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Lunedì 26 MAGGIO 2014
Concorso straordinario farmacie. Ma a che prezzo? Intervista a Sergio Papisca, Commissione Sicilia
Procedono i lavori delle commissioni esaminatrici regionali per l’assegnazione delle nuove sedi farmaceutiche volute dal Governo Monti. Ma per Papisca si tratta di un “impegno gravoso” che alla fine “non favorirà i giovani e tantomeno merito”. “Ho la netta impressione che nascerà tanto contenzioso”.
Del Concorso straordinario per l’assegnazione delle nuove sedi farmaceutiche, voluto dal Governo Monti con il cosiddetto decreto Salva Italia, ormai è possibile fornire dati generali sull’avanzamento dei lavori. Meno facile comprendere che cosa abbia significato, e significhi l’applicazione del dettato della legge, per le amministrazioni regionali e soprattutto, in questa fase, per le commissioni esaminatrici. Un lavoro complesso e intenso, come spiega Sergio Papisca, vicepresidente dell’Ordine dei Farmacisti di Messina, e componente della Commissione d’esame siciliana. “Sono mesi ormai che ci riuniamo una volta la settimana, lavorando ininterrottamente dalla 9,30 del mattino alle 19 e solo grazie a questo impegno siamo riusciti a esaminare più del 50% delle domande pervenute, che in totale sono più di 1.800”. Un impegno “gravoso” per i molti commissari che, come il vicepresidente di Messina, devono percorrere centinaia di chilometri in auto per raggiungere e rientrare da Palermo, 470 per l’esattezza, sostenendo “gli oneri connessi in attesa del rimborso che avverrà chissà quando”.
Ma i problemi del concorso sono anche e soprattutto altri, dipendenti anche dalle caratteristiche stesse del concorso: “Se si fosse optato per le modalità tradizionali, cioè un concorso per titoli e prove d’esame sarebbe stato possibile effettuare una prima scrematura dei candidati e quindi procedere alla verifica dei titoli solo sulla platea che aveva superato le prove”. Del resto, per Sergio Papisca, il concorso straordinario “è una procedura che non facilita la tempestiva assegnazione delle farmacie. Uno degli aspetti più critici è la partecipazione in associazione, sono state presentate domande anche con cinque associati: questo significa che per esaminare una sola candidatura occorre valutare cinque curricula. E questo è tutt’altro che semplice, anche per la qualità della documentazione allegata che talvolta non risulta rispondente con quanto dichiarato in domanda”. Ma non c’è soltanto questo aspetto, “perché al momento dell’assegnazione sarà ben difficile che tra gli associati non sorgano controversie sull’accettare o meno una certa sede, magari in una località isolata. Ho la netta impressione che questo concorso vedrà nascere tanto contenzioso”.
“Una cosa è certa”, secondo Papisca. Il concorso “non favorisce di sicuro i giovani farmacisti, come pure si è voluto far credere, e tantomeno il merito, e questo costituisce l’aspetto più triste”. Ma nonostante le evidenti difficoltà, la Commissione siciliana ritiene di poter portare a termine il suo mandato entro l’anno o, al massimo, nelle prime settimane del 2015. Portandosi dietro anche qualcosa di positivo da questa esperienza: “Il rapporto umano e professionale con i membri della commissione, tutte persone di alto livello, a partire dal presidente, professor Italo Libero Giannola. Un’esperienza, da questo punto di vista, davvero preziosa”, conclude Papisca.
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