quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Venerdì 29 AGOSTO 2014
Piemonte. In arrivo piano contro il gioco d'azzardo patologico

Saitta e Chiamparino lanciano l'allarme: "Negli ultimi anni i pazienti gravi sono più che quadruplicati". La giunta regionale definirà le linee di indirizzo e presenterà al Consiglio regionale un piano triennale per prevenire e ridurre il rischio dal gioco e per contrastare la dipendenza.

Il Piemonte prepara un piano per contrastare il gioco d’azzardo patologico, puntando sul coinvolgimento degli enti locali, delle scuole e del volontariato, delle associazioni antimafia, delle parrocchie, delle banche e degli istituti di credito.

“In Piemonte - spiegano il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, e l'assessore alla Sanità, Antonio Saitta - la spesa per il gioco supera i 5 miliardi di euro e purtroppo negli ultimi anni i pazienti affetti in forma grave da gioco d'azzardo patologico sono più che quadruplicati. Riteniamo sia un dovere morale  intervenire su questo settore che rovina centinaia di famiglie e comporta peraltro costi crescenti a carico della sanità pubblica. L’ultima legge regionale finanziaria, approvata nel febbraio scorso dal Consiglio regionale, prevede all'art.7 proprio una serie di misure per la prevenzione ed il contrasto delle forme di dipendenza dal gioco d'azzardo lecito. Da qui, l’accelerazione a seguire con priorità ed attenzione questa tematica”.

La legge prevede che la Giunta regionale definisca linee di indirizzo e presenti al Consiglio regionale un piano triennale per prevenire e ridurre il rischio dal gioco d'azzardo patologico (Gap) ed il contrasto alla dipendenza, ma anche per il trattamento terapeutico ed il recupero sociale dei soggetti affetti da sindrome da Gap, promuovendo la consapevolezza dei rischi correlati al gioco, ancorché lecito, per salvaguardare le fasce più deboli e maggiormente vulnerabili della popolazione, nonché la cultura del gioco misurato”.

“A breve il nostro piano sarà pronto - annuncia l'assessore Saitta - Nostri interlocutori dovranno essere prioritariamente i commercianti, perché la normativa regionale approvata prevede che dal 1° gennaio 2015 per tre anni l'aliquota Irap sia ridotta dello 0,92% per gli esercizi che provvederanno volontariamente alla completa disinstallazione degli apparecchi da gioco e nello stesso tempo che aumenti dello 0,92% a carico di quegli esercizi nei quali le micidiali macchinette resteranno installate”.
   
“Vogliamo sollecitare i sindaci del Piemonte ad assumere decisioni sull'insediamento dei locali dove si gioca, per evitare che siano presenti intorno a luoghi sensibili, come le scuole”, aggiunge Chiamparino.
  
Se in Italia la stima dei giocatori d'azzardo patologici varia dallo 0,5% al 2,2% (dati Ministero della Salute), in Piemonte i casi conclamati e quindi presi in carico dai servizi che in ogni Asl e Aso si occupano delle dipendenze sono stati lo scorso anno 1.256, in prevalenza uomini, età media di 47,9 anni con una media di soggetti a rischio che in Piemonte è più alta di quella nazionale.

“Se pensiamo che mediamente un paziente in carico ai SerD costa oltre 2.000 euro l’anno con un costo stimato che non tiene conto di eventuali costi aggiuntivi per ricoveri in strutture residenziali specialistiche - aggiunge Saitta - e che in un anno i nuovi utenti sono stati 578, ci rendiamo conto di quanto sia urgente intervenire per impedire il più possibile il diffondersi del fenomeno, aggravato certamente anche dalla crisi economica”.

Tutte le Asl del Piemonte hanno servizi per il trattamento del Gap all’interno dei Dipartimenti di Patologia delle Dipendenze, la maggior parte come servizi strutturati specificatamente, un parte minore come gruppi di operatori che si interessano dell'area specifica. Gli ambulatori che offrono un servizio Gap sono 38, mentre le equipe di lavoro 33. Complessivamente il personale pubblico dedicato al GAP ammonta a 207 operatori (quasi tutti a tempo parziale), di cui 40 medici, 62 psicologi, 45 educatori, 22 infermieri, 29 assistenti sociali. Un dato di cui tenere conto è anche quello legato al coinvolgimento giovanile: oltre il 40% dei giovani tra i 14 e i 19 anni dichiara di aver provato a giocare almeno una volta. Sull’educazione e la prevenzione al gioco d’azzardo la Regione Piemonte nel recente passato si era attivata con una campagna rivolta alle scuole ed aveva coinvolto 8.000 studenti.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA