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Mercoledì 05 GENNAIO 2011
Speciale 2011. Le aspettative della sanità (seconda puntata)

Il bilancio 2010 e le aspettative per il nuovo anno di Vicenzo Carpino, presidente nazionale Aaroi-Emac; Miriam Guana, presidente Fnco; Giacomo Milillo, segretario nazionale Fimmg; Antonio Palagiano, responsabile nazionale Sanità dell'Italia dei Valori; Annarosa Racca, presidente Federfarma (vedi la prima puntata).

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Vincenzo Carpino, presidente Aaroi-Emac
Sarà un anno di intenso impegno per obiettivi di grande rilevanza
Il 2010 è stato senza alcun dubbio un anno molto pesante per la sanità e la dirigenza medica. Innanzitutto è stato grave il colpo inferto al sistema delle relazioni sindacali: con interventi “ope legis” sono stati smentiti accordi già sottoscritti, sono stati messi in atto il blocco dei contratti e delle retribuzioni, la decurtazione delle retribuzioni, è stata soppressa la specificità negoziale della dirigenza medica, è stato distorto il sistema di valutazione con l’imposizione della ripartizione della retribuzione di risultato al 25-50-25%.
Si è assistito alla contraddizione fra rottamazione e pensione a 70 anni, al blocco del turnover, alla diffusione selvaggia del precariato e del ricorso massiccio alle prestazioni aggiuntive per garantire lo standard assistenziale.
Abbiamo visto nascere la scuola di specialità di urgenza emergenza, che non risolverà i problemi del sistema e scontenterà le migliaia di medici che lavorano nei pronto soccorso di tutta Italia perché sarà in grado di diplomare solo un limitato numero di predestinati, espressione di una lobby interessata solo ad impossessarsi delle posizioni di vertice. Una nota meno nera, ma pur sempre grigia, è rappresentata dalla legge su terapia del dolore e cure palliative, che dividendo artificiosamente due funzioni che sono spesso mal distinguibili ha per lo meno il pregio di aver salvato all’ultimo momento la dignità della terapia del dolore non oncologico che interessa una fetta di popolazione enormemente più grande di quella affetta da dolore oncologico e che rischiava seriamente di essere dimenticata.
Date queste premesse le attese per il 2011 sono, nonostante il blocco del contratto, quelle di un anno di intenso impegno per raggiungere una serie di obiettivi di grande rilevanza quali la produzione di un Testo unico della contrattazione (progetto su cui l’Aaran concorda, ma che bisognerà perseguire con forza) e la definizione dei Contratti collettivi integrativi aziendali, in sospeso in moltissime aziende. Quest’ultima sarà anche l’occasione per affrontare nelle aziende il problema degli standard dei piani di lavoro e delle guardie in anestesia e rianimazione.
Confidiamo che il 2011 sarà l’anno della razionalizzazione dei punti nascita su standard di qualità e sicurezza, che consentiranno anche la diffusione dell’analgesia del travaglio di parto, e che sia anche l’anno in cui si definiranno finalmente per legge le competenze della disciplina di anestesia e rianimazione, ancora in attesa di definizione univoca, relativamente alla rianimazione, terapia intensiva, terapia del dolore e terapia iperbarica.
Vedremo inoltre l’inizio del percorso di istituzione delle reti di cure palliative e terapia del dolore: per quest’ultima in particolare la competenza professionale e storica degli anestesisti rianimatori ci rende certi di poter affrontare con successo questo progetto, che peraltro è in molti casi già realtà operativa da molti anni.
 

Miriam Guana, presidente Fnco - Federazione nazionale collegi ostetriche
Aspettiamo il ricettario ostetrico
In questo anno appena trascorso la Federazione nazionale dei Collegi ostetrici/che (Fnco), che rappresento, ha svolto un grande lavoro per valorizzare la professione, anche elaborando documenti, che abbiamo trasmesso alle aziende sanitarie territoriali e ospedaliere, che indicano come “utilizzare” al meglio la figura dell’ostetrica, perché ancora oggi ci sono dei contesti in cui questa figura non ha un’adeguata collocazione e questo crea confusione nell’utenza e costringe molte colleghe ad aspettare un anno o più dopo la laurea prima di trovare un pieno impiego.
Abbiamo sviluppato un grande collaborazione con gli interlocutori istituzionali, partecipando a molte commissioni ministeriali sui temi della salute della donna e della salute riproduttiva. Anche per questo nostro contributo preliminare, abbiamo accolto positivamente le Linee guida sulla gravidanza fisiologica, quelle sul parto cesareo e il Piano sui punti nascita presentato dal ministro Fazio, in particolare la scelta di separare i percorsi patologici da quelli fisiologici.
Inoltre, abbiamo pubblicato il nostro nuovo Codice deontologico, rivedendo il testo che era stato approvato dieci anni fa, con una maggiore attenzione al nostro ruolo per la salute complessiva della donna.
Per l’anno abbiamo in programma di monitorare attentamente l’attuazione della riforma universitaria, per garantire l’omogeneità dei contenuti formativi in tutte le realtà. Ci auguriamo poi che possa realizzarsi la riforma degli Ordini delle professioni sanitarie e che trovi seguito l’indicazione contenuta nel Piano sanitario nazionale 2010-2012 relativa all’introduzione del ricettario ostetrico per la prescrizione degli esami in gravidanza.
E poi stiamo già preparando il nostro prossimo Congresso, con una grande attenzione soprattutto allo sviluppo del programma scientifico: un’occasione di confronto e di crescita per tutta la comunità ostetrica.



