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Giovedì 12 GIUGNO 2014
Morbillo. L'allarme della Società italiana di pediatria: "Preoccupante aumento dei casi"

Ad aprile si sono verificati 236 casi, portando a 1.047 quelli segnalati dall’inizio dell’anno. Nello stesso periodo del 2013 quando si registrarono poco più di 700 casi. Pediatri ed epidemiologi non hanno dubbi: la colpa è del calo delle vaccinazioni.

Grossa preoccupazione per l’incremento esponenziale dei casi di morbillo in Italia. L’allarme è stato lanciato in occasione del ‘Congresso Italiano di Pediatria’ in corso a Palermo. “Nel mese di aprile 2014, si sono verificati 236 casi, portando a 1.047 quelli segnalati dall’inizio dell’anno, in notevole aumento rispetto al corrispondente periodo del 2013 quando si registrarono poco più di 700 casi - osserva Alberto G. Ugazio, direttore del Dipartimento di Medicina Pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma e presidente della Commissione vaccini della Sip - Lo scorso anno vi sono stati circa 2.200 casi complessivi di morbillo, ma a fine 2014 c’è da aspettarsene molti di più perché i dati ad oggi disponibili non comprendono il periodo maggio-giugno, quando non si è ancora esaurito il picco stagionale”.

Il fenomeno non è solo italiano. Anche l’Europa e gli Usa stanno registrando il diffondersi di focolai. La scorsa settimana il Centro per il controllo delle malattie infettive e la loro prevenzione di Atlanta ha denunciato negli USA 288 casi dall’inizio dell’anno fino al 23 maggio, il più alto numero di infezioni dal 1994.

Benché non vi siano dati certi relativi alla copertura vaccinale, pediatri ed epidemiologi non hanno dubbi: l’incremento dei casi è da attribuire al calo delle coperture vaccinali. “In Italia – precisa Susanna Esposito, Presidente Sitip e e Presidente della Commissione dell’Oms per l’eliminazione di morbillo e rosolia congenita - la situazione della copertura vaccinale risulta ad oggi alquanto complessa: se la copertura con la prima dose appare buona sebbene non ottimale (circa il 90% e non il 95% raccomandato), quella della seconda dose è, invece, nettamente inferiore agli standard richiesti, anche perché è stata introdotta soltanto nel 2005. Questo il motivo per cui tanti adolescenti e giovani adulti che non hanno avuto la malattia non sono vaccinati o sono stati vaccinati solo una prima volta”.

Al centro dei lavori anche le campagne degli antivaccinatori che, spopolando su internet e stanno diffondendo la credenza che la vaccinazione MPR (contro morbillo, parotite e rosolia) possa causare autismo.

“La democratizzazione dell’informazione genera anche falsa informazione - afferma Ugazio -. Il ritorno del morbillo e di altre malattie infettive, come ad esempio la pertosse in Inghilterra, è un effetto collaterale della medicina ‘postmoderna’: una medicina chenon riconosce la verità scientifica, che valuta solo i rischi e non i benefici, che mette le competenze del paziente sullo stesso piano di quelle del medico. Le informazioni sono una cosa, la conoscenza è un’altra cosa: il problema è che Google mette tutto sullo stesso piano”.

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