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Venerdì 13 GIUGNO 2014
Tom Tom e occhi bionici per la cura dei tumori del naso e del basi cranio
Approcci endoscopici multidisciplinari mininvasivi, anche in casi di tumori in sedi complesse e scomode, che hanno permesso di migliorare le performance. Su 20 mila casi trattati negli ultimi 20 anni, qualità della vita migliorata dell’80% e benefici anche in termine di sopravvivenza a 5 e 10 anni. Ce lo raccontano gli esperti.
Non si può più perdere la bussola, neanche in sala operatoria. Strumentazioni altamente tecnologiche che neuronavigando all’interno del campo operatorio – come una sorta di ‘tom tom’ endoscopico chirurgico – non solo creano un campo magnetico ma permettono di localizzare con precisione millimetrica la sede in cui opererà lo strumento chirurgico (e quindi la mano del chirurgo) consentono efficacia, radicalità nell’asportazione della malattia, sicurezza operatoria anche per i tumori di localizzazione anatomica più difficile. Come quelli endonasali, del basi cranio, spinali ed endoventricolari che, fino ad ora, imponevano grossi limiti di trattamento. E poi ancora endoscopi – l’occhio bionico del chirurgo – che fanno osservare la malattia, permettendo di toccarla virtualmente e esaminarla anatomicamente, dall’interno; schermi ad alta definizione con aumentata profondità di campo e in 3D; lo sviluppo di trapani orientabili, aspiratori ad ultrasuoni, fibre laser e doppler supportano la precisione dell’asportazione della tumore ma preservando le strutture sane. Poi, oltre allo strumentario, il corredo di nuovi materiali emostatici, sigillanti e riepitelizzanti concorre ad una maggiore sicurezza durante l’intervento ed una più rapida guarigione della sede chirurgica.
Tutto ciò si traduce in una ottimizzazione delle performance chirurgiche, con la possibilità di raggiungere attraverso cavità naturali, quali le fosse nasali ed i seni paranasali, lesioni in punti critici (nervi cranici ed ottici, carotide interna, bulbi olfattori) ritagliando l’intervento su misura della patologia con un netto miglioramento della sopravvivenza e della qualità della vita.
Teatro delle novità chirurgiche ed endoscopiche è stato il 6th World Congress for EndoscopicSurgery of the Brain Skull Base & Spine & Second Global Update on Fess, the Sinuses& the Nose, tenutosi a Milano dal 14 al 17 Aprile scorsi e presieduto da Paolo Castelnuovo, Giorgio Frank, Davide Locatelli ed Ernesto Pasquini, che oggi tornano a spiegarci i progressi in questo ambito.
“Le nuove tecnologie – spiega Paolo Castelnuovo, uno dei quattro presidenti di EndoMilano 2014 e direttore della Clinica Otorinolaringoiatrica all’Università dell’Insubria-Varese – sono state fondamentali nella cura del paziente, sia in ambito diagnostico che chirurgico. Perché hanno dato un’enorme possibilità di ottimizzazione della visione del campo chirurgico interno, grazie all’utilizzo delle fibre a visione grandangolare presenti nelle telecamere in Full-HD, con la possibilità di avere 4 o 5 settaggi che si adattino al tipo di tessuto che si sta osservando anche in presenza di maggiore sanguinamento (perché il sangue assorbe la luce e rende scuro il campo operatorio). Una possibilità, questa, che rende personalizzabile al 100% il setting chirurgico raffinando la tecnica, l’esperienza e la sensibilità del medico stesso, riuscendo in questo modo ad essere sempre più preciso”.
Ma le novità non finiscono qui: “La recente creazione di ottiche 3D – continua Castelnuovo – permette inoltre una visione bioculare del campo chirurgico dando una migliore percezione del senso di profondità, aumentando il dettaglio dell’immagine soprattutto nella chirurgia endocranica, cioè all’interno della scatola cranica. Ma migliorano anche il riconoscimento delle varie strutture come nervi, vasi sanguigni e pareti tumorali, facilitando il movimento chirurgico”.
Oltre a questo, le strumentazioni più innovative consentono di neuronavigare nel corpo umano: “Un aspetto, questo, molto importante – commenta Davide Locatelli, Direttore del dipartimento di Neuroscienze, U.O.C. Neurochirurgia dell’Azienda Ospedaliera di Legnano – ovvero l’innovativa possibilità di localizzare la punta dello strumento all’interno del campo chirurgico sfruttando la percezione del campo magnetico che permette di utilizzare le immagini radiologiche nelle 3 proiezioni spaziali riducendo il rischio che il chirurgo “si perda” in un campo operatorio angusto e pieno di insidie quale quello naso sinusale e del basi cranio. Inoltre, la recente introduzione di TC e Risonanza magnetica all’interno della sala operatoria, permettono di seguire passo passo l’asportazione tumorale e di “ricalibrare” durante l’operazione il navigatore”.
In pratica un monitor diviso in 4 parti evidenzia in tre porzioni la situazione radiologica e nella quarta trasmette l’immagine chirurgica, permettendo di operare in tempo reale la distanza dello strumento da strutture vitali quali i vasi, la carotide interna ed il nervo ottico. Evitando, così, danni permanenti al paziente che viene operato con un ridotto grado di invasività e un tasso di sicurezza mai raggiunto in precedenza.
“La fusione delle immagini TC e Risonanza Magnetica – aggiunge Ernesto Pasquini, direttore dell’U.O.C. Otorinolaringoiatria, dell’Azienda AUSL di Bologna – unita ai nuovi strumenti per la chirurgia endonasale quali trapani angolati ad alta velocità, aspiratori con capacità di demolizione meccanica o ad ultrasuoni dei tessuti molli, sonde doppler ultrasottili e malleabili per l’individuazione delle arterie, ma anche sostanze che favoriscono il controllo del sanguinamento chirurgico, della sigillatura nella ricostruzione del basicranio o, come per esempio l’acido ialuronico, che permettono una più rapida guarigione’, hanno migliorato in maniera eccellente la nostra capacità operatoria. Si tratta di strumentazioni effettivamente molto costose, ma il costo è solo iniziale ed “apparente” in quanto il miglioramento dell’efficacia chirurgica, in termini di entità di rimozione tumorale, controllo dei rischi chirurgici intraoperatori e ridotto numero di reinterventi per residui tumorale, permettono in poco tempo di compensare le spese iniziali. Curare mantenendo una buona qualità di vita non è solo un vantaggio per il paziente - ridotta degenza, ridotte terapia riabilitative e più rapido recupero lavorativo - ma anche un ridotto carico economico e sociale per la collettività”.
“Il trattamento delle patologie naso-sinusali, del basi-cranio e dell’endocranio – prosegue Giorgio Frank, già Coordinatore Scientifico del Centro di Chirurgia dei Tumori Ipofisari e Chirurgia Endoscopica del Basi-cranio dell’Ospedale di Bellaria (Bologna) – richiede un approccio multidisciplinare, come rilevato nei maggiori centri mondiali nei quali questa chirurgia si è sviluppata. E’ indispensabile la collaborazione con radiologo e neuroradiologo interventista, l’anatomopatologo che aiutato dall’evoluzione dei nuovi marcatori biochimici ha incrementato le capacità di diagnosi differenziale tra vari tipi tumorali. Momento cruciale, questo, per la decisione terapeutica divisa tra chemioterapia, radioterapia o chirurgia, a seconda del tipo istologico. Specialisti oncologi e radioterapisti hanno apportato innovazioni importanti che si sono integrate con la chirurgia, là dove il team operatorio ha previsto al suo interno un otorino, un neurochirurgo, un chirurgo maxillofacciale e un oculista. Perché il trattamento richiede la possibilità della scelta: in primis della tipologia del trattamento stesso, chirurgico-radiante-chemioterapico, e in secondo luogo, nell’ambito chirurgico delle tecniche endonasali, transcraniche o transorbitarie migliori”.
Risultati insperati solo fino a qualche anno fa, per l’Italia: “Questi traguardi e la grande esperienza maturata in questi ultimi 20 anni – conclude Castelnuovo – ha migliorato sensibilmente la vita degli oltre 20.000 pazienti avuti in cura soprattutto grazie alla creazione di una rete di professionisti sempre disposti a mettersi in gioco e a vagliare la decisione più indicata solo dopo un profondo confronto interdisciplinare, come dovrebbe essere in qualunque ambito che affronti da vicino la nostra salute e il nostro benessere”.
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