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Mercoledì 10 SETTEMBRE 2014
Ricerca medica. Grazie al computer Watson, la Mayo Clinic e Ibm corrono insieme contro il tempo

C’è un progetto pilota annunciato da Mayo Clinic e Ibm che cha hanno deciso di puntare su Watson, il computer cognitivo in grado di abbinare con rapidità i pazienti alle cure cliniche più adeguate. La sperimentazione è già in corso, l’obiettivo è tradurla in pratica clinica all’inizio del 2015. 

Velocità: questa è la parola chiave per sconfiggere malattie mortali come il cancro, ed è anche la parola d’ordine del progetto pilota in fase di sperimentazione annunciato da Mayo Clinic e Ibm che si serviranno del computer Watson per battere il tempo.
 
Watson, infatti, è in grado di abbinare rapidamente i pazienti alle cure più adeguate. “In una malattia come il cancro – ha spiegato Steven Alberts, primario di oncologia medica alla Mayo Clinic – ove il tempo è un fattore essenziale, la velocità e la precisione offerte da Watson ci permetteranno di sviluppare piani di trattamento individuali in modo più efficiente per fornire esattamente la cura che le esigenze dei pazienti richiedono”.
 
I ricercatori sperano, però, che la maggior velocità possa accelerare anche nuove scoperte. Infatti, gli studi clinici forniscono ai pazienti l'accesso a terapie nuove ed emergenti, ma coinvolgerli nei test è una delle attività più difficili della ricerca medica. Attualmente questa procedura è svolta dai coordinatori clinici che si occupano, attraverso le cartelle cliniche e le condizioni del paziente, di abbinarli a un determinato protocollo di studio.
 
Purtroppo molte ricerche non vengono completate a causa della scarsa partecipazione dei pazienti. Anche alla Mayo Clinic, che, in questo momento, sta conducendo oltre 8mila studi che coinvolgono l’uomo, solo il 5% dei pazienti prende parte agli studi. A livello nazionale, il tasso è del 3%. Il progetto Watson punta proprio ad aumentare la partecipazione e alla Mayo sperano di poter coinvolgere nella sperimentazione fino al 10% dei pazienti. I ricercatori sono convinti, infatti, che una maggiore partecipazione dovrebbe migliorare anche la qualità dei risultati della ricerca.
 
Le capacità cognitive di Watson, in sintesi, aiuteranno a vagliare gli studi clinici disponibili alla Mayo e a garantire che più pazienti possano essere abbinati accuratamente e coerentemente con le adeguate opzioni di sperimentazione.
 
"Accorciando i tempi tra l’inizio e il completamento degli studi, i nostri gruppi di ricerca avranno la possibilità di condurre indagini più approfondite e complete – ha dichiarato Nicholas LaRusso, gastroenterologo della Mayo Clinic e capo progetto nella collaborazione con Ibm – Abbinamenti più precisi, ci consentiranno di sviluppare, affinare e migliorare nuove e superiori tecniche mediche”.
 
Questa versione di Watson sarà progettata ad hoc per la Mayo Clinic e maturando attraverso la collaborazione, imparerà di più sui processi di abbinamento nelle sperimentazioni cliniche, diventando ancora più efficiente e probabilmente universalmente applicabile. Watson può anche aiutare a individuare i pazienti per studi clinici difficili, come quelli che coinvolgono le malattie rare.
 
“Utilizzando la capacità di calcolo di Watson, la Mayo Clinic potrà offrire ai pazienti opzioni mediche più all'avanguardia e concludere gli studi più velocemente – ha chiarito Mike Rhodin, senior vice president, Ibm Watson Group – In definitiva, questo sforzo aiuterà anche il progresso della scoperta scientifica consentendo nuove forme di cura che i medici potranno utilizzare per il trattamento di tutti i pazienti”. 

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