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Mercoledì 18 GIUGNO 2014
Stamina. L’ennesimo paradosso di un Ssn ormai ingovernabile

Una sequela di provvedimenti adottati in Tribunale ha potuto condurre al disconoscimento di qualunque regola sull’erogazione delle cure sanitarie. Laddove si crea un vuoto, esso viene inevitabilmente riempito. La politica e la magistratura tornino a fare ciascuna la propria parte, e restituiscano ai medici la loro

“Le numerose e vibrate proteste conseguenti agli ultimi sviluppi della complicata vicenda “Stamina” non sono riuscite a sollevare, almeno finora, l’assordante silenzio degli Organismi di autogoverno della magistratura, calato come un sipario sulla sentenza del Tribunale di Pesaro, ultima di una serie, che il 5 giugno scorso ha provveduto per la prima volta, con uno spettacolare escamotage giuridico-amministrativo, alla nomina di un ‘commissario ad acta’ affinché presso gli Spedali Civili di Brescia ad un bimbo affetto dal morbo di Krabbe fosse somministrato il trattamento in questione.

In tal modo si è dato inizio ad una sequela di paradossi, verificatisi anche attraverso sconcertanti commistioni di compiti “ausiliari” di Organismi amministrativi con ruoli sanitari, e si sono realizzate le più inimmaginabili condizioni, come disposto dalla sentenza, per l’aggiramento dell’intervenuta indisponibilità dei medici bresciani alla somministrazione di un “protocollo terapeutico” della cui assurdità ormai chiunque è al corrente, anche sull’ampissima base dei retroscena riportati nel tempo, e con un’abbondante dovizia di particolari, dai media nazionali ed internazionali.

La questione è ormai talmente conosciuta e dibattuta, non solo dagli “addetti ai lavori”, ma dall’intera opinione pubblica, che è del tutto inutile ripercorrerne l’inconcepibile iter.

Ciò che invece diviene finalmente diagnosticabile, dalle ultime vicende di cronaca, è la malattia ingravescente da cui è affetto il nostro SSN: l’ingovernabilità; nella vicenda “Stamina”, una sequela di provvedimenti adottati in Tribunale ha potuto condurre al disconoscimento di qualunque regola sull’erogazione delle cure sanitarie.

L’Aaroi Emac condivide in pieno, nel merito, le chiarissime e unanimi posizioni dell’intera comunità scientifica nazionale ed internazionale, nel mentre, per quanto riguarda la loro valenza formale e sostanziale, ne registra con desolazione la delegittimazione operata da certe sentenze, sull’onda di una malintesa e distorta azione giuridica di tutela del bene salute. Una tutela sempre più esplicitamente sottratta alla scienza e alla coscienza dei medici, anche a causa e a favore di certe aspettative di pazienti e familiari (“le prime vittime”, come le ha definite la FNOMCeO), comprensibili sul piano umano, ma la cui strumentalizzazione ad arte non può di certo pretendere di rendere giustificabili su quello operativo.

Ecco perché la nostra Associazione Sindacale, che opera oggi più che mai in stretta sinergia con  le Società Scientifiche di categoria, conferma, come sempre ha fatto in loco, la massima solidarietà ai Colleghi e all’attuale Amministrazione degli Spedali Civili di Brescia, che hanno ereditato scelte pregresse ancora al vaglio della magistratura, condivide la nota della FNOMCeO e ribadisce che, allo stato attuale, nessuno può autorizzare né imporre procedure scientificamente non validate, o addirittura minacciare persecuzioni giudiziarie contro chi non si adegua alle più o meno “forti” pressioni in tal senso.

E’ inoppugnabile l’analisi del Dr Massimo Valsecchi sui danni conseguenti all’impatto del sistema giustizia sul sistema salute, in questa ed in altre vicende, così come sono innegabilmente fondati, nelle loro rispettive considerazioni, le preoccupazioni dell’On. Benedetto Fucci e lo sconcerto del Ministro Lorenzin. E di sicuro non basterà la pronuncia della Corte europea per i diritti dell’uomo (ECHR) per risolvere il malinteso, avallato dalle norme legislative italiane, sulle “cure compassionevoli”.

“A Brescia è morto lo Stato italiano” ha amaramente commentato la Sen. Cattaneo: anche se al peggio non c’è limite, vogliamo sperare che non sia così, e che esso abbia subito “solo” un durissimo colpo.
“È necessario riportare la vicenda in un ambito scientifico. Gli altri ambiti si sono dimostrati molto deboli” ha affermato ieri il Ministro Lorenzin. Appunto.

Laddove si crea un vuoto, esso viene inevitabilmente riempito. Ma la magistratura colma i vuoti lasciati dalla politica, e insieme esse creano un vuoto di governance sanitaria del SSN, colmato poi dall’una o dall’altra in maniera pantocratica e/o discrasica secondo i rapporti di forza del momento. Ma se il primo problema non rientra negli ambiti di interesse dell’AAROI-EMAC, altrettanto non può certo dirsi per quanto riguarda il secondo: la politica e la magistratura tornino a fare ciascuna la propria parte, e restituiscano ai medici la loro, beninteso nel rispetto delle regole, che nel SSN sono oggi sempre più latitanti anche a causa della progressiva emarginazione dei Sindacati, che in questi giorni sta raggiungendo il fondo per determinata intenzione dell’attuale Governo.

Alessandro Vergallo
Presidente Nazionale AAROI-EMAC

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