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Martedì 13 MAGGIO 2014
Oncologia. Dal 15 al 17 maggio il congresso Cipomo: al centro il tema della complessità

I lavori del Collegio italiano dei primari oncologi ospedalieri, che si terranno a Lazise (Verona), analizzeranno in primo luogo i cambiamenti epidemiologi e di natura scientifica dell'oncologia, soprattutto per quanto riguarda la medicina di precisione. 

Gestione della complessità: è questo il tema intorno cui ruoterà confronto che Cipomo, il Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri, animerà in occasione del suo XVIII Congresso Nazionale che si terrà a Lazise (Verona) dal 15 al 17 maggio presso l’Hotel Corte Valier
 
“Il tema del congresso – sottolinea una nota - evoca le sfide che i primari oncologi devono affrontare nell’esercizio quotidiano della loro professione. E’ fuori discussione che l’oncologia stia attraversando una fase di profonda trasformazione: innanzitutto epidemiologica, sono oltre 2 milioni e mezzo i pazienti in Italia in questo momento, ma anche scientifica, con la medicina di precisione, e di conseguenza clinico professionale e organizzativa”. 

La disciplina è considerata un paradigma dei cambiamenti in atto nei sistemi sanitari dei paesi occidentali e preoccupa le istituzioni per il rischio di insostenibilità dei costi delle nuove cure. I nuovi farmaci, calcola Cipomo, hanno un costo che oscilla tra 50 e 100 mila euro per anno di trattamento e i primari oncologi italiani temono che le restrizioni finanziarie nelle regioni e nelle aziende  non consentano di garantire tutte le cure.

“Cipomo sta lavorando da tempo per proporre modelli organizzativi sempre più orientati all’appropriatezza, al rispetto del paziente, alla sostenibilità e a un dialogo produttivo con le Istituzioni per continuare a preservare il Servizio Sanitario universalistico che ci contraddistingue. Come comportarsi se ulteriori restrizioni finanziarie imporranno altri razionamenti?”. 
 
I primari oncologi ospedalieri sottolineano che le stime più realistiche prevedono un aumento della spesa destinata ai farmaci oncologici compreso tra il 10-20% e poche unità di oncologia in Italia dispongono oggi di un simile adeguamento del loro budget per il 2014. Guardando al futuro appare necessaria una diversa consapevolezza da parte delle regioni e del ministero dei cambiamenti in corso nella cura dei tumori e dell’aumento della complessità dei bisogni dei pazienti.
 
“Bisogna adottare – suggerisce la nota - scelte coraggiose e trasparenti, che abbiano ricadute positive direttamente sui malati: la vicenda dei farmaci oncologici in fascia Cnn, approvati, efficaci ma non rimborsabili, non è degna del nostro Servizio Sanitario. Il Governo dica cosa possiamo permetterci e cosa no, in un confronto aperto con i pazienti e i professionisti”. 
 
Nel corso del congresso saranno presentate alcune letture magistrali di primario livello internazionale affidate ad Alberto Felice De Toni (sul dilemma della complessità nelle organizzazioni), a Elio Borgonovi (sull’innovazione in sanità: costo o risorsa per il Paese) a Hilary Calvert( sull’evoluzione della disciplina dell’oncologia medica) e a Salvatore Palazzo ( sulla gestione dell’incertezza nel paziente guarito, cronico o ad alto rischio). 
 
Come sottolineano Giorgio Bonciarelli e Cristina Oliani (presidenti del congresso) “la preoccupazione degli oncologi medici nasce dalla constatazione che nel 2015 mancheranno alle casse del nostro Ssn (tra i migliori al mondo, universale, solidale ed, in parte, gratuito) alcuni miliardi di euro rispetto al fabbisogno e il piano per la salute prevede ulteriori decurtazioni dei finanziamenti con vincoli di spesa talora feroci, impossibili per attuare i piani di rientro. Occorrerà quindi procedere alle razionalizzazioni Istituzionali come gli accorpamenti Ulss e a razionalizzazioni operative: le nascenti reti hub and spoke dovrebbero dare un significativo e positivo contributo".

I due presidenti ricordano quindi che "ci troviamo dunque a dover operare un intenso sforzo per mantenere lo status quo razionalizzando al massimo, ma quello che preoccupa noi primari è che non si fa assolutamente cenno ad investimenti. Si intravede il rischio di un cammino verso una società della decrescita che ci auguriamo sia sobria per scelta e che è ben diversa dalla decrescita negativa: un conto è sceglierla altro è subirla e gestirla. Il congresso nazionale affronterà queste e altre tematiche di rilevante impatto  gestionale/politico e farà il punto su come riequilibrare un consumismo sanitario che rischia di divenire insostenibile tenendo sempre presente anche che nessun componente della nostra società accetti di vedere prevalere le forti economie per i budget sanitari sui risultati terapeutici”.

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