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Mercoledì 12 GENNAIO 2011
Riordino ministero: prosegue alla Camera l’esame dello Schema di decreto

È ripreso ieri alla Camera l’esame del provvedimento di riordino del ministero della Salute. In commissione Affari Costituzionali si è discusso sull’opportunità o meno di un dicastero della salute considerato che ormai la maggior parte delle competenze è in mano alle regioni. La commissione Bilancio invece, preso atto del fatto che l’adozione del decreto non comporterà nuove spese, ha concluso i lavori sul provvedimento esprimendo parere favorevole.

Alla Camera dei Deputati sta andando avanti, dopo la pausa natalizia, l’esame nelle commissioni competenti ovvero Affari Costituzionali e Bilancio, dello Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento di organizzazione del ministero della Salute.

Nella I commissione Affari Costituzionali, gli interventi sono stati di natura politica, di valutazione sulla legittimità o meno di un riordino del ministero della Salute considerato che ormai la competenza in materia è di spettanza regionale. Mentre la V Commissione Bilancio ha espresso parere favorevole sullo schema di decreto.
 
I commissione Affari Costituzionali
Nella breve seduta di ieri sono da registrare gli intervenuti di Gianclaudio Bressa (Pd), Mario Tassone e Pierluigi Mantini (Udc) e Raffaele Volpi (Lnp). L’esponente del Pd ha detto di ritenere il modello organizzativo delineato nello schema “anacronistico” essendo le competenze in materia di organizzazione sanitaria passate nelle mani delle Regioni dopo la riforma del Titolo V della Costituzione. Più giusto sarebbe invece, secondo Bressa, un ministero con personale ridotto ma “altamente qualificato” visto che le competenze del dicastero seppur importanti sono comunque residuali.
In definitiva, per l’esponente del Pd, si tratta di una proposta “senza ambizioni” che rispecchia una concezione superata di quel che il ministero della Salute dovrebbe essere.
 
Sulla stessa linea l’Udc, che per bocca di Mario Tassone, ha manifestato forti perplessità sulla ricostituzione di un ministero della Salute considerato che le competenze in materia di organizzazione sanitaria sono passate alle Regioni. La nuova struttura che si va delineando non dovrebbe più dunque avere la dignità di ministero considerato che per molti aspetti si è configurata come un appendice dell’Economia.
 
Pierluigi Mantini, sempre Udc, dopo aver auspicato un chiarimento da parte dell’esecutivo sul disegno organizzativo di fondo proposto dallo schema che parla di riduzione del personale dirigente e di ricerca, ha ricordato che uno dei problemi di fondo della sanità italiana sta nel metodo di selezione dei dirigenti sanitari, a partire dal direttore generale.
Di fatto, gli incarichi sanitari sono “lottizzati tra le diverse forze politiche”.
Per contrastare questa tendenza il suo gruppo in passato ha evidenziato la necessità di stabilire requisiti uniformi sul territorio nazionale per la nomina alle posizioni dirigenziali nella sanità e di creare un’agenzia nazionale per la selezione dei dirigenti e per la formazioni di elenchi cui le regioni possano attingere al momento delle nomine. Compito questo che potrebbe essere affidato al ministero della Salute. ma di ciò non c'è traccia nello schema di regolamento in esame.
 
Raffaele Volpi rappresentante della Lega, è invece convinto del contrario e cioè nel momento in cui le competenze organizzative in materia sanitaria sono state trasferite alle regioni, un coordinamento a livello nazionale nella forma di un ministero della Salute sia indispensabile, in quanto è essenziale assicurare una supervisione a livello nazionale su tutta una serie di settori sanitari.
 
V commissione Bilancio
La V Commissione bilancio, preso atto delle precisazioni del sottosegretario all'Economia e alle finanze, Luigi Casero, relativamente al fatto che con l’adozione del decreto del Presidente della Repubblica di riordino del ministero della Salute “verrà assicurata l’invarianza della spesa” e che anzi “il ministero della Salute concorre al raggiungimento dei risparmi di spesa previsti dalle disposizioni in materia” ha espresso il proprio parere favorevole allo schema del decreto.
 
Stefano Simoni 

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