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Venerdì 01 AGOSTO 2014
Tabacco. CdM approva decreto per il riordino delle accise: l'aliquota sale dal 58,5% al 58,7%
L'intervento prevede un “onere fiscale minimo”, l’accisa più Iva, pari a 170 euro il chilogrammo. Novità anche per la tassazione del tabacco trinciato. Approvato inoltre un regolamento per i procedimenti amministrativi di competenza del Ministero dela Salute.
Consistenti novità fiscali per il comparto dei tabacchi. Su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan, il Consiglio dei ministri ha approvato in esame preliminare, al fine dell’invio alle Commissioni parlamentari, uno schema di decreto legislativo in materia di tassazione dei tabacchi lavorati, dei loro surrogati e dei fiammiferi. Il provvedimento, sottolinea una nota, “discende dalla delega conferita al Governo a definire un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita e, in particolare, ad introdurre norme per la revisione delle imposte sulla produzione e sui consumi”.
Per i tabacchi il Governo ha ritenuto opportuno “modificare un regime di imposizione (quello della cosiddetta accisa minima) che, nei fatti, esiste ormai solo sul piano formale (tenuto conto delle ripetute pronunce di sua disapplicazione) e non persegue più le finalità per le quali lo stesso era stato introdotto”. L’intervento mira a superare la questione di pregiudizialità sollevata in materia innanzi alla Corte di Giustizia e persegue obiettivi di riduzione dell’accessibilità del tabacco e di tutela della sicurezza dell’attuale gettito erariale.
Il decreto modifica il regime di imposizione della cosiddetta “accisa minima” e assicura il mantenimento dell’attuale gettito erariale. Lo schema prevede un “onere fiscale minimo”, l’accisa più Iva, pari a 170 euro il chilogrammo. Questa previsione, spiega la nota del Governo, “risulta coerente con gli obiettivi propri di un onere minimo di tassazione (esigenza di tutela degli interessi erariali e della salute pubblica), in quanto incide in misura più rilevante sui prezzi molto bassi ed in misura più attenuata sui prezzi via via più elevati, così da implicare un riposizionamento verso l’alto dei prodotti di prezzo basso e molto basso”. Il provvedimento eleva quindi l’aliquota dal 58,5 per cento al 58,7 per cento.
Il decreto prevede anche la modifica dell’accisa minima del “tabacco trinciato fino” per arrotolare le sigarette, con l’applicazione di un’accisa minima pari a euro 115 il chilogrammo. Oggi l’accisa minima è pari a euro 105,30 il chilogrammo.
Viene introdotta la nuova categoria dei “tabacchi da inalazione senza combustione", per i quali prevede una disciplina specifica, sia rispetto alle normali sigarette sia rispetto ai prodotti per l’inalazione senza combustione di sostanze diverse dal tabacco già in commercio. Per questi prodotti si prevede una tassazione calibrata su quella che grava sulle sigarette, attraverso l’introduzione di un’accisa pari al 60 per cento di quella che grava sull’equivalente quantitativo di sigarette, calcolata con riferimento al prezzo medio ponderato di un chilogrammo convenzionale rilevato per l’anno 2013. La minore tassazione si giustifica considerando la minore nocività del prodotto rispetto alle sigarette tradizionali.
Lo schema di decreto legislativo rivede anche la tassazione dei liquidi, che non hanno una funzione medica, immessi nelle cosiddette “sigarette elettroniche”. In particolare, la norma stabilisce, anche per questa tipologia di prodotti, l’applicazione di un’imposta commisurata a quella delle sigarette ma ridotta, in considerazione della loro minore nocività.
Analogamente ai tabacchi da inalazione senza combustione, anche in questo caso è previsto un procedimento per determinare l’equivalenza con un chilogrammo convenzionale di sigarette e, da qui, determinare l’accisa, in misura ridotta del 40 per cento dell’accisa gravante sull’equivalente quantitativo di sigarette, calcolata con riferimento al prezzo medio ponderato di un chilogrammo convenzionale rilevato per l’anno 2013. Viene, infine, eliminata l’imposta di consumo sui fiammiferi, con conseguente liberalizzazione della produzione e della vendita.
Il Consiglio ha inoltre approvato, su proposta del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin e del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, un regolamento che individua i procedimenti amministrativi di competenza del Ministero della salute la cui durata può eccedere i novanta giorni generalmente previsti dalla legge n. 241 del 1990, con l’obiettivo generale di favorire l’utenza e le imprese coinvolte. La durata media dei procedimenti individuati dal regolamento approvato è di circa 169 giorni, con una riduzione percentuale maggiore del 30%. Il Consiglio di Stato ha già espresso parere favorevole sul provvedimento.
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