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Sabato 14 GIUGNO 2014
Riforma PA. Troise (Anaao): “Questa volta non si cambia verso”

L’ennesima riforma della previdenza dopo quella del Ministro Fornero, realizzata con un decreto legge, continua a non tenere conto della specificità e della delicatezza dell’attività medica. Bene invece le risorse per i contratti di formazione medica specialistica

In attesa di conoscere i testi finali, il pacchetto Sanità approvato ieri dal CdM tra i provvedimenti sulla pubblica amministrazione, presenta poche luci e molte ombre.
 
Sono certo da valutare positivamente la disponibilità di risorse economiche aggiuntive per i contratti di formazione medica specialistica, che ridurranno il gap tra laureati e specializzandi, le facilitazioni per cittadini affetti da patologie croniche in merito alla prescrizione dei farmaci e l’eliminazione dell’obbligo di assicurazione per i medici.
 
Destano non poche preoccupazioni, invece, le norme sulla mobilità coatta se non escludessero, come pareva alla vigilia, scuola e sanità, e quelle sul pensionamento.
 
L’ennesima riforma della previdenza dopo quella del Ministro Fornero, realizzata con un decreto legge, continua a non tenere conto della specificità e della delicatezza dell’attività medica, prevedendo nelle strutture sanitarie più o meno immediate decapitazioni di saperi e competenze non facilmente, ed immediatamente sostituibili. Mentre la funzionalità degli uffici giudiziari ha imposto una opportuna gradualità, la scure sui medici è immediata con buona pace di posti di lavoro che non serviranno alla staffetta generazionale, ma al risanamento dei conti regionali, e di un impoverimento di competenze e capacità professionali che darà l’ennesimo colpo alla sanità pubblica. Ed anche i 15000 nuovi posti di lavoro attesi rischiano di essere un’illusione tenendo conto dei tempi e della farraginosità delle procedure concorsuali e comunque non potranno in tempi brevi sostituire il sapere ed il saper fare in uscita.
 
Insomma, un regalo alla sanità privata che, accreditata o meno, utilizzerà elevate competenze professionali formatesi anche a spese del pubblico, per fare concorrenza alla sanità pubblica.
Ovviamente, non sono stati sanati gli effetti punitivi introdotti a danno dei pubblici dipendenti, medici e dirigenti sanitari compresi, da ben 15 provvedimenti legislativi in vigore.
 
Ora è più chiaro il perché governi vecchi e nuovi si ritrovino uniti a bloccare il rinnovo dei contratti di lavoro. Cosa porterebbero al tavolo oltre a rottamazione, penalizzazioni, limitazione delle prerogative sindacali?
Un cambio di verso, forse. Ma in meglio o in peggio per i medici ed i pazienti?
 
Costantino Troise
Segretario Nazionale Anaao Assomed

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