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Lunedì 22 DICEMBRE 2014
Gli Ordini, Cantone e le leggi di gravità

“Gli Ordini professionali mi stanno dando più problemi del Mose o l'Expo”, ha detto Raffaele Cantone a l’Espresso. Il riferimento è a quanto sta accadendo dopo il varo della sua delibera che impone agli Ordini e ai Collegi l’applicazione delle leggi sulla trasparenza e sull’incompatibilità

Recentemente il Tribunale amministrativo del Lazio ha negato  la sospensiva sul provvedimento dell’Anac che estende le regole di incompatibilità anche agli ordini professionali misure che ricordo dovranno essere  in vigore dal primo gennaio.
 
Le regoledi incompatibilità,  rammento ancora, riguardano  l'obbligo di applicare la legge Severino (190/2012) per la quale   deputati e senatori non potrebbero guidare associazioni di categoria e ordini professionali in quanto  le due funzioni non sono compatibili. L'atto questa volta  era stato impugnato dall'Ordine degli Avvocati. Contro la delibera dell'Anac hanno protestato anche gli ingegneri, che insieme agli altri ordini, peraltro avevano chiesto e ottenuto una proroga rispetto all'obbligo di adeguamento alla delibera, che altrimenti sarebbe diventata operativa a novembre. Sono note  le resistenze da parte  dei nostri  presidenti multitasking, Bianco Silvestro Mandelli  tanto alla Camera che al Senato, dei loro tentativi di ottenere una normazione ad hoc, di escludere l’incompatibilità tra pensionamento e incarichi...insomma di restare ubiqui nell’ubiquità.
 
Davanti a questo miserevole spettacolo dove in scena non va un’idea sana e moderna di corporativismo ma  gli egoismi dei poteri personali in luogo degli interessi generali dei poteri di rappresentanza, mi ha colpito, il discorso di Amedeo Bianco  al consiglio generale della Fnomceo (QS 9 dicembre 2014). Egli in primo luogo ritiene davanti a delle leggi, mi riferisco alla Severino, che il problema dell’incompatibilità sia “eventuale”, in secondo luogo esprime un comprensibile rammarico ritenendosi strumentalmente usato da qualcosa teso a colpire  l’ordine, in terzo luogo  si rimette alle decisioni della Giunta per le elezioni del Senato rendendosi disponibile ad accettarne le  risultanze. Si tratta di espressioni di circostanza tipiche di quei  contesti formali nei quali prima di tutto bisogna evitare la disapprovazione   e che la logica definisce  “paracomplete” cioè fallace con un forte grado di ambiguità quindi relativamente vere e relativamente false (gappy):
· siccome  la norma non mi conviene  la norma è sbagliata quindi non sono tenuto ad applicarla (fallacia della negazione  dell’antecedente ),
· siccome c’è un attacco contro l’ordine il suo presidente è attaccato sul piano personale(fallacia della rilevanza),
· siccome l’incompatibilità è questione molto controversa mi rimetto a quello che dice l’autorità (fallacia dell’argumentum ad verecundiam).
 
Non ci vuole molto a fare quello che  Wikipedia  definirebbe “lavoro di disambiguazione”:
· se Bianco è disposto a rimettersi al volere dell’autorità siccome la norma è espressione dell’autorità cosa aspetta ad  applicala...e perché insieme ai suoi sodali si da un gran da fare in Senato per evitarla?
· Se Bianco si sente  attaccato strumentalmente sul piano personale.. perché non fa il classico passo indietro e  sposta  la discussione dai suoi problemi di potere  a cosa dovrebbe essere l’ordine nel terzo millennio  confrontandosi finalmente  con tutte le lettere aperte che ha ricevuto e alle quali non ha mai risposto?
· Infine Bianco anziché   aspettare che si compi  il suo destino.. con la segreta speranza che l’oracolo sarà a lui favorevole...perché  non gioca di anticipo prendendosi  come presidente delle responsabilità   per governare al meglio la situazione ?
 
Insomma questa storia dell’incompatibilità... andrà a finire come andrà a finire ..personalmente  continuo a sperare  nella trasparenza e nel rispetto della legge ....ma  il punto è che essa fino ad ora ha nascosto  la vera questione politica  che è quella della rappresentanza e dei rappresentati   e non per colpa di coloro che legittimamente hanno chiesto trasparenza ma a causa di coloro che con comportamenti e atteggiamenti opachi  l’hanno fatta diventare un problema di primaria importanza. La questione vera non sono i problemi dei presidenti degli ordini e dei collegi ma quelli   dei medici dei farmacisti e  degli infermieri.
 
In tutta la discussione sull’ incompatibilità mentre chi rivendicava giustamente trasparenza lo faceva in nome di una più efficace rappresentanza (la teoria di chi attacca il presidente per attaccare l’ordine è ridicola)  chi faceva resistenza dimostrava  di essere molto più attento ai propri problemi di potere che non a quelli della professione. La stessa impressione si è avuto con le proposte di legge   sul riordino degli ordini, con il recente  codice  deontologico dei medici, e più in generale rispetto alle politiche sanitarie che ci colpiscono da ogni parte e sulle quali c’è una clamorosa assenza di iniziativa politica  di tutte le forme di rappresentanza professionali, ordini e collegi compresi.
 
Mi dichiaro  quindi deluso dagli uomini  e dalle donne dell’incompatibilità ...una volta miei amici, compagni di battaglia, complici di idealità che in loro non vedo più ...che all’atto pratico  hanno dimostrato di essere molto meno grandi delle loro molto più grandi  ambizioni. Avrei preferito che costoro anziché essere “fastidi più del Mose e dell’Expo”  facessero  un  beau geste...di quelli che per la loro limpidità   guadagnano  rispetto e stima a dimostrazione che prima di ogni cosa vengono gli interessi e i problemi delle professioni .
 
Oggi i nostri presidenti da quello che mi risulta in barba al tempo e  alla fisica come in  “interstellar”, un bel film di fantascienza, stanno facendo di tutto per  vincere la  gravità e quindi essere rieletti e forse conoscendo i meccanismi opachi  del sistema tanto degli ordini che dei collegi, ci riusciranno . Ma anche se saranno rieletti  con transazioni interne e alleanze di potere come vuole la consuetudine, ho l’impressione che essi abbiano  perduto  la partita  più importante che resta quella della  credibilità. Questo mi dispiace molto ma non per loro ma per le professioni che ne pagheranno  il prezzo.
 
Ivan Cavicchi

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