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Martedì 15 APRILE 2014
Dirigenza pubblica. La sola riforma utile è buttare fuori la politica dalla gestione



Gentile Direttore,
tra le imbarazzanti dichiarazioni del governo Renzi, apprendiamo che fra le ipotesi vi è quella di legare la retribuzione  dei dirigenti pubblici in base all’andamento del Pil o in base ai dati Ocse. Soluzione davvero bizzarra. Si può seriamente pensare che il cattivo andamento del paese sia responsabilità esclusiva e prevalente dei dirigenti pubblici o piuttosto dell’incapacità e disonestà di tanti e soprattutto della dirigenza politica? (Fiorito docet). “Se i dati del Pil o dell’Ocse sono negativi prima di punire i dirigenti devono essere puniti i politici – afferma il segretario nazionale di Fedir Sanità, Antonio Travia . Se le norme sono, troppo spesso volutamente, sbagliate che colpa hanno i dirigenti che sono costretti a rispettare la legge?”.

Nei giorni scorsi il ministro Lorenzin si è preoccupata di rasserenare i medici rispetto al taglio dello stipendio. Il ministro ha detto che i sanitari non sono manager e che quindi fuori dai tagli. Ma allora è arrivato il momento definire una volta per tutte chi è dirigente e chi no.

Terza cosa che preoccupa molto la Fedir in queste ore è la questione relativa al documento di economia e finanza 2014, il Def. Il consiglio dei Ministri sta decidendo come mettere insieme i soldi per restituire gli 80 euro a coloro che guadagnano fino a 1500 euro al mese. Una delle misure più probabili sembra essere la decurtazione percentuale progressiva per i redditi dei dipendenti pubblici superiori a 70 mila euro lordi (circa 2500 euro mensili).

Fedir Sanità si chiede se si può considerare ricco e privilegiato un dirigente che guadagna 2500 euro al mese nette in rapporto alle responsabilità e spesso alle pessime condizioni lavorative a cui è soggetto. I dipendenti pubblici sono stati già penalizzati da quattro anni di blocco contrattuale, secondo la logica di meri tagli lineari e dal blocco dell’indennità di vacanza contrattuale. Bentinteso: non vuol essere la difesa di una casta, ma si continua imperterriti con i tagli lineari invece di andare a colpire i veri problemi della pubblica amministrazione che sono sprechi, inappropriateza dei servizi, livello insopportabile della corruzione, esternalizzazione clientelare di incarichi e servizi, società e partecipate di ogni tipo e chi più ne ha più ne metta. Ma poi, ci chiediamo, ammesso che dobbiamo togliere ai ricchi per dare ai poveri chi ci assicura che il nostro sacrificio non venga sperperato da una classe politica che ha ancora tutto da dimostrare in tema di onestà e capacità e che con tutta evidenza sta gettando in pasto all’opinione pubblica la dirigenza al solo scopo di distogliere l’attenzione da sé?

Intanto a noi tagliano gli stipendi; se loro sono bravi e capaci poi si vedrà.

Fedir Sanità non starà di certo a guardare. Ci batteremo in tutte le sedi da soli e con gli altri sindacati della dirigenza pubblica, comprese tutte le azioni giurisdizionali che saranno necessarie se una cosa del genere verrà decisa. Così come ci batteremo con ogni forza per correggere la pericolosa deriva espressa da questo governo sulla scelta tutta su base esclusivamente fiduciaria della dirigenza pubblica. Sappiamo troppo bene che la fiduciarietà è stato lo strumento che ha minato la pubblica amministrazione grazie ad una invadenza della politica nella gestione che ha superato ogni limite di guardia. Non può infatti essere questa la strada del risanamento se ad utilizzare lo strumento  è proprio quella classe politica che fin qui ne ha abusato.

Antonio Travia
Segretario nazionale Fedir Sanità

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