Giacomo Milillo, segretario nazionale Fimmg – Federazione medici di medicina generale
La medicina generale aspetta una nuova legge. E finanziamenti agevolati
L’elemento più soddisfacente dell’anno passato è stata la rielezione, non tanto perché resto segretario quanto perché la Fimmg, a grande maggioranza, ha confermato l’adesione alla linea politica che abbiamo portato avanti in questi ultimi quattro anni.
Credo che sia stato molto positivo anche il lavoro fatto, sia con il ministero che con le regioni, per la legge di riforma della medicina generale. E positivo è anche il nuovo Psn, nel quale si afferma l’importanza dell’assistenza primaria e in essa della medicina generale.
Infine, abbiamo potuto trarre riscontri anche da una situazione in sé difficile. Infatti, nel fare i Piani di rientro, molte Regioni che non lo avevano compreso prima stanno realizzando adesso l’importanza della medicina generale.
Di negativo, invece, c’è stata tutta la vicenda dei certificati on line che ci ha tormentato abbastanza inutilmente, perché si poteva ottenere lo stesso risultato senza le aggressioni, le minacce e le scorrettezze che sono state compiute. Siamo contenti di aver avuto il ministro della salute al nostro fianco e di essere riusciti comunque a conservare un tono civile, facendo quello che dovevamo e potevamo fare. Il risultato è che,  per i quali non ci assumiamo nessuna responsabilità e che sono tutti imputabili alla struttura, si sono potuti registrare notevoli progressi nel sistema.  Negativa è stata certamente anche la situazione di instabilità politica che ha reso ancora più difficile sopportare la manovra economica e il blocco degli accordi collettivi. Una instabilità che, al di là degli immediati interessi dei mmg, destabilizza il paese e lo fa soffrire e noi con loro.
Per l’anno a venire temo che l’instabilità politica non trovi facile soluzione, ma spero che i segnali di ripresa economica diano un po’di fiducia.
Per la Medicina Generale spero che si arrivi ad ottenere la modifica della legge e a definire degli accordi con le Regioni con i Piani di rientro che abbiano come base un coordinamento nazionale. Abbiamo poi un terzo obiettivo, innovativo. Stiamo cercando infatti di trovare nuovi fronti, al di là del finanziamento pubblico, capaci di sostenere gli investimenti nei fattori di produzione necessari  per lo sviluppo dell’assistenza primaria. Ma per adesso è un progetto “top secret”.


Antonio Palagiano, responsabile nazionale Dipartimento Sanità e Salute Idv
Se quest’anno è stato devastante, il prossimo rischia di essere ancora meno roseo
Il bilancio del 2010 è pessimo. I piani di rientro, seppur necessari, hanno portato a tagli orizzontali senza distinzione. Tutti i tagli fatti sono sbagliati e credo, per esempio, che in futuro il blocco del turn over con il personale che va in pensione porterà a liste d’attesa e disservizi a tutto vantaggio del settore privato.
Se quest’anno è stato devastante il prossimo rischia di essere ancora meno roseo. In commissione abbiamo lavorato con passione sul provvedimento del “governo clinico” legge che si poneva l’obiettivo la razionalizzazione e la riorganizzazione del Ssn.
Noi dell’Idv volevamo tagliare quell’anello maledetto che lega la politica alla sanità e che dà al Dg tutti i poteri dell’azienda. Per fare questo abbiamo proposto un albo unico dei direttori generali che devono essere persone di comprovata esperienza in campo amministrativo, affermate, per evitare che il riciclato o il trombato di turno diventi un manager.
Ma questo progetto di governo clinico è stato bloccato appena approdato in Aula e, ritornato in commissione, è stato messo su un binario morto e non se ne è più parlato.
La sanità è garantita dalla Costituzione e non può essere erogata a macchia di leopardo. Credo che occorra razionalizzare l’erogazione del servizio cambiando le regole per l’assunzione dei Dg e cercando di riaffidare la sanità ai medici togliendola ai politici.
Se si mettessero tutte le dirigenze mediche in mano a persone competenti ci sarebbe davvero una rivoluzione. Purtroppo però non è così e sono i cittadini che pagano le spese, sia in termini di costi veri e propri, che di costi di salute nel senso che quando si parla di malasanità molto spesso dipende dal fatto che le persone che erogano la sanità sono quelle che sbagliano di più.


