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Mercoledì 29 OTTOBRE 2014
Lorenzin risponde anche al question time su eterologa, alzheimer, ebola

Nel Dl eterologa era previsto un registro dei donatori e non era invece previsto il limite di età di 43 anni. Domani potrebbe arrivare il via libera definitivo da parte della Conferenza Stato-Regioni al piano Nazionale Demenze. Mentre su Ebola per i militari americani di Vicenza si stanno applicando i protocolli internazionali. Così Lorenzin alla Camera rispondendo alle tre interrogazioni. 

Oggi la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, nel corso del question time alla Camera ha risposto a tre interrogazioni. La prima sul tema delle fecondazione eterologa proposta dalla deputata e collega di partito Eugenia Roccella.
La seconda interrogazione invece è stata presentata da Paola Binetti, PI, e ha riguardato le iniziative per ridurre l'incidenza dell'Alzheimer e delle diverse forme di demenza, infine l’ultima interrogazione, a firma Delia Murer, Pd, sul rischio eventuale di diffusione della tubercolosi e dell'ebola.
 
Sull’eterologa Lorenzin ha riferito che “gli uffici del mio Dicastero hanno predisposto uno schema di decreto-legge volto a disciplinare organicamente la materia della procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo, al fine di garantire in modo uniforme su tutto il territorio nazionale la sicurezza e la qualità delle relative procedure, a garanzia delle salute di tutti i soggetti coinvolti”.
Però, ha aggiunto “il Governo ha ritenuto di non intervenire con un provvedimento d'urgenza, rimettendo, invece, la questione all'iniziativa parlamentare, attesa la delicatezza della materia anche sotto il profilo etico. Nella proposta di decreto-legge era, in particolare, prevista l'istituzione di un registro nazionale dei donatori, indispensabile per garantire la tracciabilità donatore-nato a livello nazionale, nonché per conteggiare e monitorare il numero di nati da un medesimo donatore, al fine di non superare il numero massimo, da stabilirsi sempre a livello nazionale”.
 
“Nel mio provvedimento non era, invece, previsto il limite di età dei 43 anni per la donna ricevente. Infatti, ritengo che si debbano applicare per l'eterologa le stesse condizioni previste per la Pma omologa, dove, nella maggior parte dei casi, è il medico a valutare, caso per caso, sulla base delle condizioni di salute e di fertilità della donna. D'altra parte, ritengo che la natura stessa della procreazione medicalmente assistita eterologa ci impone di renderla effettivamente praticabile nei centri pubblici italiani”.
 
“È di tutta evidenza, che la successiva iniziativa assunta dalle regioni non ha eliminato la necessità di una regolamentazione statale per via legislativa, proprio al fine di garantire quella uniformità di trattamento, anche economico, delle coppie, la cui mancanza è stata stigmatizzata dalla Consulta nella sentenza sopra citata. Nell'attesa di un'auspicata e tempestiva definizione legislativa della materia, vorrei comunque rassicurare che il Ministero sta lavorando ai fini del recepimento per via regolamentare delle disposizioni europee riguardanti la donazione di cellule riproduttive da persone diverse dal partner”.
 
La ministra ha infine riferito che sta “valutando l'opportunità di offrire agli operatori del settore strumenti informativi come position paper dedicati che possano essere di riferimento comune a tutte le regioni per i sistemi di qualità e sicurezza dei centri di Pma, relativamente alla procedura di fecondazione eterologa anche alla luce delle imminenti direttive europee che regolamenteranno la codifica di cellule e tessuti attraverso l'introduzione del codice unico europeo. Da ultimo, faccio presente che quando la regolamentazione a livello nazionale sarà definita, almeno con l'istituzione del registro dei donatori, saranno avviate campagne informative specifiche sulla fecondazione eterologa”.
 
Sulla seconda interrogazione, Alzheimer e demenze, Lorenzin ha annunciato che “il Piano nazionale demenze è stato analizzato ed approvato in sede tecnica nella Conferenza Stato-regioni del 16 ottobre 2014. La valutazione politica è prevista nella seduta che la stessa Conferenza terrà domani 30 ottobre. Il Piano propone una strategia rivolta ad affrontare le demenze nei loro diversi aspetti, inclusa la riduzione del rischio. È di tutta evidenza, infatti, che è necessario pervenire il più rapidamente possibile ad una diagnosi precisa che permetta interventi farmacologici o psicosociali volti a contenere la progressione della malattia, in relazione allo stadio, al grado di disabilità e alla comorbilità. Il maggiore fattore di rischio associato all'insorgenza delle demenze è l'età e nell'attuale società l'impatto del fenomeno si presenta di dimensioni allarmanti ed è facile prevedere che queste patologie diventeranno, in tempi brevi, uno dei problemi più rilevanti in termini di sanità pubblica”.
 
Particolarmente importante, ha ribadito, “è la diagnosi tempestiva della malattia. La diagnosi tempestiva di demenza deve essere disponibile per tutti i cittadini che la richiedono nel momento in cui viene rilevata per la prima volta un'alterazione delle funzioni cognitive e comportamentali. Ricordo che per la prima volta il Piano nazionale prevenzione 2010-2012 ha incluso la tematica delle demenze tra le priorità di azione. Ciò verrà ribadito nella proposta del nuovo Piano nazionale quinquennale 2014-2018. Il modello della gestione integrata è oggi considerato l'approccio più indicato per migliorare l'assistenza alle persone con malattie croniche. Queste persone, infatti, hanno bisogno, oltre che di trattamenti efficaci e modulati su diversi livelli di gravità, anche di continuità di assistenza, informazione e sostegno per raggiungere la massima capacità di autogestione possibile.L'Italia è il primo Paese che ha puntato sulla creazione di centri specialistici dove viene assicurata la diagnosi di demenza che si coordina a una fase terapeutica. Appare oggi strategico promuovere un processo che miri ad individuare modalità e strutture che rappresentino il nodo di accesso alla rete integrata dell'offerta sanitaria e del supporto sociale, potenziando le eccellenze cliniche in ambito diagnostico, terapeutico e riabilitativo e sfruttando le esperienze finora acquisite. Una rete integrata sanitaria, socio-sanitaria e sociale consentirà al paziente, ai familiari e agli operatori sanitari di fruire in modo agevole di un qualificato riferimento clinico e assistenziale”.
 
“Il Piano nazionale demenze – ha concluso su questo Lorenzin – promuove e migliora gli interventi sugli aspetti terapeutici specialistici e sul sostegno d'accompagnamento del malato e dei familiari lungo tutto il percorso di cura. Per rendere omogenei gli interventi, il Piano è aggregato intorno ad obiettivi prioritari da cui discendono una serie di azioni. Sinteticamente, detti obiettivi sono rivolti ad incrementare la conoscenza della popolazione generale delle persone coinvolte nella problematica circa la prevenzione e la diagnosi tempestiva e il trattamento e l'assistenza, con attenzione anche alle forme di esordio precoce. È evidente, però che ci sono ancora molte lacune sui nostri territori, soprattutto per quanto riguarda l'assistenza e soprattutto per quanta riguarda anche alcuni tipi di patologie, di demenze sulle quali stiamo lavorando e proponendo anche modelli di controllo e di verifica con le regioni”.
 
Infine sulla vicenda Ebola e l'eventuale diffusione della tubercolosi Lorenzin ha esordito dicendo “questa è un'occasione per non fare allarmismo e dare una corretta informazione in un'Aula così autorevole e di fronte al Paese. Ad oggi come voi sapete sono pervenute al Ministero della salute diverse segnalazioni di casi sospetti, che però sono state tutte gestite secondo i protocolli previsti dalle circolari ministeriali emanate sull'argomento e tutti i casi sospetti hanno avuto esito negativo e anche per quanto riguarda la questione di Vicenza si stanno applicando i protocolli internazionali e per i militari di Vicenza vale esattamente quello che vale per i cooperatori italiani”.
 
“Per quanto riguarda le misure di prevenzione concordate da ultimo nella riunione straordinaria del 16 ottobre dei Ministri della salute che ho convocato insieme al Commissario Borg, comunico che vengono aggiornati sistematicamente i protocolli di screening, valutazione clinica, assistenza medica infermieristica a favore degli operatori umanitari italiani e del personale civile e militare, di rientro dai periodi di servizio svolti nei Paese in situazione epidemica”.
 
“Noi abbiamo chiesto che ci sia una informazione, una comunicazione omogenea in tutti i Paesi europei. Tale procedura si attua anche per tutte le grandi manifestazioni convegnistiche di rango internazionale, pensiamo soltanto alla nostra nazione con gli eventi della FAO o gli eventi legati al Semestre europeo. Ho proposto un sistema di tracciatura dei movimenti e dei contatti di soggetti a rischio nei singoli Paesi con la possibilità di geolocalizzare i viaggiatori internazionali che abbiano come meta Paesi terzi rispetto all'aeroporto di entrata come misura cautelativa ulteriore rispetto agli screening sanitari effettuati in uscita dagli aeroporti locali”.
 
“Viene mantenuto uno stretto contatto con le autorità federali statunitensi, britanniche e francesi oltre che con l'OMS a cui sono stati affidati i coordinamenti delle operazioni dei tre Paesi africani coinvolti dell'epidemia. Stiamo inoltre collaborando alla stesura delle linee di sperimentazione dei candidati vaccini e dei candidati farmaci per la prevenzione e la terapia della malattia. Ho proposto un coordinamento tra i Ministeri competenti e ricordo che è stato anche nominato un Coordinatore UE per l'ebola nella persona di Christos Stylianides”.
 
Comunico che nel DDL stabilità del 2015 abbiamo ottenuto lo stanziamento di risorse adeguate per l'acquisto di ulteriori dispositivi di protezione individuale per il personale medico e paramedico. Quanto alla tubercolosi evidenzio che nel nostro Paese il tasso annuale di incidenza della TBC è pari a 6,99 casi per centomila abitanti nell'anno 2012. L'Italia è pertanto ben al di sotto del limite che definisce la classificazione di Paese a bassa prevalenza: 10 casi per centomila. Stiamo comunque lavorando per migliorare la qualità della sorveglianza, della diagnosi e del trattamento della malattia specie tra i soggetti più svantaggiati”.
 
“Quanto all'operazione Mare nostrum ricordo che il Ministero della salute ha collaborato con propri medici all'attività della marina militare e colgo l'occasione per annunciare che il mio dicastero sta lavorando proprio in questi giorni ad un protocollo di intesa con i Ministri dell'interno e della difesa per assicurare anche dopo la fine della predetta operazione tempestivi controlli sanitari sui migranti. Da ultimo, per quanto riguarda le esigenze evidenziate dagli interroganti che sia assicurata una adeguata informazione al fine di evitare un inutile allarmismo non posso che condividere e assicurare anche per il futuro l'impegno del mio dicastero a continuare a fornire elementi di formazione completi. Approfitto di un ultimo minuto per dire che c’è l'attivazione di un numero verde che stiamo facendo presso il Ministero, oltre al fatto che presso il sito del Ministero ci sono informazioni aggiornate costantemente sull'andamento del virus, sui luoghi e sulle domande che vengono rivolte dai cittadini”.

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