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Sabato 18 DICEMBRE 2010
Piano sangue: “L’Italia a una svolta epocale”
Il direttore del Centro nazionale sangue, Giuliano Grazzini, intervistato da Quotidiano Sanità, definisce così il pacchetto di provvedimenti approvato in conferenza Stato-Regioni. Un vero e proprio “Piano sangue” che comprende il documento di Programmazione del fabbisogno e dell’autosufficienza per l’anno 2010 e un Accordo sui Requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici e sul Modello per le visite di verifica dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta del sangue e degli emocomponenti.
Intervista a Giuliano Grazzini, direttore del Centro nazionale sangue
I servizi di trasfusione e raccolta sangue nel nostro Paese esistono da molti anni e complessivamente garantiscono un buon livello di qualità e sicurezza. Devono però fare quei passi in avanti in termini di crescita e sviluppo. Soprattutto creando un efficace sistema di rete e innalzando i livelli di qualità delle strutture, dell’organizzazione e delle tecnologie, appunto. L’Italia sta facendo un grande sforzo in questo senso, e l’Accordo Stato-Regioni è una tappa importantissima verso questo obiettivo.
Sicuramente l’introduzione di requisiti organizzativi più stringenti ed efficienti di quelli attuali. In particolare per quanto riguarda la gestione delle procedure, come quella della manipolazione del sangue e della sua validazione. E poi l’introduzione di criteri di sicurezza ancora più accurati e l’utilizzo di tecnologie ancora più avanzate di quelle che oggi si trovano in alcuni centri. C’è complessivamente una forte apertura a tutte le innovazioni, anche quelle che riguardano, ad esempio, le cellule staminali.
Un aspetto essenziale è che nell’era del federalismo e dell’autonomia regionale, tutte le Regioni abbiano condiviso questo percorso, approvando il dettato europeo che prevede che ogni 2 anni tutti i servizi trasfusionali e di raccolta sangue di Italia vengano sottoposti a valutazioni e verifiche effettive, svolte da apposite commissioni regionali supportate dall’organismo centrale, cioè dal Centro nazionale sangue, che si occuperà della formazione tecnica di queste commissioni.
Non c’è alcuna intenzione di creare un sistema poliziesco, ma sicuramente c’è l’intenzione di individuare le criticità e i punti deboli per mettere in campo le azioni necessarie a sanarli e migliorare.
È un percorso molto impegnativo, ma virtuosissimo, che punta a garantire la qualità e la sicurezza dei cittadini. Anche nella convinzione che un sistema che funziona sia anche un input alla donazione di sangue da parte della popolazione.
Attualmente le difficoltà maggiori si registrano in Sardegna, Sicilia e Lazio. Per la Sardegna questo dipende dall’alto numero di malati di talassemia, che richiede continuo utilizzo di unità di sangue. La Sicilia, negli ultimi anni, ha compiuto grandi passi avanti e forse, entro un anno, riuscirà ad essere autosufficiente.
In tutta Italia abbiamo assistito a una maturazione sistemica veramente forte negli ultimi anni e questo ci dà motivo di essere ottimisti riguardo all’attuazione dell’Accordo. Il sistema si sta veramente avviando a una svolta epocale e questo ci è stato riconosciuto anche dalla Commissione Europea.
L’emanazione di Linee guida per l’accreditamento che saranno sviluppate da un Tavolo tecnico nazionale coordinato dal Centro nazionale sangue e al quale siederanno le Regioni, le Società scientifiche di settore e le associazioni dei donatori, che sono un tassello importantissimo dell’intero sistema e che hanno partecipato in prima persona a tutto questo percorso.
Sarà un documento molto tecnico, scientifico e gestionale, che mirerà a presidiare la qualità, la standardizzazione e razionalizzazione delle attività.
L’auspicio è di vederlo pubblicato entro il prossimo mese di marzo.
La carenza di risorse. Finché si parla di adeguamenti organizzativi, infatti, si può pensare che sia sufficiente orientare i comportamenti. Già quando si parla di adeguamento tecnologico, occorrono investimenti, anche se si può pensare a qualche risparmio nelle scelte di aggiornamento delle strumentazioni. Quando si parla di strutture, le risorse che servono sono consistenti e reperirle potrebbe non essere semplice.
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