quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Giovedì 22 GENNAIO 2015
Stabilità. Non c’è ancora accordo tra le Regioni sui tagli. Ma resta ipotesi di rinunciare a 2 mld aumento Fsn previsto dal Patto per la Salute
Le Regioni si rivedranno il 28 gennaio per una Conferenza straordinaria. Molte le ipotesi ancora in ballo a partire da un decurtazione del fondo sanitario di circa 2 miliardi. Per il presidente Chiamparino l’intesa tra le Regioni è vicina, ma “mancano alcuni dettagli”. Altri “risparmi” potrebbero arrivare da una parte dei fondi per l’edilizia sanitaria, dai fondi Fas e dal patto territoriale incentivato.
La volontà di arrivare ad un’intesa tra le regioni sicuramente c’è, tuttavia, a bocce ferme è ancora da decidere la partita per sbrogliare la matassa dei tagli di 4 miliardi di euro imposti dalla legge di stabilità, ai quali si aggiungono gli altri ereditati dalle manovre Monti e Letta. In soldoni più di cinque miliardi e mezzo di euro.
Ma come ha detto il presidente delle Regioni Sergio Chiamparino, un’intesa tra le Regioni è vicina, ma “mancano alcuni dettagli”. Fatto sicuramente non trascurabile considerano che, ha osservato Chiamparino “non sarebbe la prima volta che partendo da un dettagli si rimette in discussione tutto”.
Rimane il fatto che per avere una risposta certa su come verrà gestita la questione tagli bisognerà aspettare la prossima settimana. Si parla di una conferenza straordinaria il prossimo 28 gennaio. Per quella data “ritengo arriveremo ad una proposta, che mi auguro il Governo possa accettare” ha aggiunto Chiamparino. Maggiori incertezze su quando ci sarà un incontro con il governo: “Lo stanno organizzando, ma al momento non ci sono date”. Anche se, ha anticipato il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro non si esclude un incontro proprio il 28 gennaio: “La proposta finale non c’è, ma solo un'intesa generale – ha detto – entro il 28 incontreremo il Governo”.
Le ipotesi sul tavolo. Si possono quindi solo fare ipotesi. Quali? Una rinuncia all’aumento del il Fsn, che si traduce nei fatti in un taglio di due mld per la sanità. E poi altri “risparmi” potrebbero arrivare da una parte dei fondi per l’edilizia sanitaria, dai fondi Fas e dal patto territoriale incentivato, sul quale peraltro il Governo non ha ancora dato alle Regioni delucidazioni in merito.
Insomma, “stiamo lavorando per contenere i danni” ha spiegato Enrico Rossi, presidente della regione Toscana: “Sono state presentate proposte ragionevoli sulle quali sono d’accordo, C’è una richiesta un sacrifico importante. Di certo non si può giocare solo su una leva, ma bisogna insistere su più leve. Soprattutto – ha aggiunto – ci auguriamo che i tagli possano servire alla crescita, alla ripresa di una domanda interna. Solo questo può avere senso. Anche perché se c’è un punto indiscutibile è che se il Pil va ancora indietro, alla fine anche le spese sociali non potranno non risentirne. Comunque la Toscana non agirà sulla leva fiscale e la sanità non sarà l'unico bersaglio dei tagli".
© RIPRODUZIONE RISERVATA