzata in sanità quando indichiamo che il 20% dei cittadini assorbe l’80% delle risorse. È come dire che il piccolo peso delle regioni dovrebbe risolvere gran parte delle problematiche del Paese".
© RIPRODUZIONE RISERVATA