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Venerdì 07 NOVEMBRE 2014
Cancro del rene. Identificato un oncosoppressore contro un tumore chemio-resistente

La proteina individuata potrebbe rendere più efficace il trattamento chemioterapico nel carcinoma a cellule renali, il più diffuso tumore del rene resistente alla chemioterapia. Il meccanismo di resistenza è legato alla diminuzione dei livelli della proteina TRIM8. Lo studio condotto l’Itb-Cnr  di Bari è stato pubblicato sulla rivista Oncotarget

Ogni anno vengono diagnosticati in Europa circa 86mila nuovi casi di carcinoma renale e solo in Italia oltre 8mila (5.600 uomini e 2.600 donne). I ricercatori dell’Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio nazionale delle ricerche (Itb-Cnr) di Bari hanno identificato una proteina che potrebbe rendere più efficace il trattamento chemioterapico nel carcinoma renale. Lo studio*, condotto da Mariano Francesco CaratozzoloFlaviana Marzano Elisabetta Sbisà, insieme ad altri ricercatori, è pubblicato sulla rivista scientifica Oncotarget.
 
Il carcinoma renale è un tipo di tumore resistente alla chemioterapia e alla radioterapia. I meccanismi di questa resistenza sono legati ai livelli cellulari della ‘proteina TRIM8’, ed in particolare alla riduzione di questi livelli, spiegano i ricercatori. “Abbiamo scoperto che nei carcinomi renali a cellule chiare i livelli cellulari della ‘proteina TRIM8’ diminuiscono drasticamente e questa diminuzione sarebbe responsabile della mancata attivazione dell’oncosoppressore p53, gene che codifica la proteina principalmente coinvolta nell’esecuzione dell’arresto della proliferazione cellulare e dell’apoptosi o ‘morte cellulare programmata’, indotta dai chemioterapici”, spiega Apollonia Tullo, ricercatrice dell’Itb-Cnr e coordinatrice del lavoro. In generale, un oncosoppressore è un gene coinvolto nel regolare il processo di crescita cellulare e dunque nel proteggere le cellule dall'avanzamento della neoplasia.
“Il carcinoma renale a cellule chiare è il tipo di cancro al rene più comune negli adulti ed è notoriamente resistente alla radioterapia e alla chemioterapia perché, pur riportando raramente una mutazione nel gene p53, presenta alterazioni in altre proteine che regolano l’attività e la stabilità di p53”, prosegue Tullo. 
I ricercatori del Cnr hanno dimostrato che ripristinando i livelli cellulari di TRIM8, le cellule diventano sensibili all’azione dei chemioterapici e la proliferazione tumorale viene bloccata in modo significativo. Per ulteriori dettagli sulle modalità di indagine si rimanda alla pubblicazione*.
 
“Questi risultati forniscono il primo collegamento ‘meccanicistico’ tra TRIM8 e la resistenza ai farmaci del carcinoma a cellule renali e suggeriscono, più in generale, che TRIM8 potrebbe potenziare l’efficacia della chemioterapia nei tumori in cui p53 è ‘non mutato’ (wild-type) e il suo percorso è difettoso”, si legge nello studio su Oncotarget.
“La scoperta apre promettenti prospettive terapeutiche sia per i pazienti affetti da carcinoma renale, che in generale per altri tumori che resistono all’azione dei chemioterapici, perché aggiunge un nuovo tassello alla comprensione dei meccanismi di arresto della proliferazione tumorale in risposta ai chemioterapici”, conclude la ricercatrice Cnr.

Lo studio è stato condotto in collaborazione con i ricercatori dell’Istituto di biomembrane e bioenergetica del Cnr di Bari (Alessio Valletti e Graziano Pesole), delle Università di Bari (Anna Maria D’Erchia, Francesca Mastropasqua, Italia Aiello) e di Foggia (Margherita Gigante, Elena Ranieri) e del Centro di ricerca di cancerologia di Lione (Hélène Simonnet).
 
Viola Rita
 
*M. Caracciolo et al., “TRIM8 anti-proliferative action against chemo-resistant renal cell carcinoma”, Oncotarget, Vol. 5,N° 17 83  June 8, 2014

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