Annarosa Racca, presidente Federfarma
Per la farmacia un anno vissuto intensamente
L’anno appena trascorso è stato davvero intenso. Sia sul piano interno , sia su quello esterno. Il sindacato dei titolari ha conosciuto un periodo di forte conflittualità che però, per fortuna e per impegno, si è chiuso in un atmosfera di serenità: le divisioni si sono ricomposte grazie anche all’approvazione del nuovo Statuto e della nuova composizione del Consiglio di presidenza: una Federfarma più snella che ha conosciuto nella Convention conclusiva dello scorso dicembre un momento di “ricompattamento. È stata una manifestazione contraddistinta proprio dalla voglia di serrare le fila, di tornare a sentirsi uniti e di lavorare su proposte condivise dall’intera categoria.
Non possiamo poi dimenticare quanto accaduto con la manovra economica estiva: un momento che avrebbe anche potuto minare la sopravvivenza del nostro sistema: l’onere propostoci dal Governo non potevamo davvero accollarcelo, pena la chiusura di numerose farmacie. Abbiamo quindi lottato con tutti i mezzi a nostra disposizione per dimostrare il pericolo che incombeva sulla capillarità del servizio: una norma da modificare, quindi spalmandone il contenuto su tutta la filiera.
Le battaglie del 2010 non sono certo finite qui: l’Antitrust è tornato ancora una volta a battere sul tasto della liberalizzazioni delle farmacie quasi che questa fosse la panacea per tutti i problemi del settore. Per fortuna, in controtendenza, c’è stata la sentenza della Corte di Giustizia Europea nel caso Asturie che ha confermato la necessità, per ciascuno Stato, di un sistema di regole a tutela della salute dei cittadini. Le regole non esistono per avvantaggiare qualcuno a danno di qualcun altro: la salute è un bene e il farmaco, a sua volta, è un prodotto che non può essere assoggettato alle normali regole del commercio. La battaglia però non è finita e dovrà vederci sempre in prima linea: basti pensare alla crescita in quasi tutta Italia dei grandi centri commerciali nei quali i corner farmaceutici hanno un posto di rilievo: dobbiamo conservare la nostra compattezza per poter contrastare efficacemente queste “cattedrali del consumismo” e mantenere accesa la luce del nostro servizio, a disposizione dei cittadini, in ogni parte d’Italia, anche la più piccola.
In questo dobbiamo riconoscere il valore del sostegno venutoci dal ministero della Salute: suo compito istituzionale è quello di tutelare il bene primario della salute dei cittadini. E per questo vuole che sia affidato a persone che non ne vedano solo l’aspetto economico ma sappiano rispondere con professionalità alle richieste di benessere della popolazione .
Un ulteriore, importantissimo sostegno c’è venuto anche dalla gente: lo testimonia quanto rilevato dal Censis ma anche dall’indagine che ogni due anni conduce il Cfmt (Centro di formazione del management del terziario) per conto della Confcommercio. Lavori che testimoniano entrambi l’apprezzamento dei cittadini nei confronti del nostro servizio. Merito di tutti i colleghi che ogni giorno mettono a disposizione della gente, professionalità e umanità.
In ultimo vorrei ricordare anche l’accordo sulla sicurezza siglato con il ministero dell’Interno: un passo in avanti per garantire la sicurezza non solo della farmacia ma anche dei pazienti che vi accedono, contro le centinaia di furti e rapine che i nostri esercizi – considerati quasi dei “bancomat” dalla microcriminalità – subiscono quotidianamente in tutta Italia.
È stato, insomma un anno vissuto faticosamente: ma che ci ha anche portato a raggiungere obiettivi determinanti per il nostro futuro: il ritorno in farmacia di alcuni farmaci ospedalieri innovativi è uno di questi. Ma forse il più importante è stato il sì delle Regioni – anche se con qualche “distinguo” – ai decreti attuativi della farmacia dei servizi.
Adesso, a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno abbiamo già scadenze importanti in agenda.
In primo luogo la definizione del nuovo metodo di remunerazione delle farmacie; lo snodo intorno al quale si muovono pressoché tutte le altre novità. Alla sua soluzione è certamente legato il rinnovo della Convenzione, scaduta da molti anni e sempre prorogata. Ma anche la stessa attivazione dei nuovi servizi.
E, in ultimo, la legge di riordino del servizio farmaceutico. È questa la partita più importante che però, dovrà tener conto per essere conclusa, di tutti gli altri fattori appena citati.
Insomma, il 2010 è stato un anno vissuto intensamente. E quello a venire non lo sarà di meno.
 

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